Il primo caso di aviaria a trasmissione bovina, scatta l’allarme: come avviene il contagio

L'influenza aviaria non colpisce solo i volatili: negli Usa scoppia il primo caso di aviaria a trasmissione bovina. Ecco cosa sapere.

L’aviaria è un’infezione virale diffusa tra i volatili. Ci sono però alcuni ceppi che possono colpire anche le persone. Questo virus, il 25 marzo 2024, ha seminato il panico negli Stati Uniti: in 3 Stati, infatti, è stato rilevato il ceppo influenzale nelle mucche da latte. L’influenza aviaria si è poi trasmessa dai bovini a un uomo che lavorava nell’allevamento. La preoccupazione principale però riguarda il settore agroalimentare, che rischia di subire grosse perdite in seguito a contagi di pollame e bovini. Intanto scatta l’allarme per la trasmissione dell’influenza aviaria da un bovino: ecco quali sono i sintomi, come avviene il contagio e come si cura la malattia.

In questo articolo riportiamo le domande e risposte più chieste dalla nostra comunità.

Sommario:

  1. 1.

    Influenza aviaria trasmessa da bovino

  2. 2.

    Come avviene il contagio dell’aviaria nell’uomo

  3. 3.

    Quali sono i sintomi dell’aviaria nell’uomo

  4. 4.

    Come si cura l’aviaria

Influenza aviaria trasmessa da un bovino: ecco cos’è successo

L’allarme per la diffusione dell’influenza aviaria nei bovini da latte è scattato il 25 marzo 2024 negli Stati Uniti, quando il virus del ceppo H5N1 è stato riscontrato nel latte non pastorizzato proveniente da allevamenti bovini di Texas, Kansas e New Mexico. Solo pochi giorni dopo, il 29 dello stesso mese, si sono riscontrati nuovi casi in un allevamento del Michigan.

Il rischio riguarda fondamentalmente il settore agroalimentare: il dipartimento dell’agricoltura federale (USDA) ha affermato che in Minnesota, oltre che nei bovini da latte, sono stati ripostati casi di infezione anche tra greggi di capre e di pollame.

Le infezioni del bestiame stanno causando un’alterazione del latte, generando malattie soprattutto tra gli animali più anziani. L’USDA non richiede agli allevatori di abbattere le mandrie colpite, come succede per il pollame. Gli esperti, infatti, sottolineano che la pastorizzazione del latte uccide il virus eventualmente presente al suo interno.

Solamente il Texas ha confermato che l’influenza aviaria è quella del ceppo H5N1, mentre il dipartimento dell’agricoltura statunitense continua a svolgere e completare i test genetici. Il primo caso di trasmissione di aviaria da un bovino ha fatto scattare un nuovo allarme, ma non ci sarebbero cambiamenti nella sua capacità infettiva. I contagi nell’uomo sono limitati a persone che hanno avuto contatti stretti con gli animali infetti. Da tempo è noto che il virus dell’influenza aviaria ad alta patogenicità (HPAI) si diffonde dai volatili ai mammiferi, ma raramente si trasmette da mammifero a mammifero.

I casi di trasmissione da bovini da latte non cambia la valutazione del rischio per la salute umana: il centro per la prevenzione e il controllo delle malattie (CDC) afferma che l’infezione umana avviene per le persone che hanno esposizioni prolungate e non protette con animali infetti, dai volatili ai mammiferi.

Come avviene il contagio dell’aviaria nell’uomo

L’uomo può infettarsi in seguito al contatto diretto con animali infetti, che siano vivi oppure morti, con le loro escrezioni (come le feci) oppure ingerendo carne cruda proveniente dagli stessi. In seguito a un’eventuale cottura, il virus patogeno muore senza correre il rischio di contagio.

Quali sono i sintomi dell’aviaria nell’uomo

Nella maggior parte dei casi i sintomi di influenza aviaria sono i seguenti:

  • infezione delle vie respiratorie: febbre e tosse

  • polmonite grave, che nei casi più acuti può portare persino al decesso

  • sintomi gastrointestinali: nausea, vomito e diarrea

  • congiuntivite

  • arrossamento degli occhi

Inoltre, bisogna ricordare che la gravità dei sintomi e il periodo di incubazione variano a seconda del ceppo di virus che causa l’infezione.

Come si cura l’aviaria nell’uomo

L’influenza aviaria nell’uomo viene curata tramite la prescrizione di farmaci anti-virali, principalmente oseltamivir o zanamivir. Si tratta di farmaci in grado di ridurre entro due giorni la comparsa dei sintomi.

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