A chi non spetta la pensione di reversibilità: la sentenza

Per poter ricevere la pensione di reversibilità è necessario che ci sia un'unione civile formalizzata. Non è sufficiente essere una coppia di fatto.

Per poter ricevere la pensione di reversibilità è necessario che ci sia un’unione civile formalizzata. Non è sufficiente essere una coppia di fatto. Questa in estrema sintesi è la decisione presa dalla Corte di Cassazione con l’ordinanza n. 8241 del 14 marzo 2022.

Cosa significa questo? Molto semplicemente che le coppie di fatto, che sono formate da persone che convivono ma non sono sposate dal punto di vista giuridico, non potranno usufruire della pensione di reversibilità. Se proprio non hanno intenzione di arrivare al classico matrimonio, con tanto di abito bianco, è sufficiente che siano unite civilmente o che abbiano dichiarato la propria convivenza con la registrazione in Comune o attraverso un contratto di convivenza. Nel caso in cui non si venissero a creare le condizioni che abbiamo appena menzionato, non si creano i presupposti perché spetti la pensione di reversibilità.

Pensione di reversibilità: non basta essere una coppia di fatto

La Corte di Cassazione è intervenuta a gamba tesa sulle pensioni di reversibilità, decidendo che le coppie di fatto non ne potranno usufruire. Ricordiamo che, in questa sede, stiamo parlando di quel trattamento previdenziale che spetta ai familiari superstiti, nel caso in cui il pensionato sia deceduto. La pensione di reversibilità è, a tutti gli effetti, una forma di tutela previdenziale che è strettamente legata ai diritti ed ai doveri di coppia. Ai sensi dell’articolo 2 della Costituzione viene garantita e tutelata, in questo modo, l’uguaglianza all’interno delle formazioni sociali.

Secondo la Corte di Cassazione, però, la sola convivenza non sarebbe sufficiente per far scattare questa particolare misura assistenziale. In estrema sintesi, questo significa che le coppie di fatto non hanno la possibilità di accedere al trattamento previdenziale garantito dalla pensione di reversibilità. Per potervi accedere è necessario che vi sia una formalità, come ad esempio:

Pensione di reversibilità, cosa prevede la legge

I giudici della suprema corte sono intervenuti direttamente sulla pensione di reversibilità attraverso l’ordinanza n. 8241 del 14 marzo 2022. L’organo di giustizia ha provveduto a respingere il ricorso di una donna, che aveva richiesto il trattamento pensionistico dopo che il partner era deceduto. La coppia aveva convissuto per trent’anni: la convivenza era iniziata prima che entrasse in vigore la Legge sulle Unioni Civili del 2016.

La donna lamentava una vera e propria discriminazione: la normativa italiana non prevede la pensione di reversibilità in favore del partner superstite dello stesso sesso, benché ci sia una relazione stabile e duratura come quella tra due coniugi. La situazione, inoltre, era particolare: era stato impossibile formalizzare l’unione prima del 2016. Ancor prima della Cassazione, la Corte d’appello di Bologna aveva a sua volta provveduto a rigettare il ricorso, motivando la decisione con il fatto che mancavano delle evidenze a supporto delle affermazioni della richiedente, che dimostrassero l’equivalenza o la comparabilità della relazione con quelle dei coniugi. Nello stesso ed identico modo, la Cassazione ha rigetto il ricorso, ma soprattutto ha sottolineato la totale e completa assenza di una linea discriminatoria nell’interpretazione dei fatti e della vicenda nello specifico.

Quando non spetta la pensione di reversibilità

In estrema sintesi la pensione di reversibilità non può essere riconosciuta per situazioni nate in precedenza all’entrata in vigore della Legge sulle Unioni Civili del 2016. Questa particolare normativa ha riconosciuto ed istituito le unioni civili tra persone, che abbiano lo stesso sesso. E provvede anche a disciplinare le convivenze di fatto.

Uno dei punti cardini sui quali si è basata la decisione della Cassazione è il cosiddetto principio di irretroattività, che è stato dettato dall’articolo 11 preleggi (Cass., sez. lav., n. 22318 del 2016): viene disposto che le regole introdotte dalla legge valgano solo per il futuro. La coppia di conviventi non ha mai provveduto a contrarre un’unione civile e poco importa – anzi non ha alcuna rilevanza – che lo avrebbe fatto se fosse stato possibile.

Nel caso preso in esame dalla Cassazione, però, la donna non avrebbe chiesto la retroattività della legge del 2016. Ha semplicemente chiesto che la propria situazione fosse messa sullo stesso piano di quello delle coppie eterosessuali: in altre parole ha chiesto che le venisse riconosciuta la pensione di reversibilità, così come avviene per i coniugi superstiti. E non come avviene alle persone che siano dello stesso sesso, unite da una relazione stabile e duratura.

La Cassazione afferma che, proprio in relazione all’articolo 11 preleggi, la legge 76/2016 non è applicabile al caso specifico, in quanto la convivenza, la richiesta di pensione e il decesso del pensionato sono avvenuti prima dell’entrata in vigore della norma che ha esteso il diritto alla reversibilità in favore del partner superstite di una coppia unita civilmente.

Pierpaolo Molinengo
Pierpaolo Molinengo
Giornalista. Ho una laurea in Materie Letterarie, conseguita presso l'Università degli Studi di Torino. Ho iniziato ad occuparmi di Economia fin dal 2002, concentrandomi dapprima sul mercato immobiliare, sul fisco e i mutui, per poi allargare i miei interessi ai mercati emergenti ed ai rapporti Usa-Russia. Scrivo di attualità, fisco, tasse e tributi, diritto, economia e finanza.
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