Da una valutazione generale dell’inizio del 2023, in cui Feltri sembra non nutrire molte speranze (“buoni propositi e nient’altro”), inevitabile un bilancio dei primi 100 giorni del Governo guidato da Giorgia Meloni con, in primo piano, la bollente polemica sul mancato rinnovo dello stop alle accise sul carburante, che ha contribuito a spingere al rialzo i prezzi di benzina e diesel.
Secondo il Direttore di Libero le tensioni sono inutili perché quello dei rincari è un problema molto più ampio, che riguarda tutto il mondo, ma che soprattutto noi italiani ci portiamo appresso già dai tempi dell’Esecutivo di Mario Draghi. E’ secco sul giudizio riguardo la notizia dell’aumento, in Italia, dei divari e delle disuguaglianze sociali ed economiche e della povertà assoluta, che ci dice che in soli 16 anni, dal 2005 al 2001, la quota di famiglie che si trovano sotto la soglia di povertà sarebbero più che raddoppiate. Feltri non nasconde la difficoltà di molte famiglie, ma ne fa principalmente una questione di mancanza di competenze adeguate e di voglia di lavorare, dando la “sua ricetta – appello” per il 2023: “Giovani, imparate un mestiere!”.
Infine non poteva mancare una previsione sull’ormai imminente voto delle elezioni Regionali, e soprattutto sempre presenti i timori per ciò che potrà portare il conflitto tra Russia e Ucraina con il tema dell’invio di armi a Zelensky. Su questo punto, Vittorio Feltri si sofferma e non ha dubbi: “Così facendo si prolunga la guerra. Le nostre armi all’Ucraina sono una follia intrisa di sangue”.
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