L’inflazione inizia a rallentare soprattutto nei grandi capoluoghi italiani: i dati ci fanno ben sperare in una vicina inversione di tendenza. Analizzando i dati relativi al 2023 siamo in grado di stilare una classifica delle città meno care in Italia e un’altra lista delle città con i prezzi più elevati.
Scopriamo quindi quali sono le 10 città meno care d’Italia e dove è stato registrato l’aumento maggiore dei prezzi.
Quali sono le 10 città meno care d’Italia?
Secondo i dati raccolti nel 2023, le città meno care d’Italia sono Bari e Palermo, dove addirittura sono stati registrati dati sull’inflazione in negativo (rispettivamente del -0,6% e -0,5%).
Considerando l’andamento dell’inflazione da gennaio a dicembre 2023, possiamo stilare la classifica delle 10 città meno care d’Italia:
- 1.
Bari, che ha chiuso il 2023 con -0,6%;
- 2.
Palermo, dall’11,7% a -0,5%;
- 3.
Milano, da +10,5% a +1%;
- 4.
Roma, da +8,7% a +0,9%;
- 5.
Torino, da +10,3% a +0,7%;
- 6.
Napoli da +9,4% a +1,3%;
- 7.
Firenze, da +9,7% a +0,4%.
Fine anno con inflazione al negativo anche per Ancona, Catanzaro e Potenza.
Quali sono le città con i prezzi più alti?
Tra le città più care d’Italia, invece, troviamo Perugia e Napoli, dove è stata registrata un’inflazione in aumento rispettivamente del +1,7% tendenziale e del +1,3%.
Considerando, invece, le grandi città e province autonome con oltre 150mila abitanti, i dati più alti sull’inflazione sono stati registrati a:
- 1.
Trieste (+1,7%);
- 2.
Bolzano e Perugia (+1,6% entrambe)
Le città con l’inflazione più contenuta sono invece Catania (con -0,9%) e a Campobasso (con -1,2%).
I dati sull’inflazione in Italia
Migliora l’inflazione in Italia, e in particolare nelle grandi città metropolitane dove addirittura si registra una deflazione: nel corso dell’ultimo anno i dati sono passati da quasi il 10% a valori negativi, segno che qualcosa sta cambiando.
Il 2023 si è chiuso in modo positivo, con l’inflazione a +0,6%: in media i prezzi al consumo hanno registrato una crescita del 5,7% rispetto al +8,1% nel 2022. L’anno precedente, il 2022, si era chiuso a dicembre con +11,6%.
Per quanto riguarda la suddivisione geografica, possiamo notare come l’inflazione si è attestata al di sopra del dato nazionale nel Centro Italia (stabile a +0,8%), nel Nord-Est (in accelerazione da +0,7% a +0,8%) e nel Nord-Ovest (in decelerazione da +0,8% a +0,7%).
L’inflazione risulta al di sotto della meda nazionale, invece, nel Sud(in calo da +0,6% a +0,3%) e nelle Isole (dove è rimasta negativa ampliando la flessione da -0,2% a -0,6%).
Inflazione, cosa è cambiato nel 2024
Gennaio 2024 si è aperto non troppo positivamente per quanto riguarda i dati sull’inflazione in Italia, con un rimbalzo della media nazionale. Il dato più alto è stato registrato a Napoli con un tasso dell’1,9%, pari a più del doppio di quello medio nazionale (lo 0,8%).
Sono invece 4 le città che hanno registrato dati negativi, ovvero deflazione: Reggio Emilia (-0,4%), Campobasso (-0,7%), Ancona (-0,3%) e Modena (-0,2%).
A pesare maggiormente sull’inflazione sono gli aumenti sulle bollette elettriche e i prezzi dei generi alimentari.