I “punti critici” della prossima Legge di Bilancio, il governo troverà i fondi necessari?

Legge di bilancio, risorse limitate: quali bonus sono a rischio? I punti critici che il governo Meloni deve affrontare nella prossima manovra

Legge di bilancio, mancano all’appello le risorse per quella che sarà realmente la prima manovra completamente decisa dal governo Meloni, seppur nella particolare congiuntura di politica internazionale.

La presidente del Consiglio traccia una cornice entro la quale dovranno muoversi i ministri ma la coperta è corta: dove trovare i soldi per rendere strutturale il taglio del cuneo fiscale per famiglie e imprese? Ci saranno dei tagli? Quali bonus potrebbero subire dei ritocchi? Facciamo il punto della situazione.

Legge di bilancio, risorse limitate per il governo

Il prossimo 4 settembre, i partiti della maggioranza si riuniranno presso Palazzo Chigi per esaminare la pianificazione della prossima legge di bilancio, uno dei temi cruciali che il governo dovrà affrontare nell’autunno in corso. Si tratta del resto della prima manovra completamente ‘a marchio Meloni’, considerato che quella dello scorso anno è stata assorbita per due terzi dal caro-energia.

Una manovra che vuole essere politica

Un banco di prova disseminato di insidie, considerata la particolare congiuntura di politica internazionale ed economica globale. L’intenzione del governo è quella di intervenire nel taglio del cuneo contributivo per i dipendenti (circa 100 euro in più in busta paga) con interventi a favore dei ceti medio bassi che hanno maggiormente risentito il peso dell’inflazione.

Ma le risorse per il governo sono limitate e Giorgia Meloni lo ha anche ribadito ai suoi ministri nell’ultimo Consiglio dei Ministri. Rilanciando l’invito rivolto ai colleghi dal Ministro dell’economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti, a verificare nel dettaglio le risorse attualmente spese, i capitoli di spesa, le misure attualmente finanziate, e valutare eventuali nuove destinazioni delle stesse. Chiedendo di non fare una a semplice spending review o un elenco di voci da tagliare, ma di far tornare il più possibile ‘la politica’ e non limitarsi ad amministrare il presente.

Il possibile taglio di alcuni bonus

Per ora quella tracciata da Meloni e Giorgetti è solo una via, ma saranno le modalità a fare le differenze. Perché una manovra che intenda essere politica, come ha sottolineato la premier, deve necessariamente operare scelte con un chiaro segno di discontinuità con il governo precedente.

E se gli ultimi governi sono stati caratterizzati dalla politica dei bonus, quella potrebbe essere una delle strade seguite dal governo per attingere risorse. Del resto, qualcosa la presidente del Consiglio ha lasciato intendere in tal senso:

“Se ci sono misure che non condividiamo politicamente, quelle misure non vanno più finanziate e le risorse recuperate utilizzate per gli interventi che sono nel nostro programma. E per costruire una manovra incentrata sulle famiglie, sulla lotta alla denatalità e sui sostegni alle fasce deboli. È un lavoro complesso ma dobbiamo avere il coraggio di farlo perché è da qui che parte la svolta”. In merito alla prossima legge di bilancio, il Presidente ha anche ricordato che “Il nostro obiettivo è confermare il taglio del cuneo fiscale, che rappresenta un provvedimento concreto che arriva ogni mese nella busta paga dei lavoratori” ha affermato nell’ultimo Consiglio dei Ministri.

La premier ha poi rivolto un’attenzione particolare a tutte le difficoltà incontrate dal Superbonus voluto dal governo Conte che ha prodotto, dice citando i dati dell’Agenzia delle Entrate, “più di 12 miliardi di irregolarità“.

La riduzione del cuneo contributivo

A settembre, con la nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza (Def), si avrà una maggiore chiarezza sull’entità dei fondi disponibili. Una somma di circa 9-10 miliardi di euro sarà destinata esclusivamente per confermare la riduzione del cuneo contributivo. Inoltre, si prevede che ulteriori 5-6 miliardi di euro saranno destinati alle spese indifferibili.

Le insidie di un possibile taglio ‘orizzontale’

Improbabile pensare a ricorrere a nuovo deficit, quindi ‘la sforbiciata’ potrebbe toccare evidentemente qualche bonus voluto dai precedenti governi. Magari su quel 30% che, secondo l’ultimo dossier del Senato, ha effetti “non quantificabili o trascurabili”. La via potrebbe essere quella di un taglio ‘orizzontale’ ossia non togliere uno o più sconti, ma abbassarli tutti ai redditi più alti. Ma, come sintetizza bene Repubblica “Oggi il décalage inizia dai centoventimila e finisce ai duecentoquarantamila euro lordi. Potrebbe iniziare prima, ad esempio dai sessantamila. Rischioso, perché lì c’è parte di quel ceto medio che guarda con attenzione al governo di destra”.

Vera Monti
Vera Monti
Giornalista pubblicista e precedentemente vice- presidente di un circolo culturale, scrivo di arte e politica - le mie grandi passioni - su varie testate online cercando sempre di trattare ogni argomento in tutte le sue sfaccettature. Ho intervistato vari personaggi della scena artistica nazionale e per Trend online mi occupo principalmente di politica ed economia
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