Al termine del Consiglio dei Ministri che si è tenuto a Cutro nella giornata di oggi, 9 marzo 2023, il governo ha approvato la prima bozza per il nuovo decreto migranti. Le misure più severe sono quelle contro gli scafisti. Ecco i punti principali del decreto. A sorpresa ci saranno anche ingressi semplificati.
La bozza del nuovo decreto migranti va contro gli scafisti
L’esecutivo cambia strada e decide di utilizzare il pugno duro contro gli scafisti, obiettivi da colpire nel nuovo decreto migranti. Allo stesso tempo è stato deciso di semplificare gli ingressi in Italia e rafforzare la procedura di espulsione.
La prima decisione contro gli scafisti è quella di punirli con il reato di strage come ha pensato Francesco Paolo Sisto, viceministro della Giustizia. Di concreto, però, nella bozza è scritto che chiunque sia responsabile del trasporto di migranti in maniera irregolare, per la precisione:
“Con modalità tali da esporre le persone a pericolo per la loro vita o per la loro incolumità“,
sarà punito con una pena che va dai 20 ai 30 anni di reclusione qualora dovesse sopraggiungere la morte delle persone trasportate come “conseguenza non voluta”.
Come riporta SkyTg24, si legge sempre nel testo del decreto:
“Se dal fatto deriva la morte di una sola persona, si applica la pena della reclusione da quindici a ventiquattro anni. Se derivano lesioni gravi o gravissime a una o più persone, si applica la pena della reclusione da dieci a venti anni“.
Gli altri punti fondamentali del decreto
Il governo sta inoltre pensando di migliorare le procedure di espulsione in accordo con i Paesi d’origine dei migranti; questi ultimi però devono essere Nazioni sicure per i migranti. Il rimpatrio non avverrà qualora ci dovesse essere il rischio di tortura o di condanna a morte per il migrante da espellere.
L’esecutivo, con il decreto flussi, vuole promuovere anche i flussi regolari.
Nella bozza del decreto è scritto che l’accesso in Italia è garantito a tutti quei migranti che abbiano una formazione professionale e civico-linguistica basata e possano soddisfare le necessità manifestate dal ministero del Lavoro. Stiamo parlando dunque dei cosiddetti migranti economici, che entreranno in Italia per lavorare.
A tal proposito, per garantire un impiego ai migranti, il ministero del Lavoro può stipulare degli accordi con aziende sia pubbliche che private finalizzate all’assunzione dei migranti.
Queste quote di migranti economici avranno priorità di accesso in Italia. Al momento si attendono oltre 80.000 ingressi per lavoro. Questi potrebbero aumentare a seconda delle esigenze nazionali.
Tra gli altri punti fondamenti del decreto migranti figurano l’attivazione di corridoi umanitari e lo snellimento burocratico per semplificare gli ingressi nel nostro Paese.
Sulla gestione dei centri, invece, qualora dovessero esserci gravi inadempienze, il prefetto avrà il compito di nominare dei commissari straordinari che si occuperanno della gestione momentanea del centro interessato.
Successivamente dovranno essere avviate delle nuove gare d’appalto per la gestione dei centri.
Questa procedura è necessaria affinché si garantisca la continuità dei servizi indifferibili per la tutela dei diritti fondamentali.