Taglio accise sul carburante: come funziona, come si calcola

Taglio accise sul carburante: come funziona? Ecco come viene applicato, come si calcola e soprattutto perché il Governo può permetterselo.

Il taglio delle accise non è più una novità, essendo ormai attivo dal 20 marzo circa, ma continuano le valutazioni circa la proroga e soprattutto i dubbi sulla sostenibilità di questa scelta del Governo Draghi. Come funziona il taglio delle accise sul carburante? Ecco tutto ciò che c’è da sapere: come si calcola, quante risorse servono e perché è possibile.

Infatti, le accise sono argomento molto controverso e negli anni la politica ne ha quasi sempre promesso una riduzione o quanto meno un intervento al riguardo… eppure, non è cambiato praticamente niente. I cittadini più attenti, anzi, non hanno visto di buon occhio questa incapacità di prendere scelte ed ora più che mai contesta la scelta del taglio delle accise, visto come un vero e proprio paradosso, quasi uno smacco.

Perché? Questo lo vedremo nelle prossime righe, ma il punto di partenza sarà la comprensione di cosa sono esattamente le accise sui carburanti, come funzionano, come è possibile che siano state tagliate e quali sono i progetti del Governo su questo fronte. Le notizie non sono particolarmente confortanti, ma ad essere onesti una buona parte dei problemi derivano dal passato, più che dall’attuale situazione socio-economica.  

L’allusione è palesemente alla guerra tra Russia e Ucraina, un evento inaspettato (almeno in parte) che ha stravolto gli equilibri economici, politici e sociali dell’Europa e di riflesso di buona parte del mondo. Tra le tante conseguenze, abbiamo visto purtroppo crescere in maniera vertiginosa i prezzi dei carburanti ed il Governo ha deciso di intervenire in questo modo, sicuramente utile dal punto di vista pratico, ma sostenibile nel medio periodo?

Taglio accise sui carburanti: una scelta quasi obbligata

Innanzitutto rispondiamo alla prima delle domande che i cittadini si sono giustamente posti: il Governo ha deciso di tagliare le accise perché non aveva sostanzialmente altre opzioni, oltre che perché era l’unica possibile soluzione “politica”, cioè condivisibile per tutta la maggioranza.

Una questione puramente pratica, possiamo dirlo senza particolari indugi, perché il taglio delle accise era sostanzialmente l’unica novità che poteva essere introdotta ed applicata in tempi rapidi, anzi rapidissimi. Qualunque altra soluzione sarebbe stata più lenta, macchinosa, costosa o tutte e tre le cose messe insieme.

L’aspetto politico, almeno per il cittadino medio, lascia il tempo che trova, ma è stato determinante nel processo di approvazione di questa novità così importante. Infatti, le forze di maggioranza difficilmente avrebbero trovato un’altra soluzione condivisa, ma soprattutto nessuno avrebbe avuto il coraggio di opporsi ad una possibilità così concreta e quindi gradita ai cittadini.

Per questo motivo (e non solo), il taglio è diventato realtà ed ha comportato un risparmio diretto per ogni cittadino sulla spesa per fare il pieno di carburante: 30,5 centesimi al litro di risparmio per benzina e diesel, 10,5 centesimi al litro di risparmio per il GPL.

Taglio accise sui carburanti: ecco come funziona

Dopo aver visto che si è trattato quasi di una soluzione obbligata, proviamo a comprendere meglio come funzionano le accise e, di conseguenza, come funziona questo taglio esercitato direttamente dal Governo. 

Le accise sono sostanzialmente un’aggiunta al costo di un prodotto specifico. Se quindi il prezzo potenziale del prodotto al consumatore finale è X, con le accise diventa X più una certa percentuale stabilita. Ciò significa che il suo funzionamento non è poi tanto distante da quello dell’IVA, vale a dire è in percentuale al prezzo del prodotto.

In parole semplici, se aumenta il prezzo di quel prodotto per cause legate al mercato, come accade in questo caso con i carburanti, lo Stato andrà ad incassare una cifra superiore di accise ed anche di IVA. Un affare, per lo Stato, almeno apparentemente. Non è proprio così, perché andrebbero analizzati tanti altri aspetti micro e macro economici, ma non è questa la sede opportuna.

La sostanza è proprio questa, quindi: prezzi più alti, incasso dello Stato per accise e IVA più alto. Le accise sono nate infatti per sostenere spese specifiche che altrimenti avrebbero messo a repentaglio il bilancio nazionale, come per esempio le spese straordinarie per catastrofi naturali ed interventi in Paesi stranieri. Il disastro del Vajont è uno degli esempi più classici, con la ricostruzione finanziata prorpio da un’accisa specifica sui carburanti.

Da fine anni ’90, però, non è più così. Non esiste più una specifica accisa per ognuna di queste voci di spesa (ormai lontane nel tempo, per altro), ma va tutto a concorrere in maniera generica alle entrate dello Stato. Una scelta che generò un certo scalpore e fastidio nella cittadinanza, ma nulla è più cambiato da allora.

Taglio accise sui carburanti: ecco come si calcola

Questo aspetto è senza ombra di dubbio il più semplice: come si calcola il taglio delle accise sui carburanti? Innanzitutto, non c’è proprio niente da calcolare, perché ogni pompa di benzina applica direttamente lo sconto esponendo sulla classica colonnina a bordo strada i prezzi già ribassati, quindi con il taglio già applicato.

Per chi fosse comunque curioso, il taglio è pari a 25 centesimi al litro per benzina e diesel e 8 centesimi al litro per il GPL. Su questo taglio, va poi fatta anche la sottrazione dell’IVA (sì, per quanto paradossale sulle accise si calcola anche l’IVA), arrivando così ad un totale di 30,5 centesimi al litro per benzina e diesel e 10,5 centesimi per il GPL.

Ciò significa, a titolo di esempio, che un eventuale pieno da 50 litri di benzina o diesel permeterebbe di risparmiare poco più di 15 euro. Non tantissimo per l’attuale prezzo di tali carburanti (ormai tornati intorno ai 2 euro al litro), ma comunque rilevante per tanti cittadini.

Come abbiamo potuto vedere, questa cifra lo Stato “se la può permettere” grazie agli aumenti degli introiti dovuti all’aumento del prezzo. In sostanza, lo Stato sta solo rinunciando ad una quota del sovrapprezzo che potrebbe incassare.

Taglio accise sui carburanti: ecco le risorse stanziate

Quante risorse sono state stanziate per poter applicare il taglio? Bisogna fare una distinzione tra il Decreto Energia, il primo arrivato in ordine cronologico, ed il Decreto Taglia Accise, arrivato invece il 2 maggio e ancora in vigore (almeno fino all’8 luglio).

Il primo ha stanziato risorse pari a 588,25 milioni di euro, mentre il secondo 2.326,47 milioni di euro. La differenza è dovuta banalmente alla durata del taglio, dunque inevitabilmente alla quantità di litri di carburante acquistata dai cittadini. 

Per quanto riguarda le scadenze, invece, c’è molto meno da dire. Inizialmente il taglio doveva durare solo fino al 20 aprile, poi è stato prolungato fino al 2 maggio ed infine portato avanti di oltre due mesi fino al già citato 8 luglio. La proroga arriverà ed è comunque nei piani del Governo, ma nonostante questo una prospettiva di lungo periodo con un taglio del genere non è così sostenibile.

Anche perché l’inflazione sta giocando un ruolo fondamentale nell’aumento dei prezzi di tanti prodotti, non certo solo della benzina (che pur è uno dei beni più colpiti dall’aumento) e questo potrebbe generare una spirale completamente incontrollabile per il Governo, a prescindere dal taglio delle accise sui carburanti.

Insomma, urge una soluzione sostenibile nel lungo periodo e non solo “comoda” nel breve, ma per questo bisognerà attendere ancora.

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