Malattia del pudendo: la vulvodinia, quali sono i sintomi e come curarla

La vulvodinia è una malattia cronica dell'apparato genitale femminile molto dolorosa: ecco quali sono le cause e le possibili cure.

Tra le malattie dell’apparato genitale femminile c’è la vulvodinia, parola composta da vulva e dinia, termine quest’ultimo che in ambito medico indica dolore. Il dramma della vulvodinia è che, pur in presenza di dolore, non trova apparentemente nessun riscontro fisico che lo giustifichi.

Ultimamente se ne parla sempre più spesso grazie anche all’operazione di sensibilizzazione di alcune influencer, come Giorgia Soleri, che hanno fatto delle malattie del pudendo la propria crociata quotidiana.

Negli ultimi anni si sta assistendo a un dilagare di patologie nevralgiche legate all’apparato riproduttivo, soprattutto femminile. Il lavoro da fare per le persone di sesso femminile è ancora tantissimo. La quasi totalità delle volte che una persona di sesso femminile lamenta dolori, la sua esperienza è considerata semplicemente una normalità con cui convivere.

A cosa è dovuta la vulvodinia?

La vulvodinia colpisce circa il 12% delle donne. Le cause che possono scatenarla sono molteplici e non sempre vengono scoperte durante le indagini mediche. Si sa molto poco riguardo la sua origine ma oggi, fortunatamente, sappiamo molto di più sulle cause biologiche del dolore vulvare che affligge almeno 12 donne su 100.

Ad oggi la vulvodinia e la neuropatia del pudendo sono sempre più al centro dell’attenzione e sono ad un passo dall’essere finalmente considerate malattie croniche invalidanti. A tal proposito è arrivata in parlamento la proposta di legge sulla vulvodinia che, ci si augura, venga presto approvata.  

Possibili cause della vulvodinia

Come prima anticipato, le cause e l’origine della malattia non sono ancora state chiarite con certezza ma si presume che possa essere dovuta alla concomitanza di più fattori. Tra questi: 

  • Ripetute infezioni di candida
  • Traumi fisici a seguito di un’episiotomia o di una biopsia vulvo-vaginale
  • Traumi da rapporti rapporti sessuali non desiderati e dolorosi
  • Traumi psicologici
  • Uso di biancheria intima sintetica o di indumenti troppo stretti
  • Impiego di detergenti intimi o di prodotti a uso locale contenenti sostanze chimiche
  • Microtraumi da attività sportive

Ma quali sono i sintomi? 

I sintomi sono vari e non bisogna poi assolutamente sottovalure lo stato d’ansia che, una patologia di questo, riesce a scatenare. Eccone alcuni: 

  • alterazione del processo che rileva e convoglia i segnali di dolore;
  • iperattività di alcune cellule localizzate nel derma, la quale determina il rilascio di sostanze infiammatorie nel tessuto circostante e vere e proprie alterazioni delle strutture nervose;
  • cambiamento nella modalità di contrarsi del pavimento pelvico
  • bruciore e prurito
  • dolore persistente che può assumere differenti forme, dalle fitte alla sensazione di scosse che può riverberare anche a livello di glutei, interno cosce e ano;

Come si può curare la vulvodinia?

Non esiste un rimedio certo e definitivo contro i dolori causati dalla vulvodinia. Esistono però delle cure palliative che rendono la vita di chi ne soffre più vicina alla normalità. Tra questi: 

  • la stimolazione elettrica transcutanea dei nervi è una tecnica utilizzata. In questo modo secondo gli specialisti si potrebbe resettare il sistema nervoso locale, in modo da non convogliare al cervello sensazioni di dolore non dovute a cause fisiche.
  • Un’alternativa alla stimolazione elettrica che però opera sugli stessi principi è l’amitripina. Questo farmaco è in grado di allentare le contratture del pavimento pelvico, lenendo così il dolore.
  • Se invece la causa del dolore è dovuta all’iperattività dei mastociti, nel caso in cui l’organismo non produca spontaneamente PEA possono essere ingerite oralmente.
  • Un altro rimedio consiste nell’iniezione sottocutanea di cortisone e anestetico, per ridurre l’infiammazione e il dolore.
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