Opzione donna 2023 nessuna modifica in Manovra: chi può andare in pensione l’anno prossimo

Opzione donna 2023 nessuna modifica in Manovra: ecco quali lavoratrici potranno andare in pensione l'anno prossimo.

Opzione donna 2023 è stata confermata così com’è, senza alcuna modifica in Manovra. Negli emendamenti del Governo, infatti, non è apparsa alcun tipo di modificazione alla misura. Andiamo a scoprire come funziona la misura nel dettaglio per l’anno a venire.

Opzione donna 2023 nessuna modifica in Manovra

Opzione donna 2023 per ora non cambia: nessuna modifica è stata prevista in Manovra, pertanto, l’anticipo pensionistico rimarrà invariato, non a quello relativo all’anno corrente, ma a quanto stabilito dall’Esecutivo Meloni.

Al momento come funziona Opzione donna 2023? Semplice, questo meccanismo prevede un’uscita anticipata dal lavoro ad un’età di 60 anni, che andranno poi scalati a seconda del numero dei figli, entro un limite massimo di due anni. Ma non è tutto, poiché potranno accedere a Opzione donna nel 2023 solamente cinque specifiche categorie di lavoratrici, suddivise in tre fasce di età.

Insomma, il Governo Meloni ha adottato un notevole taglio alla misura, che consentirà di risparmiare parecchi soldi, ma che ridurrà terribilmente la platea di cittadine interessate all’anticipo pensionistico.

Ecco chi e come può andare in pensione l’anno prossimo

Potranno andare in pensione il prossimo anno tutte le lavoratrici autonome o dipendenti che hanno raggiunto i 35 anni di anzianità contributiva. Come possiamo notare questo requisito è rimasto invariato tra Opzione donna 2022 e Opzione Donna 2023.

Fino al 31 dicembre 2022 potranno andare in pensione con Opzione donna 2022 le lavoratrici autonome con 59 anni di età o le lavoratrici dipendenti con 58 anni di età anagrafica. Con Opzione donna 2023, invece, cambia tutto. Le fasce di età saranno le seguenti:

  • si potrà andare in pensione a 58 anni con due o più figli a carico

  • a 59 anni con un solo figlio a carico

  • a 60 anni in assenza di figli

Ma come abbiamo detto all’inizio, il requisito anagrafico e contributivo non bastano per accedere all’anticipo pensionistico. Andiamo a vedere chi sono le sole lavoratrici che potranno accedere ad Opzione donna 2023, che ricordiamo, non ha subito alcuna modifica in Manovra.

Opzione donna 2023, nessuna modifica in Manovra: ecco le lavoratrici ammesse

Chi potrà accedere a Opzione Donna nel 2023? Il Governo Meloni ha voluto valutare, non solo l’età delle lavoratrici e il numero dei figli, ma ha deciso anche di procedere con la selezione in base alle loro condizioni di salute e al ruolo svolto all’interno della famiglia.

In particolare, per andare in pensione con Opzione Donna 2023 sarà necessario:

  • prestare assistenza, da almeno 6 mesi, al coniuge o ad un parente stretto o, per meglio dire, di primo grado. Il parente in questione dovrà convivere con la lavoratrice e avere una grave disabilità;

  • essere riconosciute invalide civili almeno al 74% (non meno di questa percentuale) da una commissione medica;

  • prestare assistenza a un parente o affine, purché sia entro il secondo grado, qualora il coniuge o i genitori della persona con disabilità grave abbiano compiuto i 70 anni, oppure siano affetti da patologie invalidanti o, ancora, siano deceduti;

  • essere state licenziate;

  • essere lavoratrici dipendenti di aziende in crisi economica.

Quando parte Opzione Donna 2023

Opzione donna 2023 partirà a tutti gli effetti dal mese di gennaio 2023 e, oltre al requisito dell’anzianità contributiva pari a 35 anni di contributi, rimarrà invariato il ricalcolo dell’assegno spettante con il sistema contributivo e le finestre mobili di 12 e 18 mesi.

Secondo le ultime stime effettuate a Opzione donna 2023 potranno accedere solamente 3 mila cittadine lavoratrici, in linea con i requisiti sopracitati, mentre rimarranno fuori 14 mila persone.

Attenzione, però, perché è bene sottolineare che tutte coloro che maturano i requisiti necessari, sia contributivi che anagrafici, entro la fine dell’anno corrente, potranno godere di Opzione donna 2022, molto più flessibile.

Ovviamente, le non-modifiche apportate in Manovra dal Governo Meloni riguardo i requisiti di anzianità, calcolati sul numero di figli e per le sole 5 categorie ammesse, tra caregivers, lavoratrici dipendenti di aziende in crisi ecc., non sono piaciute all’opposizione:

 

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