Cos’è Temu, il nuovo e-commerce dai prezzi bassissimi che si pubblicizza ovunque

In queste settimane si pubblicizza tantissimo: vi spieghiamo cos'è e come funziona Temu, il nuovo e-commerce che promette prezzi stracciati.

Il settore dell’e-commerce, cioè dello shopping online, non sembra conoscere limiti alla sua espansione. Per la maggior parte degli italiani, oggi, è normalissimo fare acquisti quotidiani e pagamenti direttamente su internet.

Gioca su questo fattore l’inserimento di un nuovo e-commerce che vuole fare la voce grossa nel mercato mondiale. Si tratta di Temu, ennesimo competitor orientale nella sfida per la vendita di milioni di prodotti di ogni genere.

Cos’è Temu, il nuovo app mega-store orientale

La sua storia è molto recente: ha acquisito grossa popolarità negli Stati Uniti verso la fine del 2022, e oggi è presente in circa trenta paesi, ultimo dei quali proprio l’Italia. Temu (che si legge “Timu”) è una nuova piattaforma di shopping online. Funziona sia tramite sito web (raggiungibile dal browser via PC, tablet e smartphone) che tramite app per dispositivi mobili.

La sede di Temu è a Boston ma, naturalmente, la proprietà è orientale. Si tratta per la precisione di PDD Holdings, una multinazionale cinese conosciuta soprattutto per la sua azienda Pinduoduo (popolare piattaforma che mette in collegamento agricoltori e consumatori in Cina).

Tornando a Temu, il suo utilizzo è alquanto semplice, nonché simile ai competitor che si appresta a sfidare, come Wish. Un’enormità di prodotti sono suddivisi in tantissime categorie, e a ogni ricerca corrispondono migliaia di risultati che evidenziano innanzitutto i prezzi bassi.

Il sistema di vendita è sempre lo stesso di Wish e dei venditori terzi di Amazon, cioè quello del droshipping. Questo termine indica che i venditori acquistano a costo di ingrosso i prodotti dal magazzino originale cinese, e poi li rivendono sulla piattaforma. Non è mai il produttore originale a vendere al cliente finale, c’è sempre questo “tramite” intermedio.

Sempre come su Wish o Aliexpress, un altro punto principale di Temu sono le costanti offerte apparentemente enormi su tutto, e i sistemi di mini-giochi (gamification) per raccogliere punti che faranno da sconto su altri acquisti, e al contempo fidelizzare il cliente.

Shop like a Millionaire, ma attenti alla qualità

Temu basa la sua strategia sui prezzi molto bassi, al pari di Wish o Aliexpress. Difatti, molte delle sponsorizzate di Temu promettono che, soprattutto per i primi acquisti, alcuni oggetti vengano ceduti a costi irrisori o addirittura come omaggio a fronte di altre transazioni.

Il claim di Temu è “Shop like a Millionaire”, cioè acquistare come un milionario. Il pubblico medio pensa di non potersi permettere troppi oggettini per la propria casa o vita, perché finirebbe per spendere troppo. Qui, però, ogni cosa costa pochissimo, la spedizione è spesso gratuita, e così si può finire per accumulare parecchio shopping rimanendo su costi bassi.

L’unico scotto da pagare è un’attesa un po’ più pronunciata per i tempi di spedizione, ma trattandosi di articoli non essenziali, l’utente medio preferisce risparmiare, poiché ad esempio su Amazon gli stessi oggetti costano di più.

Il sistema sembra aver preso piede, esattamente come per Wish. In America corre moltissimo, e anche in Italia molti consumatori decidono di provare.

Ma c’è un grosso “ma” in tutto ciò: per rientrare in prezzi così ridotti, qualcosa i importantissimo viene sacrificato.

Così come su Wish, la grande maggioranza dei prodotti è di dubbia origine e di discutibile qualità. Sono già molti gli utenti a testimoniare che molti oggetti si rompono facilmente e risultano in generale di scarsa fattura.

Inoltre, essendo un’azienda così grossa che deve distribuire una tale mole di prodotti a basso costo, anche l’attenzione al cliente è molto minore. L’app ha attualmente una scarsa reputazione, e diversi consumatori lamentano ritardi, oggetti non recapitati, errori d’ordine, costi non chiari.

L’affidabilità di Temu non è al top, e non è facile farsi poi sentire, anche se per pochi euro. Inoltre il suo competitor principale è in realtà Aliexpress, poiché in quel caso il fattore intermediario è più ridotto, e si nota spesso che i prodotti costano meno che su Temu.

I limiti di Temu e del dropshipping, ben oltre il marketing

Vale il principio secondo cui, spesso, si ottiene ciò che si paga. Se si paga pochissimo, ricevere un buon prodotto e servizio diventa anche questione di fortuna, e si ottiene forse solo lo sfizio dello shopping e dell’acquisto compulsivo (decisamente poco sano).

Proprio da qui dovrebbe partire la prima riflessione etica. Acquistare oggetti che hanno vita breve significa acquistarli solo per la sensazione di aver comprato qualcosa di nuovo, o addirittura per accumulare in casa roba poco utilizzata. O anche, forse peggio, solo perché ci si lascia convincere dal marketing.

Andrebbe privilegiato un acquisto più consapevole e duraturo. Meglio un oggetto che costa dieci volte tanto (magari Made in Italy) ma dura cinquanta volte di più. Questo vale per oggettini vari, tecnologia e anche abbigliamento, specie col recente problema dell’inquinamento da fast fashion, e anche in ambiti umani come il caso di Shein accusato di sfruttare i lavoratori.

Tutto ciò che si compra in questo sistema, infatti, causa un altissimo tasso di inquinamento tra produzione, distribuzione e smaltimento. La creazione di nuovi oggettini è continua, le spedizioni sono praticamente quotidiane in tutto il mondo, e si producono numerosi rifiuti.

Per quanto in alcuni casi possa essere utile, e per quanto cercando bene si possano trovare oggettini migliori di altri, acquistare su Temu non è certo una strada sostenibile per un pianeta già in difficoltà come il nostro. E ciò si applica a tutti gli acquisti del tipo “dropshipping” in giro per il web. Meglio fare più attenzione – per noi e per l’ambiente – e limitare la mania dello shopping.

Ivan Cunzolo
Ivan Cunzolo
Copywriter e SEO Web Writer freelance, classe 1993. Sono nato e vivo a Napoli, amando la mia città. Sin da piccolo ho sempre scritto senza fermarmi mai, prima sulla carta, poi al computer. Al desiderio di diventare giornalista ho unito il nascente interesse per marketing e tecnologie. Mentre iniziavo con tonnellate di articoli in progetti sul web di pura passione, mi sono laureato in Culture Digitali e della Comunicazione alla Facoltà di Sociologia dell'Università Federico II. Da 6 anni sono Copywriter e Web Writer freelance, specializzato nella scrittura SEO.
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