Digiuno dalla dopamina: cos’è la nuova tendenza social che fa discutere gli esperti

Il digiuno dalla dopamina è una nuova tendenza che spopola sui social. Ecco cos'è, quali possono essere le conseguenze e cosa ne pensano gli esperti.

Una nuova tendenza social, partita dalla Silicon Valley in California e presto diffusasi in tutto il mondo, sta attirando l’attenzione di psichiatri e psicologi: si tratta del cosiddetto “dopamine detox” o digiuno dalla dopamina.

In realtà, questa moda ha un fondamento scientifico e nasce dalle teorie dello psichiatra Cameron Sepah. Tuttavia, Sepah lo intendeva come un metodo basato sulla terapia cognitivo-comportamentale per aiutare le persone a controllare le dipendenze e non come un vero e proprio digiuno.

Infatti, la dopamina è un neurotrasmettitore prodotto dal corpo ed è impossibile digiunarne in senso letterale. Quindi, il dopamine detox nasce da un’interpretazione errata delle teorie del dottor Sepah.

Quello che preoccupa sempre di più gli esperti, però, sono i possibili effetti pericolosi di questa pratica diffusa sui social.

In questo articolo riportiamo le domande e risposte più chieste dalla nostra comunità.

Sommario:

  1. 1.

    Digiuno dalla dopamina: cos’è e quali sono i possibili effetti di questo trend

  2. 2.

    Cos’è la dopamina e a cosa serve?

  3. 3.

    Cosa succede se si ha poca dopamina?

  4. 4.

    Come capire se si ha poca dopamina?

Digiuno dalla dopamina: cos’è e quali sono i possibili effetti di questo trend

Il trend sempre più diffuso del dopamine detox o digiuno dalla dopamina consiste nel tentativo di “disintossicarsi” completamente da questo neurotrasmettitore e i suoi effetti evitando qualunque attività che stimoli il piacere.

Solitamente, chi pratica dopamine detox evita per 24 ore o più di svolgere attività piacevoli come:

  • mangiare

  • fare esercizio fisico

  • ascoltare la musica

  • leggere

  • avere rapporti sessuali

  • parlare con altre persone

  • accarezzare un animale domestico

  • utilizzare internet e i social media

  • guardare la televisione

Le uniche attività permesse, ma con moderazione, sono camminare, meditare, scrivere e bere acqua.

In realtà, non è questo che lo psichiatra Cameron Sepah intendeva quando per la prima volta ha teorizzato il digiuno dalla dopamina. Il dottor Sepah proponeva un metodo utile a contrastare sei dipendenze attraverso l’allontanamento da quegli stimoli che spingono le persone a caderne vittima.

Queste sei dipendenze, che hanno a che fare soprattutto con la stimolazione creata dai dispositivi elettronici e dall’uso di internet, sono:

  • la fame nervosa

  • l’abuso di internet e la dipendenza dai videogiochi

  • il gioco d’azzardo

  • lo shopping compulsivo

  • la dipendenza dal porno

  • l’uso di droghe

Per combattere questi comportamenti estremamente dannosi per le persone e migliorare la qualità della loro vita, Sepah propone una terapia cognitivo-comportamentale che consiste nel rinunciare ai dispositivi elettronici e ai social media per un minimo di qualche ora fino ad alcuni giorni e dedicarsi, invece, ad attività rilassanti. In questo modo, il corpo e la mente imparano a non farsi dominare dagli stimoli legati all’utilizzo di questi dispositivi, come le notifiche o i mi piace.

Inoltre, gli esperti fanno notare che è impossibile digiunare e disintossicarsi dalla dopamina in senso letterale, in quanto non si tratta di una sostanza assunta dall’esterno ma di un neurotrasmettitore prodotto dal corpo.

Anche se la dopamina è legata allo sviluppo delle dipendenze, non è consigliabile provare a ridurre la quantità che il cervello ne produce perché si tratta di un neurotrasmettitore di cui il corpo ha bisogno per funzionare correttamente.

Cos’è la dopamina e a cosa serve?

La dopamina è un neurotrasmettitore, ovvero un messaggero chimico che permette alle cellule del cervello di comunicare tra loro. La dopamina ha tantissime funzioni, che sono:

  • controlla il movimento e l’equilibrio

  • favorisce la capacità di memorizzazione e la concentrazione

  • migliora l’umore

  • inibisce la produzione della prolattina

  • regola la sensazione di piacere

  • regola il ritmo del sonno

  • è un vasodilatatore

  • favorisce il funzionamento dell’intestino

  • riduce la produzione di insulina

  • stimola l’eliminazione del sodio attraverso l’urina

  • agisce sull’attività dei linfociti, responsabili della risposta immunitaria

La dopamina è prodotta dai neuroni quando il cervello si aspetta di ricevere una ricompensa. Questo neurotrasmettitore mette in moto il cosiddetto “circuito dei reward”, che ci spinge a ripetere i comportamenti che ci hanno gratificato o dato piacere, portando in casi estremi allo sviluppo di dipendenze.

Cosa succede se si ha poca dopamina?

Una grave carenza o mancanza di dopamina può causare diversi problemi a livello fisico e psichico. I più comuni sono:

  • ansia

  • depressione

  • pressione alta

  • morbo di Parkinson

  • disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività (ADHD)

Inoltre, alcuni studiosi ritengono che esiste una correlazione tra la mancanza di dopamina e l’insorgenza di patologie psichiche come il disturbo bipolare o la schizofrenia.

Come capire se si ha poca dopamina?

I sintomi di una carenza o mancanza di dopamina sono diversi a seconda dei casi. La diagnosi del medico specialista è molto importante per riuscire a convivere con questo deficit. Tuttavia, attualmente non esiste un esame specifico per misurare i livelli di dopamina.

Alcuni sintomi a cui fare attenzione sono:

  • stanchezza

  • mancanza di motivazione

  • ansia

  • mancanza di desiderio sessuale

  • sbalzi d’umore

  • pensieri suicidi

  • deliri

  • rigidità e dolori muscolari

  • stitichezza

  • bruciore di stomaco

  • difficoltà a deglutire

  • mancanza di appetito

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Bianca Papasodero
Bianca Papasodero
Redattrice, classe 1999. Creativa, determinata e curiosa, ho tante passioni: dai libri di tutti i generi al beauty, dall'astrologia alla musica, dall'arte allo spettacolo. Sono da sempre affascinata dal mondo della comunicazione e per questo mi sono laureata in Comunicazione, media e pubblicità all'università IULM di Milano. La passione per la materia mi ha spinto a continuare gli studi e mi sono iscritta al corso magistrale di Editoria, culture della comunicazione e della moda dell'Università degli Studi di Milano. Sono un'avida lettrice e un'appassionata di storie da che ho memoria. Per me scrivere è sempre stato un conforto e il mio sogno nel cassetto, fin da bambina, è farne una professione. Il mio motto è speak your mind
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