Nel cuore pulsante di una città italiana, si celano delle abitazioni che sfidano le convenzioni architettoniche: le case igloo. Queste straordinarie costruzioni, frutto di un’epoca di rinnovamento e sperimentazione, rappresentano un unicum nel panorama urbano.
Nascoste alla vista ma piene di storia e fascino, queste abitazioni sono un tesoro nascosto, testimonianza di un periodo in cui la creatività e l’innovazione hanno plasmato l’ambiente urbano in modi inaspettati. La loro esistenza è una storia affascinante di resilienza, ingegno e bellezza architettonica.
Le origini delle case igloo
Nella storia architettonica di Milano, le case igloo rappresentano un capitolo affascinante e unico. Nate nel contesto del primo dopoguerra, nel 1946, queste abitazioni stravaganti sono state costruite in un periodo in cui Milano, devastata dai bombardamenti, cercava di rialzarsi.
Situate nel quartiere Maggiolina, le case igloo sono state progettate e realizzate dall’ingegnere Mario Cavallè, che ha importato questo modello abitativo dagli Stati Uniti. In origine, ne furono costruite dodici, ma oggi ne sopravvivono solo otto.
Caratteristiche uniche e innovazione strutturale
Le case igloo di via Lepanto sono espressione di una visione architettonica audace e sperimentale. Costruite con un sistema a volta composto da mattoni forati disposti a losanghe convergenti, queste abitazioni offrono una libertà unica nella disposizione degli spazi interni.
Ogni igloo, di circa 45 metri quadrati, si sviluppa su due livelli: un piano esterno al di sopra del piano stradale e un seminterrato, quest’ultimo utilizzabile per vari scopi nonostante la mancanza di abitabilità formale.
La vita nel quartiere maggiolina
Il quartiere Maggiolina, dal quale prendono il nome queste particolari abitazioni, ha una storia ricca e variegata. Originariamente chiamato così in onore di un’antica cascina demolita nel 1920, il quartiere ha subito notevoli trasformazioni nel corso degli anni.
Dai suoi inizi come area prevalentemente agricola fino al suo sviluppo urbano, che ha portato alla creazione di zone residenziali distintive come il Villaggio dei Giornalisti e il più recente Villaggio Maggiolina, la zona ha sempre mantenuto un fascino particolare grazie alla sua variegata storia urbana e culturale.
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Il declino e la conservazione delle case a fungo
Oltre alle case igloo, il quartiere Maggiolina era in passato anche la casa di strutture architettoniche altrettanto insolite: le case a fungo. Queste abitazioni, demolite negli anni Sessanta, si caratterizzavano per la loro forma particolare, ispirata al fungo Amanita Muscaria, e si sviluppavano su due livelli sovrapposti. La loro demolizione, avvenuta per mano del nipote dell’ingegnere Cavallè, ha segnato la fine di un altro interessante capitolo dell’architettura milanese.
Le case igloo di Milano sono più di semplici abitazioni; sono simboli di una città che, nel suo percorso di ricostruzione e rinnovamento, ha saputo abbracciare idee architettoniche audaci e innovative. Ancora oggi, queste strutture continuano a catturare l’interesse di architetti, storici e cittadini, testimoniando la capacità di Milano di rinnovarsi e di guardare al futuro senza dimenticare il proprio passato. Le case igloo rimangono un prezioso patrimonio architettonico, raccontando storie di creatività, resilienza e innovazione.
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