Reddito di cittadinanza solo per 7 mesi: ancora un emendamento per la misura

Il reddito di cittadinanza solo per 7 mesi è l’ultima ora riguardante la misura ormai nell'occhio del ciclone, con il nuovo Governo Meloni.

Il reddito di cittadinanza solo per 7 mesi è l’ultima ora riguardante la misura ormai nell’occhio del ciclone, da quando il nuovo Governo Meloni è subentrato, due mesi fa all’incirca.

Una delle tante modifiche apportate al sussidio riguarda i tagli alla durata della sua erogazione. Gli ultimi aggiornamenti parlano di un ulteriore abbassamento di tali tempi, in maniera tale da trovare altri fondi per finanziare tutti gli emendamenti della nuova Legge di Bilancio in via di approvazione definitiva.

Le prime novità a tal riguardo vedevano il reddito ridursi da dodici a otto mesi, prevedendo dunque un risparmio di 4 mesi su ogni percettore. Ora questo limite si abbasserebbe ancora di un mese, per un totale massimo di sette mesi di ricarica della carta gialla.

Ecco maggiori dettagli.

Reddito di cittadinanza solo per 7 mesi: le ragioni alla base della scelta

Ribadiamo, a scanso di equivoci, che tutto ciò che viene prospettato in queste ore necessita comunque di un’approvazione definitiva, anche se in realtà mancano solo pochi giorni alla scadenza dei termini (31 dicembre 2022) e non c’è un minuto da perdere.

Le forze politiche sono dunque al lavoro per trovare soluzioni efficaci ma anche veloci da mettere in atto. Ora c’è bisogno di trovare risorse ma anche -e non in secondo piano- di arginare le innumerevoli truffe portate avanti da falsi percettori di reddito di cittadinanza, i veri responsabili di questi tagli ai veri bisognosi, che li dovranno però subire inevitabilmente.

L’ipotesi quindi è innanzitutto quella di abbassare la soglia massima di erogazione mensile del reddito a un massimo di 7 mensilità, anche non in maniera continuativa.

Tale ultima proposta proviene dal leader di Noi Moderati, Maurizio Lupi e la premier Meloni ha accettato di valutarla. Il taglio di “un solo mese” a tutti i beneficiari del sussidio statale permetterebbe nel 2023 di recuperare subito 200 milioni di euro, di certo una cifra non da poco, da poter utilizzare per altre finalità.

Ad esempio, servono soldi per aumentare la pensione minima over 75 e per Opzione Donna.

Chi non prende il reddito di cittadinanza solo per 7 mesi nel 2023 (ma continua con 12)

Ricapitoliamo brevemente quali sono le ultime modifiche apportate al reddito di cittadinanza, da parte della nuova Legge di Bilancio 2023.

Quel che è certo, e già approvato, è che il numero di ricariche della carta passa da 12 a un massimo di 8, nel 2023.

Ora, un nuovo emendamento (quello per l’appunto presentato dal leader di Noi Moderati) vuole abbassare la soglia a sette mesi. Se questa modifica viene approvata, allora così sarà nel 2023: i percettori di reddito riceveranno solo sette ricariche tra i mesi di gennaio e dicembre 2023.

Se invece la modifica non viene votata, allora riceveranno otto ricariche e non più dodici, come previsto in precedenza.

Quindi queste sono le condizioni per chi deve chiedere il reddito o deve fare domanda per il rinnovo: se hanno i requisiti in regola, riceveranno al massimo 7-8 ricariche nel corso dell’anno.

E questa è la regola generale che vale per tutti, occupabili e non occupabili (ad esempio lo studente che non lavora).

Ma non così per tutti, ci sono infatti delle eccezioni di cui tenere conto.

Ci sono infatti delle famiglie che possono stare tranquille per tutto il 2023, perché continueranno a percepire 12 mensilità di reddito di cittadinanza.

Questi sono i nuclei familiari in cui è presente:

  • un minorenne

  • oppure un disabile

  • o un anziano over 60.

Reddito di cittadinanza solo per 7 mesi o per 12. C’è chi invece lo perde del tutto

La sforbiciata operata dal Governo non riguarda però soltanto la durata di erogazione del reddito. Infatti, c’è chi lo perderà in via definitiva, se non si adegua alla nuova normativa che riguarda gli “occupabili” di età compresa tra i 18 e i 59 anni.

Infatti, se in possesso dei requisiti per lavorare, il Governo ha intenzione di tagliare il sussidio a tutti coloro che non seguiranno i corsi di formazione e riqualificazione che verranno resi obbligatori, per poter facilitare il reinserimento nel mondo del lavoro, del percettore del reddito.

Inoltre, chi non ha finito l’obbligo scolastico sarà chiamato a terminare gli studi, altrimenti perde il reddito di cittadinanza.

Il primo provvedimento è già ufficiale, quindi sarà necessario impegnarsi in corsi e lezioni della durata di almeno sei mesi, nel corso dell’anno.

Per quanto riguarda invece il ritorno a scuola di chi non ha raggiunto l’obbligo scolastico, bisogna attendere ancora il sì definitivo.

A onor del vero va specificato che la premier voleva cancellare fin da subito il reddito di cittadinanza ma ha deciso una proroga ancora per il 2023, seppure alla luce di tutti questi cambiamenti, per permettere a chi non lavora di adeguarsi al nuovo sistema.

Perdono il reddito di cittadinanza coloro che:

  • vivono da soli e sono uomini (le donne di solito mantengono i figli a carico)

  • risiedono nel Sud Italia (dove i tagli saranno maggiori) sono cittadini stranieri

  • i working poors ovvero lavoratori poveri perché hanno un impiego ma con reddito basso.

Per quest’ultima categoria, il Governo prevede altri tipi di incentivi di sostegno alla povertà e all’inclusione attiva. Si tratta di nuovi strumenti a disposizioni che verranno finanziati proprio con i tagli da apportare al reddito di cittadinanza.

Natalia Piemontese
Natalia Piemontese
Consulente lavoro online e professioni digitali, classe 1977. Sono Natalia, Piemontese di cognome, pugliese di nascita e calabrese d'adozione. Laureata in Scienze Politiche presso l'Università degli Studi di Bari, ho conseguito un Master in Selezione e Gestione delle risorse umane. Mamma bis, scrivo sul web dal 2008. Sono specializzata in tematiche del lavoro, business nel digitale e finanza personale. Responsabile del blog #mammachebrand, ho scritto un e-book "Mamme Online, come gestire casa, lavoro e figli".
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