L’Unione Europa (UE) ha dato il primo via libera alle cosiddette case green. Nella direttiva sono spiegati tutti i dettagli della decisione comunitaria. Andiamo a vedere quindi di che si tratta, cosa cambia nelle nostre abitazioni e se sono previste sanzioni.
Un direttiva dell’UE da il primo via libera alle case green: cosa sono, cosa cambia, eccezioni e lavori necessari
Le case green non sono nient’altro che case con una migliore efficienza energetica, necessaria a dare una svolta ecologica ed economica alle nostre abitazioni. Nella direttiva si legge che l’UE si è posta come obiettivo il raggiungimento della classe energetica “E” entro il 2030 e della classe energetica “D” entro il 2030.
Stiamo parlando dunque di due obiettivi a lungo termine che si aggiungono alla volontà, entro il 2050, di raggiungere l’obiettivo delle zero emissioni. Il testo della direttiva è stato proposto dalla Commissione Industria del Parlamento Europeo ed è stato approvato con 49 si, 18 no e 6 astenuti.
Molti temono di dover iniziare a mettere dei soldi da parte per apportare modifiche strutturali necessarie al miglioramento energetico. Quasi sicuramente, a meno che non ci sia la volontà del singolo, i lavori non dovrebbero essere a spese dei cittadini. Quasi sicuramente l’UE destinerà delle risorse per realizzare una casa green. Potrebbero arrivare anche aiuti di Stato come è avvenuto già per il bonus 110% e gli Ecobonus.
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Sono esenti dalla direttiva i seguenti edifici:
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edifici vincolati e protetti;
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edifici storici;
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case vacanza;
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chiese e abitazioni indipendenti con superficie inferiore ai 50 metri quadri.
I lavori necessari per raggiungere una migliore classe energetica sono, come già accennato, strutturali. Si parla infatti di sostituzione di infissi e serramenti, caldaie, ma anche la possibile installazione di pannelli fotovoltaici.
Cosa dice la direttiva in materia di sanzioni
La paura più grande dei cittadini è la possibilità di andare incontro a sanzioni. In questo caso, fortunatamente, non ci saranno sanzioni dirette dato che non c’è alcun obbligo comunitario. È opportuno ricordare che le direttive non sono vincolanti.
Spetterà ai singoli Stati dell’UE, che adotteranno tale direttiva, decidere se multare o meno i cittadini che non provvederanno al miglioramento della classe energetica.
Inoltre, va anche aggiunto che chi è proprietario di un’immobile di classe energetica inferiore alla “E” e alla “D” potrà sempre e comunque affittarlo o venderlo a meno che il singolo Stato non decida altrimenti.
Il commento del ministro Pichetto Fratin
Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica dell’Italia Gilberto Pichetto Fratin ha commentato positivamente questa direttiva anche se ci ha tenuto a precisare che la norma è stata modificata per trovare l’accordo. Secondo il ministro non ci saranno multe o azioni coercitive nei confronti dei cittadini italiani ed europei, ma solo alcuni controlli necessari.
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