Elezioni Politiche 2022, centrodestra col nodo premier. Pd-M5S mai così distanti. Il punto

Elezioni Politiche 2022, il centrodestra si presenta favorito ma c'è il nodo premier. Pd-M5S mai così distanti. Conte attacca anche sulle Primarie in Sicilia.

Mancano esattamente due mesi e un giorno alle Elezioni Politiche anticipate di domenica 25 settembre dopo che è terminata l’esperienza di Governo di Mario Draghi che continuerà solo per il disbrigo degli affari correnti e per i dossier più delicati legati a pandemia e PNRR fino all’insediamento del nuovo esecutivo.

Due mesi che sembrano lunghi ma in realtà politicamente sono un tempo molto breve visto che i simboli devono già essere presentati tra il 12 e il 14 agosto e entro il 22 agosto devono essere presentate le liste elettorali di ogni partito. Un mese, meno di un mese, per espletare tutte queste pratiche.

Con tanti partiti che sono stati spiazzati da questa accelerazione visto che da più parti si riteneva che il Governo Draghi arrivasse comunque a primavera con maggiore tempo per organizzarsi. Invece no.

Ora bisogna correre. Intanto  Giuseppe Conte leader del Movimento 5 Stelle torna ad attaccare di nuovo in serata il Pd sulle elezioni primarie della coalizione progressista per la Regione Sicilia vinte dalla dem Caterina Chinnici. Analizziamo la situazione.

Elezioni Politiche 2022: il centrodestra è la coalizione che sta meglio, punto critico la premiership

Il centrodestra è sicuramente è la coalizione che gode di migliore salute, un perimetro, un’idea di coalizione è già presente. Nucleo portante i tre partiti principali Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia.

Non che in questi mesi sia andato tutto rose e fiori soprattutto tra Fratelli d’Italia e gli altri partiti del cosiddetto centrodestra di governo. Ci sono state anche forti incomprensioni tra Giorgia Meloni e i leader di Lega e Forza Italia, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi. Ma ora di fronte ad una probabilissima vittoria elettorale le divergenze dovrebbero essere messe da parte.

Ci sono solamente due incognite: la prima è legata alla tenuta di Forza Italia. Non si arresta l’uscita di esponenti dal partito. Dopo le dipartite di Mariastella Gelmini e di Renato Brunetta oltre che alla riflessione di Mara Carfagna, anche altri esponenti di Forza Italia sembrano essere sul punto di lasciare. Silvio Berlusconi minimizza e anzi è già lanciato in campagna elettorale ma occorrerà vedere quanto il partito più moderato e di centro riuscirà presso l’elettorato a tenere dopo la rottura traumatica col Governo Draghi.

Il secondo nodo della coalizione di centrodestra è legato alla premiership. Non è un mistero che tutti i sondaggi diano Fratelli d’Italia nettamente davanti a Lega e Forza Italia.

Per il principio della coalizione che il primo partito esprime il candidato premier, in caso di successo elettorale del centrodestra e di maggioranza in entrambi i rami del parlamento, spetterebbe a Giorgia Meloni ricevere l’incarico dal Capo dello Stato Sergio Mattarella di formare il nuovo Governo. Accetteranno questa leadership di Governo del partito più a destra dei tre, Lega e Forza Italia?

Soprattutto Forza Italia per parola di Silvio Berlusconi glissa al momento sulla leadership ipotizzando anche che sia data dopo le elezioni la parola a tutti gli eletti del centrodestra per votare e indicare chi sarà il premier. Un modo per dire a Giorgia Meloni che i giochi non sono ancora fatti. Ovviamente Fratelli d’Italia non ci sente da questo punto di vista. E Meloni punta ad essere la prima premier donna del nostro paese. E nel caso non fosse lei in prima persona si vocifera che Fratelli d’Italia potrebbe indicare un’altra figura storica di riferimento del partito come potrebbe essere Guido Crosetto.

I nomi alternativi più gettonati per la premiership sono quelli di Matteo Salvini per la Lega e di Antonio Tajani per Forza Italia, il quale avrebbe anche una spinta importante in ambito Partito Popolare Europeo.

Tajani stesso a domanda specifica ha detto:

Vedremo, io sono a disposizione.

Mentre Matteo Salvini in un comizio in serata a Domodossola ha dichiarato:

Io vi dico che il 25 settembre vince il centrodestra e la Lega sarà il primo partito.

Sfida per la premiership del centrodestra sempre aperta.

Elezioni Politiche 2022: l’enorme problema del Partito Democratico alla ricerca di alleanze

Se questi sono i problemi del centrodestra, il centrosinistra e in particolare il Partito Democratico si trovano in una situazione decisamente peggiore. Intanto a differenza del centrodestra che comunque un perimetro della coalizione ce l’ha, il problema è ancora più a monte.

Quale è il perimetro? Enrico Letta sperava di avere tempo fino a primavera per potere costruire una coalizione, quel famoso ”campo largo”.

La decisione di Giuseppe Conte e del Movimento 5 Stelle di non votare la fiducia al Governo Draghi complica enormemente i piani del segretario Dem. A questo punto non sembra al momento presentabile davanti agli elettori un’alleanza tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle come era nei piani. Anche perchè i partiti sono in lite perenne. I due partiti da anni non erano così distanti. E ci torneremo nell’articolo.

Per quel che riguarda i partiti di centro è anche difficile ipotizzare alleanze in una situazione in cui ci sono molte formazioni politiche e diverse leadeship ma tutte con progettazioni molto diverse tranne quella di richiamarsi ad ”un’area Draghi”. 

Imbarcare Italia Viva potrebbe essere un problema per il Pd perchè si riterrebbe la figura di Matteo Renzi fortemente divisiva. A Letta non dispiacerebbe avviare un discorso con Carlo Calenda e Azione ma non è nelle intenzioni dell’ex ministro entrare in una sorta di coalizione di centrosinistra.

A lui come ad altri esponenti di centro piacerebbe una non vittoria del centrodestra con il loro ruolo che diventerebbe determinante a Parlamento eletto. Con il sogno nel cassetto anche rivelato in particolare da Calenda di vedere di nuovo chiamato Mario Draghi.

Detto questo a Letta rimangono molte opzioni data come probabile l’entrata nelle liste del Pd di esponenti di Articolo Uno e di esponenti del cantiere politico di Luigi Di Maio e del sindaco di Milano Giuseppe Sala.

Difficile trovare un’intesa anche con Sinistra Italiana e Verdi se le idee che il Pd intende portare avanti sono quelle dell’Agenda Draghi visto che quei due partiti decisamente non condividono questa impostazione. 

In questo quadro con i numeri dei sondaggi impietosi, paradossalmente, estremizzando, perso per perso, al Pd converrebbe quasi presentarsi da solo alle elezioni con la propria bandiera. In solitaria in questa maniera potrebbe massimizzare il consenso e chissà forse anche avere la minima soddisfazione di vincere la gara del primo partito con Giorgia Meloni.

E la stessa scelta solitaria potrebbe convenire anche al Movimento 5 Stelle: perso per perso si potrebbe fare una battaglia di bandiera sulle proprie posizioni e senza alleanze scomode massimizzando anche in questo caso i consensi.

I numeri dei sondaggi d’altra parte non lasciano troppe possibilità: nemmeno una ipotetica coalizione da Toti e Calenda fino all’estrema sinistra che avrebbe pure poca credibilità presso gli elettori, dovrebbe essere sufficiente per battere il centrodestra a meno di improbabili stravolgimenti.

Elezioni Politiche 2022: le primarie del centrosinistra in Sicilia riaprono lo scontro Pd-M5S

Intanto in Sicilia si sono svolte sabato 23 luglio le primarie del centrosinistra per le Elezioni Regionali che si tengono in autunno. Ha vinto  la candidata del Pd Caterina Chinnici con 13.500 voti. Barbara Floridia del Movimento 5 Stelle è arrivata seconda, terzo Claudio Fava.

E nel clima infuocato di questi giorni tra Pd e Movimento subito è arrivato il post social di Giuseppe Conte:

”Grazie Barbara: hai ottenuto un grande risultato nelle primarie in Sicilia, nonostante il Covid che ti ha trattenuto a casa, nonostante tutti gli attacchi che stiamo subendo. Grazie a tutto il MoVimento 5 Stelle Sicilia per queste settimane di dedizione e partecipazione. Uno sforzo che ora merita subito chiarezza, perché in queste settimane sono cambiate molte cose rispetto a quando è partito questo percorso. Prima di percorrere ancora la strada di un’alleanza progressista in Sicilia il Pd dovrà fare chiarezza sui suoi obiettivi e dire se l’agenda sociale e ambientale del M5S è la loro stessa direzione o se ormai i percorsi e i compagni di strada sono altri, in linea con gli insulti e le dichiarazioni di questi giorni. Per noi quello che succede a Roma succede a Palermo”. 

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