Italia, boom economico! Voi ve ne eravate accorti?

Raramente abbiamo assistito ad una divergenza simile, mi riferisco ai dati economici che sforna in continuazione l’Istat.

Raramente abbiamo assistito ad una divergenza simile, mi riferisco ai dati economici che sforna in continuazione l’Istat ed invece la percezione che hanno gli italiani.

Ha ragione l’Istat, oppure hanno ragione gli italiani? Naturalmente la risposta la lascio a voi, io mi limito a mettere in risalto i dati comunicato dal nostro Istituto di Statistica.

Partiamo dal Pil.

L’Istat continua a rivedere al rialzo il nostro Pil. Dopo aver chiuso con un buon +3,7% il Pil nel 2022 anche questo 2023 è iniziato alla grande.

Il Pil nel primo trimestre dell’anno infatti è stato rivisto ancora al rialzo, il dato ufficiale +0,6% non è solo nettamente migliore rispetto a quanto fatto registrare da altri Paesi europei, la Germania ha addirittura fatto segnare un ribasso dello 0,3%, ma è anche una performance nettamente superiore alle attese.

Ora in termini tendenziali siamo arrivati all’1,9%, insomma abbiamo avuto una crescita dell’1,9% rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno.

Ora la variazione già acquisita per il 2023 è del +0,9% e le previsioni per l’intero 2023 vanno quindi riviste al rialzo, potrebbero essere superiori al 1,2%.

Ricordate quando soltanto pochi mesi fa si parlava di recessione per il 2023 si prevedeva un segno meno davanti alla variazione del Pil nell’anno in corso?

Il vento sembra totalmente cambiato, perlomeno guardando ai dati Istat, certo.

Ed allora domandiamoci: quali sono le voci che stanno maggiormente sostenendo il nostro Pil? La risposta vi potrà stupire: tutte!!!

Aumentano i consumi finali, aumentano gli investimenti fissi lordi e aumenta la spesa delle Amministrazioni Pubbliche.

Ma il Pil non è il solo aspetto positivo dell’economia italiana, c’è un fattore, a mio avviso, ancor più sorprendente, il mercato del lavoro.

Proprio ieri l’Istat ha pubblicato i dati che si riferiscono al mese di aprile, ebbene sono dati estremamente positivi, sentite cosa dice l’Istat.

Ad aprile 2023 prosegue la crescita dell’occupazione (+48 mila rispetto al mese precedente) che porta gli occupati a 23milioni 446mila.
Il numero è superiore di 390mila unità rispetto a quello di aprile 2022, per effetto di un aumento dei dipendenti permanenti e degli autonomi che è maggiore della diminuzione dei dipendenti a termine.
Su base mensile, il tasso di occupazione sale al 61,0%, mentre quelli di disoccupazione e di inattività calano al 7,8% e 33,6% rispettivamente.

Insomma avete capito in questi ultimi 12 mesi da aprile del 2022 ad aprile del 2023 l’Italia ha creato 390.000 posti di lavoro … incredibile!

Voi ve ne siete accorti? Ma non solo!

Il tasso di occupazione al 61% è un record per l’Italia, significa che nell’età lavorativa (dai 15 ai 64 anni) 61 italiani su cento sono occupati, mai abbiamo avuto un dato così positivo.

E la cosa ancor più sorprendente è che questo miglioramento sul dato occupazionale ha riguardato praticamente tutte le fasce d’età, dai giovani, giovanissimi, agli anziani.

Nel suo report l’Istat sottolinea che**: Il numero di persone in cerca di lavoro, rispetto a marzo 2023, diminuisce (-0,7%, pari a -14mila unità) tra le donne, i giovani e i 35-49enni. Il tasso di disoccupazione totale scende al 7,8% (-0,1 punti), quello giovanile al 20,4% (-1,4 punti).**

Sono nettamente diminuiti anche i cosiddetti inattivi (-0,9% pari a 117.000 unità) ossia le persone che pur essendo in età lavorativa (15/64 anni) non lavorano, ma che contemporaneamente non sono neppure in cerca una occupazione.

Ovviamente questa categoria è composta solo in minima parte da persone straordinariamente benestanti, e che quindi non hanno la necessità di trovare un lavoro, la categoria più numerosa all’interno degli inattivi è quella delle casalinghe.

E come ultimo dato, sempre comunicato dall’Istat, quello relativo all’inflazione, anche questo dato positivo visto che a maggio (seppur il dato sia ancora provvisorio), l’inflazione, su base annua, sarebbe diminuita al 7,6% dal precedente 8,2%.

Sentiamo ancora quel che ci dice l’Istat:

A maggio, secondo le stime preliminari, l’inflazione riprende a scendere, tornando, dopo la risalita registrata ad aprile, al livello di marzo 2023 (+7,6%). Il rallentamento appare ancora fortemente influenzato dalla dinamica dei prezzi dei Beni energetici, in particolare della componente non regolamentata, in calo su base congiunturale. Nel settore alimentare, i prezzi dei prodotti lavorati mostrano un’attenuazione della loro crescita su base annua, che contribuisce alla decelerazione dell’inflazione di fondo (scesa a +6,1%). Prosegue, infine, la fase di rallentamento della crescita tendenziale dei prezzi del “carrello della spesa”, che a maggio è pari a +11,3%.

Ricordo solo che la cosiddetta inflazione di fondo è quell’inflazione che viene calcolata escludendo i beni energetici e quelli alimentari freschi, normalmente i due settori più volatili.

La crescita su base annua dei prezzi dei beni scende quindi sotto la doppia cifra passando dal 10,4% al 9,5%, e scende anche quella dei servizi dal 4,8 al 4,6%.

Ebbene siamo alla fine. Riassumo.

Pil molto bene, in crescita oltre le più rosee aspettative e migliore anche rispetto a tutti gli altri principali Paesi europei.

Lavoro, molto bene, diminuisce la disoccupazione e soprattutto sono stati creati un numero straordinario di posti di lavoro.

Inflazione, molto bene, sta scendendo su tutti i fronti.

Ripeto la domanda: voi ve ne eravate accorti?

Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti è laureato in Scienze Statistiche ed Economiche all’Università di Padova. Nella sua attività professionale ha collaborato con importanti Istituti Finanziari, ricoprendo diversi ruoli. Giancarlo Marcotti è Direttore Responsabile di Finanza In Chiaro, oltre che curatore della rubrica I Mercati e redattore della sezione portafoglio nella quale, giornalmente, riporterà le scelte di investimento effettuate. Giancarlo Marcotti cura la trasmissione Mondo e Finanza su Youtube di Money.it.
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