Dopo il confronto tra Governo e sindacati sulla possibile introduzione di un nuovo decreto emergenziale per le gestione dello smart working e della cassa integrazione, si va verso l’adozione di provvedimenti urgenti per combattere il caldo torrido.
Sono allo studio lo smart working aziendale e la cig ordinaria con temperature al di sopra dei 35 gradi: ecco le prime anticipazioni sul decreto d’emergenza.
Il Governo valuta un decreto su smart working e cig d’emergernza
Il caldo torrido e le alte temperature non danno tregua all’Italia: nonostante il nord Italia sia stato colpiti da forti temporali e violente grandinate, il Sud Italia continua a registrare valori record. E contro le alte temperature i sindacati invocano un intervento urgente del Governo.
In particolare, pare che l’esecutivo stia optando per l’introduzione dello smart working e della cassa integrazione di emergenza a causa delle elevate temperature.
Bisogna trovare una soluzione al caldo non solo per i lavoratori che svolgono la propria attività all’aperto, ma anche per chi lavora nei magazzini dove non è previsto l’utilizzo di impianti di raffreddamento o climatizzazione.
Della stessa idea dei sindacati è anche la Ministra del Lavoro Marina Calderone, che avrebbe confermato l’intenzione di approvare un decreto
che protegga i lavoratori dalle temperature elevate e vieti l’attività di quei lavori particolarmente esposti oltre i 33 gradi.
Smart working per combattere il caldo, ecco come funziona
Come potrebbe funzionare lo smart working di emergenza contro il caldo?
Le prime anticipazioni sono state fornite da Carlo Bonomi, il presidente di Confindustria a Skytg24, presente al tavolo di confronto con il Governo tenutosi il 20 luglio scorso:
Stiamo parlando anche di qualcosa di particolare sullo smart working e quindi allargare di nuovo la possibilità di ricorrere a questa tipologia di lavoro in modo da consentire ai lavoratori di non spostarsi a rimanere presso le proprie abitazioni.
In particolare, potrebbero essere trovati accordi a livello aziendale, garantiti da un apposito decreto ministeriale, che consentano di adottare modalità di lavoro agile qualora le temperature risultino troppo elevate per rimanere in ufficio.
Cassa integrazione oltre i 35 gradi, ecco quando richiederla
Un altro strumento assolutamente da sfruttare nel caso di registrazione di temperature troppo elevate per il corpo umano, è la cassa integrazione ordinaria da richiedere con temperature superiori ai 35 gradi.
Come ha spiegato l’INPS in un messaggio, la cassa integrazione di emergenza si può richiedere qualora vi siano delle temperature particolarmente elevate – appunto oltre i 35 gradi – tali da compromettere le capacità lavorative degl individui.
Non solo, INPS specifica che la cig d’emergenza si può richiedere anche temperature inferiori a 35° centigradi, qualora la valutazione della temperatura cosiddetta “percepita” sia più elevata di quella reale.
Infine, l’accoglimento della domanda può avvenire anche al di fuori della valutazione delle temperature, “se le relative attività sono svolte in luoghi non proteggibili dal sole o se comportino l’utilizzo di materiali ovvero in presenza di lavorazioni che non sopportano il forte calore“, specifica INPS.
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