Bonomi, presidente di Confindustria: “Le risorse ci sono”

Che dopo il cambio di Governo, con Giorgia Meloni a Palazzo Chigi, si risvegliassero i sindacati era plausibile.

Che dopo il cambio di Governo, con Giorgia Meloni a Palazzo Chigi, si risvegliassero i sindacati era plausibile, anzi, probabile, dopo anni nei quali ci si chiedeva che fine avessero fatto, dopo anni di totale silenzio, anzi dopo anni di un totale assenso alle folli iniziative dei Governi Conte Due e Draghi, ci si chiedeva, ma esistono ancora Cgil Cisl e Uil?

Probabilmente come sigle … sì, esistevano ancora, ma come organizzazioni sindacali, ossia organizzazioni che dovrebbero tutelare i diritti dei lavoratori … no, non esistevano più.

Forse sono più i pensionati iscritti al sindacato che non i lavoratori, guardate che non sto esagerando.

Con Draghi alla Presidenza del Consiglio, poi, i sindacati hanno avallato cose inaudite, vere e proprie vessazioni nei confronti dei lavoratori, certo uso un’iperbole, ma forse negli ultimi anni ha maggiormente tutelato i lavoratori Confindustria.

Comunque in un estremo tentativo di dimostrare la propria esistenza ora i Sindacati cercheranno di indire uno sciopero contro la legge di Bilancio.

Contesteranno soprattutto la riduzione del cuneo fiscale, loro sono contro i tagli.

Vabbé forse è bene che io abbandoni l’ironia perché la situazione è maledettamente seria.

A contestare la legge di Bilancio, tuttavia, è in particolare Confindustria, altra organizzazione che … lasciamo perdere, vediamo cosa dice il Presidente Carlo Bonomi.

Confindustria contesta il taglio del cuneo fiscale, perché lo considera insufficiente, Bonomi parla a Modica, in provincia di Ragusa, in un convegno organizzato da Sicindustria, i media che riportano la notizia non ci dicono quante persone ci siano ad ascoltarlo.

Allora vediamo cosa ha detto Bonomi.

Innanzitutto ricordiamo che il taglio del cuneo fiscale proposto dal Governo vale circa 4,2 miliardi ed è la seconda voce più importante della manovra dopo naturalmente quanto è stato stanziato per l’emergenza bollette.

Allora quanto avrà chiesto Bonomi, che ritiene insufficiente i 4,2 miliardi, forse voleva uno stanziamento di 5/6 miliardi, o addirittura il doppio ossia 8 miliardi.

No, riporto fedelmente le parole del Presidente di Confindustria:

Il taglio del cuneo fiscale che intendiamo, 16 miliardi, un terzo a noi e due terzi a fasce di reddito sotto 35 mila euro, porterebbe non solo a mettere in moto economia interna, ma a rendere nei fatti, una mensilità intera in più ai lavoratori”.

Ve l’ho detto che Confindustria difende i lavoratori più ancora dei sindacati. Mamma mia! 16 miliardi! E solo di taglio del cuneo fiscale!

Ma lo sa Bonomi che la manovra deve essere approvata dall’Europa? Proprio quell’Europa che lui ama tanto! Lo sa che se il Governo si presenta in Europa proponendo un taglio del cuneo fiscale di 16 miliardi a Bruxelles gli ridono in faccia?

Ma sentiamo ancora cosa ha detto Bonomi:

In Italia ci si dimentica che negli ultimi 11 anni il debito pubblico è passato da 1900 miliardi a 2800 miliardi. Tutto ciò però non è servito a migliorare la situazione.

Bravo Bonomi! Giusto! Visto che lo sai, allora? A quale conclusioni sei arrivato? Dai che ce la fai! Dai che ci arrivi! Abbiamo enormemente aumentato il debito pubblico e non è servito a nulla quindi il problema è un altro, vero? Dai dai che ce la fai!

Ma purtroppo Bonomi non ci arriva, non arriva a capire che se aumentando così la spesa pubblica non è servito a nulla il problema sta proprio nella moneta. Lui invece prosegue dicendo:

La spesa pubblica annuale di quest’anno è di 1.028 miliardi di euro, il prossimo anno 1.183; non mi si dica che non si può riconfigurare il 4% per cento. Oltre 1.200 aziende pubbliche hanno più consiglieri di amministrazione che dipendenti, e nonostante il taglio dei parlamentari, la Camera costerà  uguale. Insomma le risorse ci sono. Reddito di cittadinanza si, ma come strumento di contrasto alla povertà, deve essere modificato perché nei fatti non è uno strumento di politica attiva del lavoro”.

Fermiamoci un attimo a riflettere sui dati forniti da Bonomi. Innanzitutto quello sulla spesa pubblica. Per coloro che dicono che “ci vuole più Stato”, vediamo un attimo, visto che il Pil quest’anno si assesterà intorno ai 1.800 miliardi di euro, più di 1.000 miliardi derivano dalla spesa pubblica.

Vogliamo più Stato? Insomma diventiamo uno Stato socialista. Oddio, se veramente, come dice Bonomi, 1.200 aziende pubbliche hanno più consiglieri di Amministrazione che dipendenti, forse allora ci siamo già.

Ma arriviamo a noi. Bonomi dice le risorse ci sono, e lo dice come se ce le mettesse lui queste risorse.

Non so se è il caso di precisarlo, visto che è banale, ma il taglio del cuneo fiscale significa che parte delle entrate tributarie non andranno più allo Stato ma andranno ai lavoratori ed alle imprese.

Quindi quando Bonomi dice che “le risorse ci sono” … certo, basta aumentare ancora il debito pubblico.

Se invece lui dice che non è necessario aumentare il debito pubblico perché si potrebbe contemporaneamente ridurre la spesa pubblica tagliando gli sprechi, sono completamente d’accordo con lui, faccio solo presente che è solo una quarantina d’anni che sento che bisogna tagliare gli sprechi … risultati … meno di zero.

Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti è laureato in Scienze Statistiche ed Economiche all’Università di Padova. Nella sua attività professionale ha collaborato con importanti Istituti Finanziari, ricoprendo diversi ruoli. Giancarlo Marcotti è Direttore Responsabile di Finanza In Chiaro, oltre che curatore della rubrica I Mercati e redattore della sezione portafoglio nella quale, giornalmente, riporterà le scelte di investimento effettuate. Giancarlo Marcotti cura la trasmissione Mondo e Finanza su Youtube di Money.it.
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