Pensioni, ecco di quanto aumentano tra 500 – 2500 euro con questo calcolo che pochi conoscono

Come cambia l’importo delle pensioni e per chi? Quando ci saranno gli aumenti per i pensionati? Quanto verranno rivalutate le pensioni nel 2022?

L’INPS attiva la rivalutazione delle pensioni, il che si traduce nella possibilità di ricevere un aumento più o meno sostanzioso a seconda delle circostanze. La normativa che dovrebbe essere chiara per tutti mostra in primis diverse limitazioni.  

Con decorrenza dal 1° gennaio 2023 scatterà sulle pensioni il principio della perequazione nella misura dell’8%. Una condizione che porta a registrare un rilevante incremento della pensione, quindi, una lievitazione dell’importo presente nel cedolino (denaro corrisposto prima del 2023).

Nel decreto Aiuti bis sono contenuti diversi provvedimenti di natura prettamente economica per sostenere lavoratori, famiglie e imprese. Nello stesso modo, non sono stati lasciati soli i pensionati a cui segue una rivalutazione delle pensioni nel periodo compreso da ottobre 2022 fino a gennaio 2023.

La misura è nata come strumento per sostenere il potere di acquisto dei pensionati, maggiormente pressati dall’inflazione sui beni di prima necessità. 

Tuttavia, la carenza delle risorse è apparsa da subito l’elemento predominante per garantire gli aiuti ai pensionati. Sono mancati i finanziamenti sufficienti per garantire il contrasto immediato all’aumento selvaggio di beni e servizi. Il meccanismo attivato di perequazione non è scattato subito al 100%, ma a un tasso leggermente inferiore. 

Con decorrenza dal mese di ottobre 2022 sulle pensioni scatta un aumento proporzionato alla rivalutazione nella misura del 2,2%, in aggiunta al conguaglio nella misura dell’0,2%

Il valore di aumento registrato sulle pensioni dovrebbe attestarsi intorno a 10 euro, importo rilevabile sulle pensioni minime, mentre viene registrato un incremento di 22 euro lordi sul valore delle pensioni che supera circa 1.000 euro.

Oltre tutto, il valore massimo di aumento registrato si attesta intorno a 50 euro lordi applicato sugli assegni pensioni dall’importo da circa 2.500 euro. Insomma, parliamo di aumenti ridotti, quasi impercettibili rapportati all’aumento massiccio dei beni e servizi di prima necessità. 

Non sfugge che dal mese di ottobre le pensioni da circa 2.000 euro ottengono un incremento di circa 50 euro mensili.

Nel mese di novembre viene registrato l’anticipo del conguaglio per tutti comprensivo degli arretrati, il che si quantifica in un aumento del valore compreso tra 10 entro 130 euro. Dati rilevati dall’ufficialità del decreto Aiuti bis pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 115/2022.

Aumento pensioni: un anticipo della rivalutazione non per tutti 

Non tutti i pensionati sanno che la perequazione o il meccanismo che porta a registrare dei lievi aumenti sul cedolino della pensione scatta all’inizio di ogni singolo anno. Si tratta, dell’adeguamento delle pensioni al rispettivo aumento dell’indice del tasso d’inflazione del costo della vita rapportato all’anno precedente. 

Prendendo in esame le attuali condizioni economiche la stima del tasso di adeguamento con decorrenza dal 1° gennaio 2023 dovrebbe attestarsi intorno all’8%. Un tasso di rivalutazione prodotto dall’aumento del 6% più la misura del 2% applicata da ottobre fino al 31 dicembre 2022. 

Sebbene, le aspettative erano diverse, gli aumenti sul cedolino della pensione saranno registrati da tutti i percettori di trattamenti previdenziali e assistenziali, come ad esempio: assegno sociale, pensione d’invalidità e così via.

In questo contesto, rientrano anche tutti coloro che possiedono un reddito maggiore di 35 mila euro annui, quindi, fuori soglia massima. 

Alla fine, una vasta platea di aventi diritto riceverà l’aumento pieno, quindi, non prima di gennaio 2023. Mentre, lo stesso non si può dire per tutti coloro che restano esclusi inspiegabilmente dall’accredito dell’anticipo della perequazione.

La misura nata per sostenere il potere di acquisto dei pensionati, taglia fuori una bella fetta di aventi diritto dall’anticipo della rivalutazione. 

Pensioni, ecco di quanto aumentano 500 – 2500 euro con questo calcolo che pochi conoscono

I veri aumenti vengono registrati nel momento in cui l’INPS applica sul cedolino della pensione la misura piena della perequazione, ovvero il tasso dell’8%.

Solo dal 1° gennaio 2023 i pensionati (forse) notato un reale aumento, rispetto alle cifre impercettibili rilasciate dall’Istituto nell’ultimo trimestre dell’anno 2022 (ottobre, novembre e dicembre). 

I conti sono semplici, prendendo in esame una pensione minima il cui assegno si attesta sul valore di 524,35 euro viene applicato un incremento pari a 41,94 euro.

Un aumento che porta in rialzo il valore dell’assegno sociale che da 468,11 euro passa a 505,00 euro. I percettori della pensione d’invalidità ricevono un aumento del valore di 23,35 euro. 

Coloro che percepiscono una pensione di circa 1.000 euro ricevono un aumento di circa 60 euro, mentre a seguire coloro che ricevono circa 2.000 euro di pensione ottengono un aumento di circa 120 euro. E, ancora, coloro che ricevono una pensione da circa 2.500 euro ricevono un aumento del valore di circa 180 euro. 

Un aumento registrato proporzionalmente al valore della pensione percepita, che non va a sostenere le pensioni basse, nonostante la rivalutazione dovrebbe essere applicata in modo differente per i redditi annui.

Una misura politica soggetta a prelievo fiscale, contro la possibilità di rinnovare per altri mesi per tutti i pensionati una misura esentasse, come appunto il bonus 200 euro. 

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