Bitcoin ed Ethereum a confronto! La migliore criptovaluta?

Che cosa hanno in comune Bitcoin ed Ethereum e in cosa differiscono? Un viaggio alla scoperta delle due criptovalute più famose del mondo.

Gli asset crittografici hanno due padroni indiscussi che sono Bitcoin ed Ethereum, sia per capitalizzazione di mercato che per prezzo ad unità con i BTC che tra alti e bassi sono ancorati al valore di 40.000 dollari ad unità, dove Ethereum raggiunge i 3.000 dollari a token.

Chiunque si sia avvicinato anche solo di sfuggita al mondo delle criptovalute ha sentito almeno una volta parlare di queste monete digitali eppure quasi a tutti non è molto chiaro quale sia la differenza tra le due e soprattutto quale rappresenti un migliore investimento.

In realtà a questa domanda non esiste una risposta, perché considerare alla pari BTC ed ETH è un errore che risiede nella mancata comprensione di cosa siano davvero i due progetti e i due diversi ecosistemi che le criptovalute sorreggono.

Il primo errore che si commette avvicinandosi agli asset crittografici è proprio molto spesso quello di credere che tutte le criptovalute siano uguali, in realtà un mare enorme separa i Bitcoin da Ethereum e li caratterizza come qualcosa di completamente diverso l’uno dall’altro e perciò adatto ad usi e tipi di investimento diversi.

Dove il potenziale dei Bitcoin risorse nei fatti nella criptovaluta e nella sua “scarsità”, il mondo di Ethereum è molto più vasto e la sua forza risorse nell’essere stata la prima Blockchain open-source mai creata.

Bitcoin ed Ethereum: la grande distanza che separa le due criptovalute e il loro ecosistemi 

Partiamo da quelle che sono le differenze principali e strutturali tra Ethereum e Bitcoin.

Partendo dal presupposto che, dove i Bitcoin sono nei fatti il nuovo oro digitale anche per la caratteristica di essere presenti in fornitura davvero limitata, Ethereum è una Blockchain open-source e assomiglia ad un grande computer decentralizzato a disposizione di tutti dove sviluppare applicazioni che si basano su questa tecnologia, come creare nuove criptovalute ed NFT.

Iniziamo dai Bitcoin perché a differenza delle valute fiat che potenzialmente possono essere coniate all’infinito i Bitcoin sono strutturati per impostazione del codice sorgente in modo tale che se ne possano estrarre solo 21 milioni di token.

Questa scarsità dei Bitcoin è in parte quella che determina il prezzo così elevato ad unità dei BTC e che li rende un bene simile ai metalli preziosi, cioè una riserva di valore perché nel corso del tempo la domanda tende ad aumentare, ma l’offerta a diminuire.

Ethereum invece è stata anche lei la prima del suo genere, poiché se i BTC sono stati la prima criptovaluta creta al mondo, essa è stata la prima Blockchain open source a disposizione di tutti. Chiunque può usare Ethereum per le proprie applicazioni decentralizzate e la rete viene infatti utilizzata per creare altre criptovalute e anche sidechain ad essa ancorate, di cui un esempio famoso è Polygon. Motivo per cui è possibile la coniazione in numero illimitato di token Ethereum, rispettando il limite di 18 milioni di token all’anno.

Un confronto tra Ethereum e Bitcoin che tiene conto di differenze e somiglianze è offerto anche dal video YouTube a cura di Mauro Caimi:

  

Bitcoin ed Ethereum il Proof-of-Work come punto di contatto, ma ancora per poco

Quello che Ethereum e Bitcoin hanno in comune è il fatto che siano entrambe criptovalute, cioè due applicazioni che girano ciascuna sulla sua Blockchain.

Al momento tra le due vi è un particolare punto di contatto destinato a finire però entro luglio.

Per adesso quello che accomuna Bitcoin ed Ethereum è che la Blockchain su cui si fondano ha un funzionamento identico, poiché è basata su un protocollo di convalida delle transazioni che si chiama Proof-of-Work (PoW).

Ora, tutte le criptovalute che si fondano sul PoW hanno delle caratteristiche comuni, cioè che i nuovi token possono essere creati solo attraverso un processo chiamato “mining” e che in italiano si traduce con “estrazione”. Dove per ogni operazione su Blockchain ci sono una serie di hardware che attraverso processi ad alta intensità energetica, impiegando molta energia e inquinando, convalidano le transazioni ed estraggono i nuovi token.

Si faccia attenzione perché solo le criptovalute operanti su una Blockchain che usa il PoW, come Bitcoin ed Ethereum, sono coniate con il “mining” cioè il processo di “estrazione”. Contrariamente a quello che si crede non si può effettuare il mining di un token quale Solana, ad esempio, cioè di una criptovaluta che opera su una Blockchain che non usa nessun protocollo PoW.

Perché a Ethereum prende le distanze dai Bitcoin abbracciando il Proof-of-Stake

Questo punto di contatto tra le due criptovalute, che risiede nell’utilizzo da parte di Bitcoin ed Ethereum del medesimo protocollo Proof-of-Work, è destinato a terminare molto presto aumentando il non solo il solco che le separa, ma anche rendendo diverse le caratteristiche delle Blockchain nel complesso su cui operano.

Questo perché Ethereum ha un problema che i Bitcoin non hanno!

Ovvero, la Blockchain basata sul PoW è poco sostenibile ed inquina troppo, visto che il mining si concretizza come un processo ad alta intensità energetica, che si traduce in costi alti per le commissioni sulle transazioni in criptovalute effettuate sulla piattaforma.

Un progetto come Ethereum che mira ad essere una piattaforma a disposizione di tutti dove chiunque può costruire la sua applicazione, da criptovalute al minting di NFT, deve per forza porsi il problema di queste spese troppo elevate e del suo impatto ambientale. Sempre più spesso infatti i competitor come Solana o Binance, che non usano il PoW e quindi hanno costi più bassi di commissioni sulle transazioni oltre ad essere maggiormente sostenibili, si stanno impossessando di potenziali clienti di Ethereum.

Motivo per cui Ethereum entro luglio effettuerà il cosiddetto “merge”, cioè la fusione, che permetterà alla Blockchain di passare al protocollo Proof-of-Stake (PoS).

In questo modo Ethereum e la sua criptovaluta abbandoneranno il mining diventando un’alternativa maggiormente sostenibile e riappropriandosi si spera di una buona fetta di mercato in questo senso.

I Bitcoin al contrario non hanno alcuna intenzione per ora di passare al PoS anche perché non hanno le stesse esigenze di Ethereum che si caratterizza come un Blockchain open source, aspetto su cui punta tutto.

Perché la criptovaluta Ethereum è illimitata, mentre possono esistere solo 21 milioni di BTC?

Questa differenza strutturale dei progetti e delle Blockchain ha i suoi effetti anche sulle criptovalute Bitcoin (BTC) ed Ethereum (ETH).

Per quanto riguarda la coniazione il codice sorgente Ethereum prevede la possibilità di mining di un numero illimitato di token, con una sola limitazione applicabile e cioè l’estrazione di massimo 18 milioni di token all’anno.

Diversamente, al mondo di possono coniare solo e soltanto 21 milioni di Bitcoin dopodiché non ci saranno nuovi token. I BTC sono quindi estremamente rari e “scarsi” in natura, comportamento da cui dipende in parte il forte rialzo di prezzo e che li avvicina agli asset dei metalli preziosi proprio come l’oro a cui spesso vengono paragonati fino ad essere definiti “oro digitale”.

Detto questo, una comparazione tra Bitcoin ed Ethereum non ha molto senso di esistere se si cerca il migliore tra i due, perché sono due criptovalute diverse collegate a due ecosistemi per nulla simili tra loro ed entrambe con il proprio indiscusso potenziale.

Certo il passaggio al PoS di Ethereum rappresenta per essa un’enorme passo avanti che si spera abbia anche effetto sul prezzo degli ETH a unità.

Alda Moleti
Alda Moleti
Collaboratrice di Redazione, classe 1984. Ho una laurea Filologia Classica e ho conseguito un dottorato in Storia Antica, presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II, con una tesi sull'opera frammentaria di Asclepiade di Tragilo. Sono autrice di pubblicazioni scientifiche sul mondo classico e coeditrice di due volumi accademici internazionali. Dal 2015, mi sono trasferita in Inghilterra dove ho lavorato come copywriter freelance e come croupier al casinò.Il mio motto è? Naples is the flower of paradise. The last adventure of my life"."
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