La PboC taglia i tassi di interesse, ecco cosa succede in Cina

La PboC, la banca centrale cinese ha annunciato un nuovo taglio dei tassi di interesse sullo Yuan, ecco cosa succede in Cina.

Nuovi tagli al tasso di riferimento per i mutui da parte della Banca popolare di Cina; la banca centrale cinese ha infatti deciso di ridurre ulteriormente il costo del denaro. Il taglio da 25 punti base è oltre le attese, fanno sapere gli esperti internazionali che stimavano da parte della Cina un taglio più moderato o il mantenimento dei tassi correnti.

Inflazione in Cina

Negli ultimi 2 anni, mentre l’Europa e gli USA erano impegnati a fronteggiare la crisi inflazionistica globale, mettendo in campo strategie protezioniste, e passando dall’incremento dei tassi di interesse sulla valuta, per rendere più costoso l’accesso al denaro. In realtà come la Cina e altri grandi esportatori asiatici, lo scenario appariva invertito e l’Inflazione elevata, in alcune circostanze, appariva come un prezioso alleato.

In paesi la cui economia è fortemente dipendente dalle esportazioni e un debito pubblico e privato molto elevati, un inflazione elevata può avere alcuni significativi vantaggi.

Semplificando moltissimo, l’elevata inflazione stimola la domanda di prodotti a buon mercato e più competitivi, sia sul fronte interno che sui mercati internazionali, di conseguenza, si ha un incremento della domanda e quindi una crescita economica.

L’inflazione elevata avvantaggia anche i paesi con un forte indebitamento, poiché all’aumentare del costo del denaro, il valore reale del debito si comprime facilitandone il rimborso.

Crisi immobiliare cinese

Se da un lato la Cina ha potuto godere, in parte, degli effetti positivi di un elevata inflazione globale, dall’altro, il gigante asiatico, fin dalla crisi pandemica, ha dovuto affrontare una profonda crisi immobiliare che continua a minacciare la stabilità economica e finanziaria del paese.

La crisi immobiliare ha finito per coinvolgere Evergrande, il gigante del settore immobiliare cinese, che ha contratto debiti per 305 miliardi di dollari, ed ora è sull’orlo del fallimento. Un fallimento che trascinerebbe con sé numerose altre imprese operanti nel settore e diverse banche cinesi.

Per arginare la crisi immobiliare, il governo di Pechino ha attivato diverse misure anti debito e la People’s Bank of China (PBoC) ha avviato un massiccio taglio dei tassi di interesse per stimolare la domanda di credito.

In altri termini, l’obbiettivo della Cina è quello di rendere lo Yuan meno costoso e più accessibile, con l’effetto di aumentare l’inflazione cinese. Questi effetti tuttavia si riflettono sull’economia globale e il loro eco arriva anche in Italia.

Taglio ai tassi cinesi

Nella giornata di Martedì 20 febbraio, alle 7:20 ora Italiana, la PBoC ha annunciato un massiccio taglio ai tassi di riferimento per i mutui a cinque anni. Il taglio, nella misura di 25 punti base, porta il tasso al 3,95%.

Il taglio dei tassi sui mutui non arriva inatteso, gli esperti stimavano un taglio ai tassi d’interesse nell’ordine dei 15 punti base, e, il taglio annunciato da 25 punti, il più grande da giugno 2023, appare più incisivo e ben oltre le aspettative dei mercati.

L’annuncio del taglio, fa seguito ad un altra mossa della PBoC che, la scorsa settimana ha invece deciso di mantenere invariati i tassi sui prestiti a medio termine.

Insomma, la Cina taglia i tassi a breve termine, ma lascia invariati i tassi a medio-lungo termine. Segnale, quest’ultimo, che l’intento del governo e della banca centrale è favorire l’immissione di liquidità.

Liquidità che è protagonista delle mosse della banca centrale cinese che, ad inizio febbraio, ha avviato un taglio di 50 punti base per i requisiti di riserva RRR per le banche commerciali, ed ha immesso circa 1000 miliardi di Yuan nel sistema bancario cinese. Entrambe le mosse, si legge nei comunicati, hanno l’obbiettivo di promuovere i prestiti alle piccole imprese cinesi, in particolare le piccole imprese agricole che giocano un ruolo chiave nell’economia interna del paese.

Cina, pacifico e tensioni geopolitiche

Se da un lato la crisi immobiliare è uno dei temi centrali per l’agenda del presidente Xi Jinping in materia di politica interna, le tensioni geopolitiche relative all’area del pacifico, sono protagoniste indiscusse dell’agenda presidenziale in materia di politica estera.

Non manca dunque l’attenzione della Cina alle mosse dell’Australia che ha investito circa 11,1 miliardi di dollari australiani (7,2 miliardi di dollari USA) per rinnovare la propria flotta militare, con 26 nuove navi, di cui 11 nuove fregate, poi ridotte a 9 e 5 navi di grandi dimensione, con capacità missilistiche a lungo raggio.

Una volta terminata l’acquisizione di nuove navi, la flotta Australiana avrà dimensioni superiori a quelle della flotta durante la seconda guerra mondiale.

Antonio Coppola
Antonio Coppola
Copywriter, classe 1989. Sono nato a Napoli. Laureato in Storia Contemporanea e specializzato in geopolitica e relazioni internazionali presso l'Università di Pisa, nella vita mi occupo di divulgazione, marketing e comunicazione. Scrivo sul web da oltre 10 anni. Appassionato di scrittura e tecnologia, ho collaborato con diversi portali e riviste di settore nel mio campo e nel 2012 ho avviato un mio progetto di divulgazione storico culturale ed un podcast, grazie ai quali ho avuto modo di stringere collaborazioni con aziende, enti e riviste di settore ed ho avuto modo di esplorare e approfondire il mondo della SEO e del Web Marketing.
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