Informazione e… disinformazione

Noi continuiamo a chiedercelo, ma se prima potevamo avere dubbi sulla risposta, ora, non si possono avere dubbi, purtroppo.

Noi continuiamo a chiedercelo, ma se prima potevamo avere dubbi sulla risposta, ora, non si possono avere dubbi, purtroppo.

Allora mi spiego.

La domanda che continuavamo a porci era: ma noi siamo sempre stati disinformati e non ce ne rendevamo conto, oppure quel che sta accadendo oggi a livello di disinformazione mediatica, quel che stiamo subendo da alcuni anni, ha raggiunto, diciamo, vette mai toccate in passato?

Ebbene, fino ad un po’ di tempo fa, ripeto, potevamo avere dubbi, non avevamo certezze, nel dare una risposta a questa domanda, oggi invece, oggi possiamo dire senza alcun dubbio che mai, in passato, siamo stati sottoposti ad una disinformazione mediatica, come quella alla quale siamo sottoposti da un paio d0’anni a questa parte, anche se naturalmente su questo argomento occorre fare alcune considerazioni.

Dunque, innanzitutto, vabbè tutti noi sappiamo che anche in passato la disinformazione aveva raggiunto vette inenarrabili, pensiamo solo all’11 settembre, però, vedete, abbiamo anche sempre pensato che quelle fandonie così evidenti, così spudorate, le raccontavano … diciamo … gli anglosassoni, loro, o meglio i loro media, non si vergognavano di raccontare frottole, non cercavano così neppure di camuffarle, hanno sempre trattato i loro lettori, i loro ascoltatori, come dei decerebrati, probabilmente perché il loro sistema mediatico aveva già raggiunto dei livelli che noi invece abbiamo raggiunto soltanto anni dopo.

Insomma, i loro tabloid prima, e successivamente le loro televisioni, avevano già rimbecillito la popolazione, cosa che è avvenuta anche da noi, ma solo successivamente, con l’avvento e l’espansione delle tv commerciali.

Certo, anche in Italia l’informazione non è mai stata attendibile, ci hanno sempre tenuto all’oscuro, solo per fare un esempio, delle pagine nere della nostra Repubblica, ma le frottole che ci raccontavano, perlomeno, non dico fossero credibili, ma c’era un tentativo di rendere la narrazione diciamo, verosimile. 

Ora no! Ora sono senza freni. Ora la loro sfacciataggine è senza remore, la loro impudenza, ossia la loro mancanza di pudore, ha superato ogni limite.

Ma c’è anche un aspetto che va tenuto in grande considerazione, i nostri telegiornali prima riportavano quasi esclusivamente notizie locali, dall’interno, la pagina degli esteri era quasi inesistente, negli ultimi tempi, certamente anche per la questione dell’Unione europea, non è più così.

E questo, badate bene, serve anche ai media per accreditarsi fra di loro, ossia, cerco di spiegarmi.

Ad esempio, in Germania i tg raccontano le stesse fandonie che si sentono nei nostri tg, e questo li accredita vicendevolmente, ossia, l’italiano sarà portato a credere maggiormente a quel che ha sentito sul suo tg perché anche in Germania si fa la stessa narrazione … e viceversa, naturalmente.

Se poi la narrazione che ascoltiamo non è solo a livello europeo, ma arriva a raggruppare i Paesi definiamoli Occidentali, insomma tanto per capirci Europa, Nord America e Australia, è chiaro che questo fenomeno che ho definito di “accreditamento vicendevole”, assume ancora più forza, e naturalmente non posso non citare un fatto che non può che esser definito … iperscandaloso, ma contemporaneamente anche proprio emblematico di quello che ho appena sostenuto.

Naturalmente mi riferisco alla indecente prima pagina del quotidiano La Stampa. Lì si è raggiunto un tale livello di mistificazione della realtà difficilmente superabile. Anzi si è arrivati proprio a qualcosa di più, al deliberato capovolgimento della realtà, ed il raggiungimento di un tale livello fa sorgere dei dilemmi che non esito a definire … inquietanti, ossia … vado diretto alla domanda: perché arrivare fino a quei livelli di mistificazione, di falsificazione?

Tutti noi, se vogliamo essere “parziali”, riusciamo benissimo. Sappiamo come minimizzare le cose sulle quali siamo in difetto, ed invece ingigantire i nostri meriti, possiamo anche tacere i nostri torti, insomma, abbiamo mille modi per essere “intellettualmente disonesti”.

Ed allora mi chiedo: perché quindi i media mainstream sono arrivati a questi livelli di falsità? Livelli insormontabili! Perché?

E chiaramente la risposta che verrebbe spontanea è una sola, e cioè che la posta in gioco sia tale per cui la perdita del pudore non viene nemmeno considerata una cosa disonorevole. E’ l’unica risposta che riesco a darmi!

Probabilmente le pressioni che arrivano a chi opera nei media mainstream sono di una tale gravità che noi non possiamo neppure immaginare.

Però … lo sapete come la penso, occorre anche avere, da parte loro, intendo dire da parte di chi lavora in quel campo, occorre avere una predisposizione al “servilismo”, perché la possibilità di ritirarsi in buon ordine e mantenere così integra la loro reputazione … beh … quella possibilità c’è sempre.

Intendo dire che fare il direttore di un giornale o di un telegiornale non è un lavoro che è stato loro imposto, possono benissimo presentare le loro dimissioni, ma probabilmente non sarebbero arrivati a quel livello se non avessero avuto, proprio nel loro Dna la propensione alla più cieca e servile ubbidienza!

Io non so come si abbia poi il coraggio di presentarsi ancora in pubblico, veramente io proverei … non solo vergogna, sarei in un imbarazzo tale che non riuscirei a sostenere.

E mi sembra anche inutile sottolineare che i direttori di giornali di tg nazionali sono persone senza dubbio che non hanno alcun problema di carattere economico.

Detto questo però ritengo che sia anche arrivato il momento di analizzare ciò che sta accadendo al mondo, quali possano essere le motivazioni che ci hanno portato fin qui e le conseguenze alle quali probabilmente andremo incontro, motivazioni che io ritengo, come già sapete, prettamente di carattere economico, e delle quali comincerò comunque a trattare in un prossimo video.

Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti è laureato in Scienze Statistiche ed Economiche all’Università di Padova. Nella sua attività professionale ha collaborato con importanti Istituti Finanziari, ricoprendo diversi ruoli. Giancarlo Marcotti è Direttore Responsabile di Finanza In Chiaro, oltre che curatore della rubrica I Mercati e redattore della sezione portafoglio nella quale, giornalmente, riporterà le scelte di investimento effettuate. Giancarlo Marcotti cura la trasmissione Mondo e Finanza su Youtube di Money.it.
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