Twitter

Twitter nasce nel 2006 (il 21 marzo di quell’anno Jack Dorsey, uno degli inventori, inviava il primo tweet), come diretto concorrente del padre di tutti i social network, Facebook, che allora stava diffondendosi con gran successo.

Il nome del nuovo social network, datogli da Noah Glass, in inglese significa "cinguettio" e originariamente doveva essere scritto in un altro modo ("twttr"), ossia con i tasti 7-8-9 del telefonino. Tutti vicini tra loro e perciò facilmente individuabili.

Quali sono le caratteristiche principali di Twitter, come si è diffuso nel corso degli anni e quali sono le prospettive future del social network?

Twitter: le caratteristiche principali

Se Facebook punta a una condivisione di materiale (foto, idee, avvenimenti), Twitter mira, invece, a diventare un network d'informazione.

Infatti, la caratteristica principale di Twitter sono i suoi post, formati da non più di 140 caratteri. Una limitazione che nasce dal fatto che i suoi ideatori avevano intenzione di mettere il cellulare al centro della scena e non più il pc.

In quel periodo gli smartphone erano nella loro fase iniziale e non costituivano la maggioranza degli accesi ad Internet, come oggi. Eppure, con una lungimiranza notevole, gli ideatori di Twitter, Evan Williams, Biz Stone, Noah Glass e Jack Dorsey avevano intuito che a differenza del personal computer, il telefonino accompagna la persona ovunque ed è in grado di fornire l’informazione in loco e real time.

Quindi ecco già formati i cardini del nuovo social network: razionalizzazione estrema del messaggio, velocità di trasmissione, essenzialità. 140 caratteri e basta. Un’idea che però poteva essere allo stesso tempo un limite.

Infatti, un messaggio che alla fine non era più lungo di un sms si sarebbe perso nell’oblio della Rete visto che Google non li indicizza. O per meglio dire non li indicizza più visto che un primo accordo fu trovato nel dicembre del 2009 ma poi l’accordo, scaduto a luglio del 2011 non fu più rinnovato, anche se recentemente, l’intenzione è tornata. Per la precisione, però, le pagine più re-twittate, invece, aumentano la loro popolarità sui motori di ricerca migliorando quindi il PageRank.

Twitter: il 2007 è l'anno della svolta

Il cinguettio inizialmente rimase relegato alla schiera degli appassionati e degli sviluppatori. Fino a quando, nel 2007, le cose cambiarono radicalmente per due fortunati eventi.

Il primo è stato il South by Southwest festival, una manifestazione culturale che si occupa di musica e cinema ma che ha anche una sezione dedicata alla comunicazione interattiva. Durante la presentazione di Twitter, infatti, gli utenti triplicarono in sole 24 ore, passando da 20mila a 60 mila.

Il secondo, invece, fu l’invenzione dei "retweet"ovvero la possibilità di inoltrare un messaggio come si fa con la posta elettronica. In questo modo il messaggio poteva sfruttare una diffusione che imitava la viralità dei post di Facebook.

Ci sarebbe anche una terza importantissima novità, sempre nata nel 2007 che ormai è da considerarsi l’anno della svolta, i cosiddetti hastag. All’origine ci sarebbe l’intuizione di Chris Messina, ex dipendente di Google, il quale, se non proprio l’inventore del famosissimo simbolo "#" e della logica che lo vorrebbe come strumento per raggruppare i messaggi riferibili a un singolo argomento, resta comunque il primo ad averlo applicato ai tweet. Almeno fino a quando la storia non lo smentirà.

Non rimaneva altro che vedere le reazioni della comunità: e anche queste furono ottime.

Le novità e i concorrenti

Da qui alla creazione di abbreviazioni (indispensabili per un servizio nato sulla brevità), personalizzazione del servizio (con la nascita ad esempio dei follow friday, i venerdi in cui vengono suggeriti nuovi utenti da seguire, oppure i favorite), il passo è breve.

Un passo che viene fatto sempre dalla comunità di Twitter che è la prima a proporre e suggerire i cambiamenti. Ma la carta vincente restava sempre la semplicità di utilizzo, la facilità d’accesso e l’immediatezza del messaggio che vennero facilitate da una piattaforma open source che si adattava a tutti i dispositivi mobili.

Ottimo, quindi, per i cellulari che stavano conquistando il mondo della comunicazione e che invece, avevano lasciato a terra il più blasonato avversario, Facebook, troppo macchinoso e soprattutto bloccato proprio da quell’impaginazione ampia che mal si adattava al nuovo dispositivo.

Tutt’oggi i numeri del famoso social network che dal suo primigenio campo d’azione e cioè l’informazione, si è spostato ad un altro un po’ più soft come lo showbiz, sono impressionanti: quotidianamente in media vengono inviati circa 400 milioni di tweet ai quali vanno aggiunti anche le foto che il servizio, recentemente, ha aumentato nelle dimensioni, inviati da oltre 200 milioni di utenti.

Ma la battaglia sugli user è ancora in atto visto che i nemici mordono alle spalle con WhatsApp, l’app di intstant messaging che ha toccato proprio a giugno i 250 milioni di utenti e Skype, il più famoso servizio Voip al mondo, che ne tocca 280 milioni.

Certo ben lontani dal miliardo di utenti di Facebook, ma è pur vero che il colosso ha avuto il problema opposto: tanti users che non monetizzano. Il che è un problema per chi si trova a dover “giocare in Borsa. 

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