Italia ed energia nucleare: l’ok della Camera alla mozione per farlo tornare

La Camera ha approvato una duplice mozione che impegna il governo a valutare di inserire l'energia nucleare nel mix energetico dell'Italia.

Si è compiuto un primo passo in Italia sull’energia nucleare.

Era il 1987 quando i cittadini italiani furono chiamati a votare un referendum che ha portato al declino del nucleare nel nostro Paese. Le premesse, certo, non erano delle migliori: a incidere sul voto (che, comunque, non prevedeva quesiti che avevano direttamente come oggetto l’abbandono del nucleare) fu senza dubbio il disastro di Chernobyl appena un anno prima.

I cittadini furono, poi, chiamati a votare una seconda volta in tempi più recenti (2011) e il 94% si confermò contrario a un ritorno del nucleare in Italia. Anche allora, comunque, il maremoto di Fukushima e la conseguente distruzione della centrale nucleare incise sull’opinione pubblica.  

Dopo due referendum, il nucleare torna sotto i riflettori.

E il primo passo verso l’atomo nel nostro Paese prende la forma della duplice mozione che riguarda il nucleare, proposte da Azione e Forza Italia, che impegnano il governo a valutare l’opportunità di inserire il nucleare nel mix energetico nazionale.

L’energia nucleare tornerà presto in Italia? Non proprio, ma l’approvazione della Camera testimonia un cambiamento del clima politico attorno a questa tematica e avvicina il nostro Paese verso l’alleanza per l’energia nucleare che, ad oggi, conta 12 paesi europei.

Non solo, perché la richiesta all’esecutivo di impegnarsi in una campagna informativa rileva un interesse verso la corretta informazione dei cittadini, basata sui dati e sulle evidenze scientifiche.

In Italia si torna a parlare di energia nucleare: cosa dice la mozione approvata alla Camera

Non affrettiamo i tempi, perché l’ok della Camera non basta, di per sé, a parlare di un vero e proprio ritorno del nucleare in Italia. Ma di cosa si tratta, allora?

Nello specifico, la mozione impegna il governo:

al fine di accelerare il processo di decarbonizzazione dell’Italia, a valutare l’opportunità di inserire nel mix energetico nazionale anche il nucleare quale fonte alternativa e pulita per la produzione di energia.

In particolare, la mozione fa riferimento a reattori a fissione della migliore tecnologia disponibile, ovvero la terza generazione evoluta e successivamente ogni ulteriore sviluppo, dai reattori di piccola taglia modulari a quelli di quarta generazione.

Si fa anche riferimento all’impegno di intensificare la ricerca sui reattori SMR e sui reattori micromodulari (benché questi ultimi si rivelerebbero del tutto inutili in Italia, in quanto pensati per comunità molto piccole e isolate, e non certo per un Paese come il nostro).

Non solo, perché si chiede all’esecutivo di adottare iniziative per la localizzazione e realizzazione del deposito nazionale per i rifiuti radioattivi.

Si richiede, inoltre, l’impegno in una campagna di informazione pubblica in merito alle diverse fonti e tecnologie energetiche che sia, però, basata sulle evidenze scientifiche, al fine di evitare opposizioni preconcette.

Infine, si incita verso l’ingresso dell’Italia nella cosiddetta Alleanza per il nucleare che conta oggi 12 paesi europei (Francia, Olanda, Svezia, Finlandia, Polonia, Cechia, Slovacchia, Slovenia, Croazia, Romania, Estonia, Ungheria).

Ritorno del nucleare in Italia, Bonelli: “è un fatto molto grave”

La notizia è stata accolta positivamente dal Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica dell’Italia, Gilberto Pichetto Fratin che considera il nucleare di quarta generazione sicuro e pulito.

La volontà, infatti, è quella di valutare con la massima attenzione come inserirlo nel mix energetico nei prossimi decenni, perseguendo gli obiettivi europei sulla decarbonizzazione e della neutralità climatica entro il 2050.

Al contrario, questo primo passo verso un possibile ritorno del nucleare in Italia non ha sortito una buona reazione da parte di altri esponenti politici. È il caso, per esempio, del co-portavoce di Europa Verde, Angelo Bonelli, il quale ha commentato così:

Oggi, Azione e Italia viva hanno fatto una cosa che è un fatto anche storico; hanno consentito di dare un atto di indirizzo parlamentare alla presidente del Consiglio per riportare il nucleare in Italia, dopo ben due referendum. Questo è anche un modo per non far capire ai cittadini quello che è successo. […] Ci rifilano il nucleare grazie anche all’appoggio del terzo polo, è un fatto molto molto grave.

Il nucleare torna in Italia con la mozione approvata alla Camera?

Che si sia favorevoli o contrari all’energia nucleare, è chiaro che la richiesta al governo di valutare l’inserimento del nucleare nel mix energetico nazionale faccia sorgere una domanda ben precisa: l’energia nucleare tornerà in Italia?

Da questo punto di vista, la risposta è più complessa di quanto si pensi. Prima di tutto, perché i lunghi tempi degli iter burocratici nel nostro Paese andrebbero a dilatare ancor più il tempo di costruzione di una centrale nucleare (che, già di per sé, richiede circa 6-7 anni). Per cui, seppur di ritorno si vuole parlare, non sarà di certo un ritorno nel brevissimo tempo.

In secondo luogo, c’è il discorso politico. L’Italia non è un Paese “stabile” da questo punto di vista, con cambiamenti di governo continui.

Ci sono, poi, da valutare i costi che il nostro Paese dovrebbe sostenere per lo stoccaggio dei rifiuti radioattivi e, appunto, la mancanza di un deposito nazionale.

In ogni caso, il fatto che in Parlamento si sia tornato a discutere del nucleare rappresenta un passo in avanti verso questa forma di energia. Tuttavia, per il momento si parla, più che altro, di impegnarsi per una valutazione futura.

 Leggi anche: Nucleare in Italia invece di energia eolica e solare: ecco i vantaggi

 

Federica Antignano
Federica Antignano
Aspirante copywriter, classe 1993. Curiosa di SEO, trascorro la maggior parte del mio tempo a scrivere, in ogni sua declinazione. Mi sono diplomata in lingue presso il liceo statale Pasquale Villari di Napoli. Ho inizialmente lavorato in una start up, cominciando a scrivere per vendere e ora continuo ad affinare le mie capacità attraverso corsi e tanti tanti libri sulla pubblicità e sul digital marketing. Con il tempo ho scoperto anche l'interesse verso lo scrivere per informare e questo è il motivo per cui oggi sono felice di far parte del team di redattori di Trend-online.
Seguici
161,688FansLike
5,188FollowersFollow
797FollowersFollow
10,800FollowersFollow

Mailing list

Registrati alla nostra newsletter

Leggi anche
News Correlate