Giorgetti: dimissioni dopo le elezioni europee?

E torno a parlare del Def, Documento di economia e finanza perché ci sono novità.

Prima di iniziare il video odierno ritengo utile fare una postilla al video da me pubblicato ieri dal titolo “Abbiamo vissuto sopra le nostre possibilità”.

La stragrande maggioranza di voi, ha capito, non avevo dubbi, ma dato che c’è una minoranza che non ha capito, ritengo utile una ulteriore spiegazione.

Prendo ad esempio il commento che ha postato Marcello Romagnoli, sentite:

Abbiamo vissuto sopra le nostre possibilità o …1) la perdita di pil causata dai lockdowns della “pandemia” e la conseguente riduzione delle entrate fiscali hanno aumentato il debito? 2) le maggiori spese per erogazioni alle attività chiuse per “pandemia”? 3) i minori introiti dovuti alla riduzione di una delle attività maggiori dell’Italia: il turismo? 4) le spese per “vaccini” comprati dalla Commissione Europea? 5) spese per guerra Ucraina -Russia?….e si può continuare. La causa è veramente che abbiamo vissuto oltre le nostre possibilità, cioè siamo dei gaudenti che non hanno voglia di lavorare? Io sono un po’ stanco di sentire certe cose.

Ebbene, caro Marcello, forse non ha inteso che aver vissuto oltre le nostre possibilità non significa essere gaudenti che non hanno voglia di lavorare, ma semplicemente aver speso di più di quanto abbiamo incassato.

Proprio tutte le voci che lei ha correttamente citato hanno contribuito al fatto di aver vissuto oltre le nostre possibilità.

Quindi vivere al di sopra delle nostre possibilità, non significa che lo Stato abbia regalato soldi ai propri cittadini, ma, ad esempio, anche aver dato soldi all’Ucraina, soldi che non avevamo e che quindi sono andati ad aumentare il nostro debito pubblico, anche quello è vivere al di sopra delle nostre possibilità. Così come le spese per i vaccini e tutto quanto lei ha elencato.

Spero di aver chiarito a tutti il significato di vivere al di sopra delle nostre possibilità.

E torno a parlare del Def, Documento di economia e finanza perché ci sono novità.

Allora innanzitutto nel Def presentato ieri sono stati resi noti i dati più attesi, ossia quelli riguardanti il Pil, il Deficit ed il Debito, non è stata annunciata … diciamo … la parte programmatica, ma solo quella tendenziale: in pratica, non sappiamo quanto potrà spendere lo Stato.

Il perché è presto detto, non si riesce ancora a stabilire il peso effettivo del Superbonus e del nuovo patto di stabilità.

Sono infatti cambiate le regole di programmazione economica e di conseguenza sono previste nuove tempistiche.

E cosa ci dice il tendenziale? Ci dice che il Superbonus ed i bonus edilizi per usare un’espressione proprio del Ministro Giorgetti hanno avuto un “impatto devastante” sul debito pubblico.

Sempre secondo il Ministro dell’economia è proprio l’ulteriore ricalcolo del peso sui conti pubblici dovuto al Superbonus ad aver costretto il Governo a ridurre di due decimi di punto percentuale la stima di crescita del Pil per l’anno in corso portandola all’1%.

Ad oggi il costo di Superbonus e bonus edilizi per lo Stato è arrivato alla iperbolica cifra di 219 miliardi di euro.

Soltanto quattro mesi fa la stima era di 176 miliardi cifra che era stata certificata dall’Agenzia delle entrate a fine 2023.

A marzo di quest’anno il Superbonus ha fatto un nuovo record: 7,8 miliardi in più rispetto al mese precedente.

Le irregolarità riguardano invece 15 miliardi di crediti. Ma queste sono le cifre certificate, temo proprio invece che le irregolarità siano ben superiori.

A Giorgetti, quindi non è rimasto che dichiarare, ascoltiamo le sue testuali parole: “L’andamento del debito è pesantemente condizionato dai riflessi per cassa dal pagamento dei crediti fiscali del superbonus nei prossimi anni. Questa enorme massa di 219 miliardi di crediti edilizi scenderanno in forma di compensazione nei prossimi anni, e diventeranno a tutti gli effetti debito pubblico, anche ai fini contabili”.

E così si zittiscono per sempre coloro che sostenevano, e sostengono tuttora che con il Superbonus non si creava debito pubblico.

E’ chiaro che con conti pubblici così disastrati si è cominciato a ritenere che il Governo non sia in grado di confermare il taglio dell’Irpef e del cuneo fiscale, che assieme pesano per 14 miliardi.

La mancata conferma del taglio dell’Irpef e del cuneo fiscale, sarebbe un macigno per quanto riguarda le prossime elezioni, perché sarebbero visti dalla popolazione come una mancata conferma delle promesse elettorali.

D’altronde però la prevista procedura per deficit eccessivo ai danni del nostro Paese sarebbe ancora più pesante.

Insomma il Governo Meloni si troverebbe fra l’incudine ed il martello.

A questo proposito si vocifera che il Ministro Giorgetti si renda disponibile a lasciare la Poltrona in via XX Settembre per un posto più “tranquillo” in Europa.

Naturalmente è solo un’ipotesi, che comunque sta prendendo piede, sarebbe infatti un possibile candidato per la prossima Commissione Europea.

Insomma prendere l’attuale posto occupato da Gentiloni.

Certo che sarebbe veramente esilarante vedere il Commissario europeo Giorgetti pronunciarsi sulla correttezza istituzionale di una proposta avanzata dal Ministro Giorgetti.

Ecco in Europa potrebbe accadere anche questo.

Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti è laureato in Scienze Statistiche ed Economiche all’Università di Padova. Nella sua attività professionale ha collaborato con importanti Istituti Finanziari, ricoprendo diversi ruoli. Giancarlo Marcotti è Direttore Responsabile di Finanza In Chiaro, oltre che curatore della rubrica I Mercati e redattore della sezione portafoglio nella quale, giornalmente, riporterà le scelte di investimento effettuate. Giancarlo Marcotti cura la trasmissione Mondo e Finanza su Youtube di Money.it.
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