Verdetto di Draghi sul caro bollette: 7 miliardi in bonus!

Draghi interviene a calmierare i costi delle bollette per famiglie e imprese, promette sostegni per 7 miliardi, toglie gli oneri e promuove il green.

“Il prezzo insostenibile dell’energia è diventato tragico per la gestione di abitazioni e attività imprenditoriali, arrivando a toccare vette mai viste prima. Dati alla mano, i costi sono più che raddoppiati.

Lo ha detto Marco Vignola a adnkronos.com

Il responsabile del comparto energetico dell’Unione Italiana Consumatori non ha usato mezzi termini per descrivere una situazione di fatto dagli esiti drammatici, specie se commisurata con i dati già infausti del 2021.

Per quanto il volume delle bollette sia sempre determinato dai consumi, risulta inaccettabile che le spese complessive per le forniture energetiche abbiano superato la bellezza di mille euro annue per famiglia.

In un paese già in ginocchio per i ristori miseri e la chiusura definitiva di diverse attività a causa delle restrizioni, questa è stata senza dubbio la mazzata finale che ha tolto respiro alle risorse economiche di svariate realtà.

Già nel dicembre 2021 infatti, i pronostici non annunciavano nulla di rincuorante: il salasso previsto era destinato ad aumentare senza possibilità di redenzione: una curva che secondo molti analisti aveva già toccato il suo tetto massimo ed era destinata a scendere. Ma così non è stato.

L’incremento della spesa per le materie prime, dovuta ai mercati nel caos e all’inflazione galoppante derivata da una situazione mondiale complessa, verosimilmente raggiungerà un importo totale di undici miliardi distribuiti tra privati ed attività, già dagli albori del 2022.

Questo si leggeva allo scadere del 2021 su agi.it – il portale di Agenzia Italia.

Anche Confcommercio aveva tratto le sue conclusioni: l’attrito che vide la sua genesi allo scadere del 2020, reputato temporano, con buona dose di ottimismo, non ha fatto altro che dilatarsi, impattando duramente sia sul mantenimento delle abitazioni sia sulle imprese del terziario.

Era nell’aria che questo andamento in salita potesse inficiare l’incremento economico auspicato per il 2022.

A questo punto, a 2022 inoltrato, Draghi non ci sta ed invoca il consiglio dei ministri per attuare dei provvedimenti tempestivi che rientrino nelle possibilità delle casse governative e diano nuova speranza ai cittadini. 

Draghi promette intervento

“Il governo impedirà che il costo esorbitante delle forniture energetiche si ripercuota sull’economia dei nuclei famigliari e sulla produttività delle industrie.”

Così si è espresso Mario Draghi su tg24.sky.it , promettendo una dilatazione dei sostegni, possibile grazie all’incremento finanziario del Paese nel 2021.

Una buona notizia per le famiglie e per le imprese che fin’ora hanno sostenuto costi esorbitanti e ricevuto bollette da collasso. Certo, i rincari non dipendono dai fornitori di energia ma è la materia prima ad aver subito un’impennata dei costi senza precendenti.

Ma data la situazione geopolitica dell’Europa e i rapporti con i paesi che queste materie prime le producono, quando posiamo aspettarci un sollievo dal punto di vista del calo dei costi primari?

Nel decreto approvato si va verso l’annullamento degli oneri di sistema.

Di cosa si tratta?

Gli oneri di sistema sono costi fissi, sostenuti indifferentemente da ogni gestore e stabiliti da ARERA, che è la sigla di Autorità Energia Elettrica e Gas. Sono voci che risultano alquanto misteriose nelle bollette, dove di norma viene indicato solo il totale da pagare, ma essi sistono ed hanno un loro peso specifico.

Si tratta di oneri riguardanti lo smantellamento delle strutture adibite al nucleare, fondi destinati alle energie rinnovabili, ai trasporti, alla ricerca e alle industrie basate sul consumo energetico. 

Inoltre è prevista una moderazione dell’Iva sul gas fino a un’aliquota pari al 5% e un calo delle spese relative al gas ammontante a quattrocentottanta milioni.

Stanziati dai 5 ai 7 miliardi

Ed è così che il Consiglio dei ministri si è riunito per emettere nuove misure, tenendo conto degli 8 miliardi ricavati dal progresso rilevato nel 2021, che ha permesso di rifocillare le casse dello Stato, di conseguenza generare la possibilità di mantenere concorrenziali le imprese

La promessa del governo consiste quindi nel rafforzamento e tutela della capacità d’acquisto delle famiglie, già vessate dalle ripercussioni pandemiche in termini occupazionali, e lo farà concretamente abbassando le bollette a partire dal secondo trimestre del 2022.

Interessante anche l’idea di incrementare la diffusione di gas nostrano, al fine di promuoverne il consumo ad un costo più equilibrato.

Al Premier, fa eco il Ministro dell’Economia Daniele Franco, quantificando in conferenza stampa quanto segue:

Gli aiuti rivolti alle famiglie ammontano a poco più di quattro miliardi, suddivisi in 400 milioni per ammortizzare l’imposta sul valore aggiunto e più di un miliardo sui costi di gestione e trasporto.

Leggiamo su notizie.tiscali.it

Ciò che rimane sarà destinato a supportare le attività imprenditoriali.

Si parla anche di irrobustire il bonus sociale per cinquecento milioni ed altre misure inerenti alle imprese energivore e gasivore.

In ballo ci sarebbero anche dei provvedimenti per venire incontro al settore dello sport, precisamente alle piscine pubbliche, penalizzate dall’antipatico connubio delle restrizioni dovute alla pandemia e le bollette insostenibili. 

Quattrocento milioni di euro, a monte, saranno stanziati a favore delle regioni per coprire le spese della quarta ondata virale che ha causato un picco verticale di consumi energetici presso strutture sanitarie e terapie intensive.

Dove reperire i fondi

Mario Draghi, come già spiegato sopra, ha voluto sottolineare che le risorse impiegate per calmierare le bollette non andranno a generare un nuovo deficit pubblico, ma saranno utilizzate le disponibilità offerte da una crescita addebitabile all’anno trascorso, che si è rivelata al di sopra di ogni più rosea aspettativa.

Il proposito studiato dal governo sembra dunque chiaro e in linea con un progetto basato sull’autoproduzione e autoapprovvigionamento di energia rinnovabile.

L’intervento innovature sulle strutture di produzione del gas in Italia renderebbe più facile e fruibile la messa in atto di nuovi sistemi per la produzione di risorse rinnovabili e rappresenterebbe un grosso passo avanti per il Paese, sia in termini finanziari che ecologici, materia quest’ultima molto sentita dall’opinione pubblica.

Il premier è attualmente impegnato a comprendere come stilare nuovi progetti finalizzati al coinvolgimento attivo delle imprse specializzate nel ramo della produzione energetica per attenuare la spesa energetica, con grande vantaggio per tutti i soggetti, sia privati che industriali, coinvolti in questa manovra di portata rivoluzionaria.

Manovra che contempla in sè anche l’ambito dell’autotrasporto: sarà incoraggiato e finanziato anche il ricorso a biocarburanti e all’elaborazione di idrogeno, favorendo le industrie del settore con agevolazioni del credito

Un’ottimizzazione di forze e competenze che gioverà su più fronti all’Italia, mettendola al passo con l’Europa e l’esigenze del pianeta, azione che andrà a lenire anche la sofferenza economica delle famiglie per quanto riguarda i normali consumi domestici, incoraggiando la visione del problema in un’ottica d’avanguardia.

Una condivisione dell’onere tra privati e industrie, unite nello sforzo comune di alleggerire le spese, ma anche di migliorare lo status quo, che si traduce in una riflessione dovuta e volta al benessere generale, ambiente compreso.

Significativo è stato anche l’intervento di Giuseppe Conte, che ha caldeggiato quest’ultima ipotesi con l’accorato invito a muoversi celermente in questa direzione, che pare essere la più proficua e promettente.

L’energia rinnovabile in Italia

Il popolo italiano è stato abbondantemente informato sui benefici dell’energia rinnovabile, tanto di manifestare per questo tipo di produzione una vera e propria predilezione.

Prendiamo il caso del fotovoltaico: il potenziale generato dalla luce solare è già adottato privatamente in molte abitazioni italiche, complici anche i vari bonus e agevolazioni che incoraggiano a installare questo tipo di impianti, incontrando una ponderale crescita di consensi.

Ormai si è visto: forse le risorse rinnovabili non sono sufficienti a supportare un’intera produzione di tipo industriale, ma assorbono una parte consistente del consumo domestico, cosa che si ripercuote vantaggiosamente sullo snellimento delle bollette.

L’opinione generalizzata nel Belpaese sul green è che si tratti di una fonte sicura e pulita: per questo motivo è sempre più apprezzato, beneficiando del favore di molti, e pare che il governo, facendo di necessità virtù, stia andando incontro ai cittadini con i nuovi studi sul tema.

I cittadini si sono espressi attraverso innumerevoli sondaggi: si sa che non si tratta di una conversione semplice, ma si pensa che sia corretto provarci. Aggiungendo che se si fossero utilizzati meglio i fondi per gli incentivi al fotovoltaico, diverse speculazioni sarebbero cadute nel vuoto.

In definitiva, gli italiani si sarebbero augurati di impiegare quel denaro per pannelli solari più potenti, quindi più tecnologicamente avanzati, possibilmente posti sui tetti e non al suolo, con la sostituzione dei dannosissimi rivestimenti in amianto.

Una sensibilità nuova negli ultimi anni si è fatta largo tra le folle: il governo non può più ignorare questa tendenza.

Colpo di coda alle Lobby?

Che sia una rivoluzione anche nei confronti delle Lobby dell’energia fossile?

Senza addentrarci ora in un’altra piaga economica, che è l’aumento del costo del petrolio, le grandi società che gesticono la distribuzione dei carburanti erano già cadute nell’occhio del ciclone lo scorso anno, con la pesante accusa di essersi accaparrate indebitamente buone fette dei fondi del Pnnr.

Innegabile risulta il fatto che queste potenti aziende di gestione energetica abbiano un’influenza ormai insostenibile sulla politica e la configurazione geopolitica mondiale, sull’inquinamento, sulle guerre e sullo stato di povertà di paesi ricchi di materie prime ma depauperati di ogni risorsa economica.

Forse, recuperare una certa indipendenza da questi meccanismi non sarà sufficiente a cambiare le cose nè tantomento le sorti dei popoli, ma può essere un segnale di consapevolezza destinato a non rimanere ignorato.

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