Il Governo Meloni pianifica un ulteriore taglio alle spese contributive dei lavoratori, dopo lo sgravio introdotto dalla Legge di Bilancio, in vigore già da gennaio.
Con l’emanazione del Decreto lavoro attesa per il 1° maggio 2023, è prevista infatti una nuova modifica dell’obbligo di contributo, che influisce sul calcolo dello stipendio netto in busta paga. Vediamo nel dettaglio cosa cambia e come la manovra aiuterà i lavoratori.
Come influiscono in busta paga gli sgravi fiscali in vigore
In questo periodo di forte inflazione, il Governo sta mettendo in atto alcune manovre di sussidi e aiuti per famiglie, imprese e lavoratori. Le prime novità sono arrivate con la Legge di Bilancio 2023, che ha pianificato la gestione finanziaria dello Stato.
In particolare, per quanto riguarda i lavoratori, è stato stabilito un taglio ai doveri contributivi calcolati in busta paga. Questo significa che, per gli stipendi più bassi, da gennaio 2023 le tasse imposte sullo stipendio lordo sono diminuite. Ciò ha permesso un aumento dello stipendio netto, senza comportare oneri per il datore di lavoro.
Nello specifico, per gli stipendi pari o inferiori a 2.692 euro al mese, è scesa la quota di contributi dovuta all’Inps. Le trattenute corrispondono sempre al 33% dello stipendio lordo ma, mentre la percentuale a carico del datore di lavoro resta invariata, la parte dovuta dal dipendente è scesa:
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Nel settore pubblico da 8,80% a 6,80%
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Nel settore privato da da 9,19 a 7,19%
Per le buste paga ancora inferiori (sotto 1.923 euro) l’aliquota è scesa ulteriormente:
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Nel settore pubblico da 8,80% a 5,80%
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Nel settore privato da 9,19% a 6,19%
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Cosa cambia dal 1° maggio nel calcolo dello stipendio netto
Tutti questi cambiamenti riguardano i primi mesi del 2023, ma con l’entrata in vigore del Decreto lavoro per il mese di maggio, la percentuale di trattenuta dovrebbe scendere ulteriormente. Non si conoscono ancora le misure esatte, ma lo sgravio dovrebbe calare di un ulteriore 1% per cui le trattenute diventerebbero, per gli stipendi uguali o inferiori a 2.692 euro al mese:
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Nel settore pubblico 5,80%
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Nel settore privato 6,19%
Per gli stipendi uguali o inferiori a 1.923 euro al mese:
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Nel settore pubblico 4,80%
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Nel settore privato 5,19%
Queste manovre saranno possibili con un intervento statale che ammonta a 3,4 miliardi di euro. Tuttavia questo sgravio fiscale dovrebbe limitarsi al solo 2023, per cui dal 2024 l’aliquota potrebbe tornare ai valori precedenti la manovra, per tutte le categorie di stipendio.