Ultime ore del Titan, cosa è successo: parla Christine Dawood che ha perso marito e figlio

Intervista a Christine Dawood che ha perso marito e figlio nell'implosione del sommergibile Titan. Il suo racconto delle ultime ore pre immersione.

Gli ultimi giorni e le ultime ore del sommergibile Titan prima dell’immersione sono state ricostruite dal “New York Times” che ha intervistato Christine Dawood, che nella spedizione al relitto del Titanic all’interno del sommergibile Titan ha perso il marito Shahzada Dawood e il figlio Suleman Dawood. Ecco alcuni retroscena sulla spedizione nel suo intenso racconto.

Le parole di Christine Dawood, moglie di Shahzada e mamma di Suleman morti a bordo del Titan

Tante sono state le ipotesi fatte in quei giorni ma poi si è realizzata nella realtà quella più tragica.

Christine Dawood, moglie dell’imprenditore britannico-pakistano Shahzada Dawood e madre del diciannovenne Suleman, due delle cinque persone morte nel Titan, ha raccontato la sua esperienza al New York Times.

E ha ricordato i giorni e le ore di preparazione prima del via alla missione. Dawood è rimasta insieme a loro fino alla partenza nelle prime ore del mattino di quel tragico giorno. Nella famiglia c’è anche un’altra figlia, Alina che ha 17 anni.

Come riporta ilpost.it, la famiglia aveva iniziato a interessarsi alla storia del Titanic ”dopo aver visto una mostra allestita a Singapore nel 2012, in occasione del centesimo anniversario del naufragio”.

Poi fu proprio Christine a vedere una pubblicità dei viaggi per turisti di OceanGate. Racconta che avrebbe dovuto andare lei con il marito perché i due figli erano ancora minorenni entrambi. Poi però la pandemia aveva rinviato tutto e allora ”Suleman diventato maggiorenne aveva deciso lui di accompagnare il padre”.

Il racconto di Dawood: ”Eravamo preoccupati che venisse cancellato l’aereo per Saint John’s, col senno di poi…..”

Il New York Times scrive che la famiglia ”non aveva idea di come funzionasse il Titan da un punto di vista ingegneristico: voglio dire, quando ti siedi su un aeroplano non sai come funziona il motore”.

E il racconto ha anche un aspetto che mette i brividi. La famiglia era arrivata in aereo a Toronto il 14 giugno. L’aereo che avrebbero dovuto prendere per Saint John’s, la città da cui sarebbe partita la spedizione del Titan, fu cancellato e quello che avrebbero dovuto prendere al suo posto il giorno dopo era in ritardo”.

Dawood ha raccontato al New York Times che erano

preoccupati che venisse cancellato anche quello, e che col senno di poi ovviamente avrebbe preferito accadesse.

Una volta arrivata a destinazione la famiglia Dawood è salita a bordo dell’ex nave rompighiaccio della Guardia Costiera canadese utilizzata come base da OceanGate. I coniugi Dawood avevano una piccola cabina con un letto a castello e i figli una cabina ciascuno. Nel corso delle giornate si facevano riunioni di un’ora alle 7 del mattino e alle 7 di sera.

Durante queste riunioni erano previsti dei momenti per permettere a chiunque volesse di esprimere dubbi e preoccupazioni.

La giornata dell’immersione: “Sembrava un’operazione ben oliata”

Dawood ha raccontato al New York Times che la mattina del 18 giugno, quando alle 5 del mattino l’equipaggio di sub ha preparato le ultime cose prima dell’immersione ”sembrava un’operazione ben oliata, era evidente che l’avessero fatto molte volte”.

L’immersione sarebbe dovuta durare in tutto 12 ore: Rush aveva consigliato come sempre di ”mangiare poche fibre e di non bere caffè, perché andare in bagno durante l’immersione non sarebbe stato comodo”.

Christine Dawood ha raccontato che il marito aveva deciso di portare con sé una macchina fotografica. Ascoltavano musica in cuffia ed era stato annunciato che sarebbero state visibili dagli oblò creature luminescenti che si muovevano nelle profondità dell’oceano. 

Avrebbero ascoltato musica nell’oscurità, osservando le creature marine nel profondo dell’oceano: è questo quindi il modo in cui avrebbero passato gli ultimi minuti i passeggeri del sommergibile Titan.

L’interruzione dei contatti con il sommergibile

I contatti con il sommergibile si interruppero un’ora e quarantacinque minuti dopo il via all’immersione. All’inizio lo staff rassicurò Dawood spiegandole che era normale: e se il silenzio fosse durato più di un’ora l’immersione sarebbe stata interrotta.

Ma nel pomeriggio le confermarono che non si sapeva dove fosse il Titan.

Pochi giorni dopo la tragica conclusione con la Guardia Costiera che come noto ha annunciato di avere individuato alcuni rottami del sommergibile, che ha avuto di fatto un’implosione istantanea uccidendo i suoi 5 passeggeri.

Con i Dawood sono morti infatti anche l’esperto francese del Titanic Paul Henry Nargeolet, 77 anni, l’amministratore delegato di OceanGate Stockton Rush e Hamish Harding, avventuriero miliardario britannico.

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