Catasto: riforma alle porte, nuove tasse sulla casa? Quali

Ancora problemi per ciò che riguarda la riforma del catasto. Le forze di centro destra bloccano la Delega Fiscale, "niente tasse sulla casa".

A mettere il freno a mano alla riforma del catasto ci sta pensando sicuramente la guerra in atto tra Ucraina e Russia .

L’impegno del Governo su altri fronti, energetico, diplomatico insieme alle altre nazioni europee per accelerare processi di pace, oltre che all’aspetto principale e cioè il caro vita che non poche difficoltà sta creando ai cittadini, tutto questo sta rallentando l’iter verso una riforma fiscale che sembrava ormai inevitabile.

Nonostante tutto Draghi prova comunque a spingere affinchè si rivedano le norme sul catasto, pressione che sta di fatto trasformando il parlamento in un vero e proprio “campo di battaglia”.

Nervosismo in aula la scorsa settimana durante l’esame della delega fiscale ovvero della misura che darebbe carta bianca a Draghi di varare una riforma fiscale complessiva per rendere il prelievo più semplice e giusto.

Assolutamente contrari i partiti della destra italiani che non transigono sul fatto che in programma in un momento delicato come questo, appena fuori dall’emergenza covid-19 oltre che alla destabilizzazione che l’Europa sta vivendo a causa della vicina guerra, non ci possano essere misure o riforma come quella del catasto che prevedano aumenti delle tasse, questo “è inconcepibile” afferma il leader del carroccio Matteo Salvini. 

Andiamo dunque a descrivere meglio lo scenario attuale e cosa sta creando tensione all’interno della maggioranza.

Il centro destra ferma la riforma del catasto: Perchè

Parole grosse sono volate in parlamento il 6 aprile durante la discussione in cui si stava cercando una unità di intenti auspicata dal presidente Draghi, intorno alla Delega fiscale.

Da subito niente intesa, anzi tensioni e toni giudicati troppo alti che hanno spinto presidente della Commissione Finanze alla Camera e relatore Luigi Marattin a gettare la spugna ed a rimettere tutto nelle mani del presidente Draghi.

Lo strappo è stato provocato principalmente da Lega e Forza Italia che chiedono un incontro con il Presidente del Consiglio. 

Il polo di destra infatti sta avanzando una importante polemica paventando il fatto che dietro certe misure ci sia un importante aumento delle tasse, come previsto dalla riforma del catasto che secondo  Salvini sarebbe prodromo di un aumento per esempio delle tasse sulla casa.

 Ecco il centro destra esige garanzie in questo senso e cioè che l’approvazione della delega fiscale non comporti in nessun modo un aumento delle tasse.

L’intesa sulla delega fiscale prevede la votazione di 25 emendamenti riformulati, le diatribe del 7 aprile in parlamento hanno però fatto fare un passo indietro verso l’approvazione e si rischia di far tornare all’esame del parlamento tutti e 400 gli emendamenti depositati.

La delega è prevista in aula alla Camera il 19 aprile, ma a questo punto potrebbe arrivarci senza mandato al relatore. La battaglia, però, è destinata a riaprirsi al Senato.

Per la cronaca lo slogan “urlato” dalla Lega è stato “la casa non si tocca” sull’altro fronte il Pd che ha accusato gli avversari di becero tatticismo pre-elettorale montando una polemica senza fondamenti visto che il premier Draghi negli appuntamenti precedenti più volte si era espresso con imprenditori e cittadini e vertici dell’industria italiana che l’intenzione del Governo non è quello di aumentare le tasse.

Draghi ci ha tenuto ad affermare che “Nessuno subirà un aumento delle tasse, la riforma del catasto non toccherà le case degli italiani così come non toccherà contratti di affitto e risparmi”.

Dopo tali necessarie e chiare precisazioni il presidente ha deciso di incontrare i leader dei partiti di centrodestra così come richiesto da Lega e Forza Italia proprio nella settimana in corso.

Riforma catasto: Draghi “senza l’approvazione dell’art.6 l’esperienza di Governo è chiusa”

Come già scritto nell’paragrafo introduttivo, il maggior punto di scontro tra Draghi e le forze politiche riguarda la riforma del catasto ed in particolare dell’articolo 6.

Le parole di Draghi in merito a questo sono state chiare «Se l’articolo 6 non viene approvato si ritiene conclusa l’esperienza di governo». 

Il seguente articolo riguarda proprio una la ristrutturazione sulla normativa del catasto, ferma ormai agli anni 80.

Nonostante il testo della riforma no sia ancora del tutto chiaro, l’obiettivo resta quello di una modernizzazione del catasto, una nuova mappatura degli immobili in grado di portare alla luce irregolarità come gli abusi edilizi.

Una riforma del catasto comporterebbe anche, ed è questo che preoccupa di più la Lega, un adeguamento dei valori catastali e quindi degli attuali prezzi di mercato e di conseguenza di tutte quelle tasse legate alla compravendita di immobili oltre che alla proprietà di una casa.

Nel caso in cui la riforma veda la luce sarà comunque effettivo a decorrere dal 1° gennaio 2026.

Catasto: gli obiettivi della nuova riforma

La riforma inerente alla “modernizzazione” del catasto che prevede tra le varie misure una nuova mappatura degli immobili che dovrà avvenire tranne nuovi strumenti tecnologici messi a disposizione dell’Agenzia delle Entrate dovrà essere completata entro il 1 gennaio 2026. 

Il duplice obiettivo è quello di far emergere abusi edilizi come per esempio aumenti di cubatura di abitazioni attraverso al costruzione di nuove camere senza che ci sia mai stato un accatastamento e per le quali i proprietari non hanno mai pagato le tasse. 

Il secondo obiettivo prevede un adeguamento dei valori di mercato di immobili situati in delle aree di città che negli anni si sono riqualificate e che dunque hanno raggiunto un valore più alto.

Chi si sta occupando di scrivere il testo e secondo i legislatori, insomma, l’obiettivo è semplicemente quello di “riattualizzare” le mappe catastali rendendole adeguata alla realtà dei fatti.

Riforma del Catasto e Pnrr: ecco il perchè di nuove tasse sulla casa

Ma se tale manovra non prevede un aumento del gettito fiscale tramite un aumento delle tasse sulla casa perchè la riforma del catasto assume un tono così importante per il Governo?

Il trait d’union tra catasto e Governo è dato dal Pnrr.

In pratica in un punto del testo del documento che illustra il Piano di Ripresa e Resilienza viene prevista una riforma fiscale come elemento prioritario per combattere le “debolezze strutturali del paese”. 

Ma quindi concretamente cosa significa?

In pratica il Pnrr prevede che si dovrà assolutamente necessitare di un gettito fiscale adeguato per far fronte ai debiti da ripagare, prestiti che inizieranno ad essere ripagati a aprtire dal 2027 proprio un anno prima rispetto all’entrata in vigore della riforma del catasto.

E quindi quale miglior modo di aumentare le entrate per lo Stato se non quello di aumentare, nel caso ci fosse bisogno, le imposte sul patrimonio immobiliare, la principale ricchezza degli italiani?

Da qui le polemiche dell’area politica di destra che quindi non si fida e ha il timore di aumenti incontrollati delle tasse sulle casa o ancor peggio di un ritorno dell’ Imu sulla prima casa.

Ribadisco ancora una volta che i vantaggi oggettivi e certi con la “modernizzazione” del catasto  sono quelli di far emergere gli immobili non censiti, circa 1,2 milioni,oltre che quelli accatastati ma che non compaiono nelle dichiarazioni dei contribuenti, circa 2,1 milioni.

Già questo garantirebbe un aumento del gettito fiscale per le casse dello Stato che però non potrebbe bastare.

Insomma si continua a discutere della riforma del catasto da almeno 10 anni, fino ad oggi nessuno mai è riuscita a metterla in atto, i tempi sembravano ormai maturi ma lo scoppio della guerra e del caro vita ha rimesso tutto nuovamente in discussione. Continueremo a gli ulteriori sviluppi.

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