Ecco tre iniziative ambientali del mondo cripto!

La crescente domanda di criptovalute e l'uso di soluzioni poco sostenibili basate sulla tecnologia blockchain hanno evidenziato un problema importante:...

La crescente domanda di criptovalute e l’uso di soluzioni poco sostenibili basate sulla tecnologia blockchain hanno evidenziato un problema importante: il crescente consumo di energia della tecnologia e il suo impatto socio-ambientale.

Diverse esperti hanno espresso una grande preoccupazione riguardo alle conseguenze di una crescita esponenziale delle monete digitali senza una regolamentazione appropriata. Sono state fatte diverse campagne per sensibilizzare gli investitori di criptovalute ad adottare scelte sostenibili ma con la rapida crescita occorre stabilire dei limiti più severi.

Le criptovalute rientrano tra le cause contaminanti che inaspriscono gli effetti del cambiamento climatico. Nell’ultimo ventennio però ci sono sempre più iniziative che propongono soluzioni per risolvere e sensibilizzare le persone. Tra queste troviamo per esempio quella di Green Peace e dell’Environmental Working Group e vari gruppi di ricerca e starts-up.

Forse una delle più importanti è il Crypto Climate Accord che lavora in collaborazione con l’industria delle criptovalute e della blockchain per impulsare lo sviluppo di soluzioni digitali sostenibile e stabilire nuovi standard da seguire per altri settori.

Ma quanto saranno efficaci queste iniziative? C’è forse un modo migliore rispetto agli altri per educare la popolazione verso un uso sostenibile delle risorse? 

Criptovalute e ambiente: gli effetti ambientali delle monete digitali

L’ambiente è particolarmente vulnerabile alle attività antropiche, soprattutto dall’era industriale dove la nostra società sta alterando il ciclo dei processi naturali. Tra queste attività troviamo anche le criptovalute che rientrano nel complesso tra le più contaminanti.

Ci sono attività antropiche che contaminano molto di più delle criptovalute ma dobbiamo ricordare che le monete digitali non hanno la copertura delle banche. Questo significa che se le criptovalute diventassero la nuova valuta internazionale e sparissero gli intermediari i dati dell’impatto lieviterebbero.

Questa è la maggiore preoccupazione degli esperti: cosa succederebbe se le criptovalute crescessero molto di più senza una regolamentazione? Al giorno d’oggi solo si possono stimare i consumi di energia elettrica, le fonti di energia utilizzate, l’uso e lo smaltimento delle apparecchiature elettrice ed elettroniche.

Secondo the Guardian, dopo il crollo del Bitcoin, i livelli di contaminazione ambientale non sono stati ridotti: questo significa in parte che a livello complessivo nonostante il sistema Bitcoin consumi energia come i Paesi Bassi, non influisce – ancora – significativamente sull’impatto ambientale globale.

Criptovalute e ambiente: le opinioni dopo il crollo di Bitcoin

Secondo l’articolo di the Guardian:

“A meno che bitcoin non collassi ulteriormente, non c’è motivo di aspettarsi una diminuzione dell’impatto ambientale”, ha affermato Alex de Vries, data scientist presso la banca centrale olandese e fondatore di Digiconomist, che tiene traccia della sostenibilità dei progetti di criptovaluta.

Nonostante un mese fa il prezzo dei bitcoin sia sceso di circa il 50%, passando da un valore di 67 mila dollari a 31mila dollari, i livelli di contaminazione globale e di emissioni di gas serra non si sono ridotti.

Questo può essere dovuto al fatto che Bitcoin non contribuisca in modo significativo agli impatti ambientali globali oppure che il suo crollo non abbia influito nella produzione di nuovi bitcoin, ergo che le miniere di bitcoin stanno funzionando con gli stessi ritmi di prima.

Questo crollo infatti non è stato il primo ostacolo per Bitcoin e per le altre monete digitali perchè fino ad oggi si possono contare cinque grandi cadute del pezzo delle criptovalute che sono state un momento di analisi e di ripartenza ogni volta.

Criptovalute e ambiente: 3 iniziative ambientaliste 

Dal momento che il mondo delle criptovalute continua ad essere un fenomeno di nicchia, finchè questo sistema finanziario non sarà presente a grande scala è difficile valutare quali potrebbero essere i reali impatti. Ciò nonostante è un lato positivo che ci siano sempre più iniziative pro-ambiente che cercano di migliorarne il sistema.

Le criptovalute rientrano tra le ultime innovazioni che stravolgono la società tradizionale e non possono escludere tra i loro principi il valore della crescita sostenibile. La prima iniziativa di cui parleremo è il Crypto Climate Accord, che si pone come obiettivo la ricerca di un nuovo meccanismo di consenso, il Proof of Green.

La seconda iniziativa che vale la pena citare è il Crypto Impact and Sustainability Accelerator (CISA)nato per sensibilizzare la popolazione riguardo l”impatto sociale, di governance e ambientale delle criptovalute. Quest’iniziativa è stata spinta da un forte domanda da parte di governi, aziende e società civile di tutto il mondo.

Infine tratteremo un esempio del nostro territorio italiano, in particolare di un piccolo comune del Trentino che ha aperto un nuovo progetto per avviare una miniera di bitcoin al 100% sostenibile perchè si fornirebbe completamente di fonti di energia rinnovabili provenienti dalla centrale idroelettrica.

Criptovalute e ambiente: il Crypto Climate Accord (ACC)

La prima iniziativa che abbiamo nominato è il Crypto Climate Accord (ACC), un accordo ispirato all’Accordo sul clima di Parigi, il CCA. Questo progetto viene dal settore privato al servizio dell’intera comunità crittografica incentrata sulla decarbonizzazione dell’industria delle criptovalute e della blockchain.

Secondo l’accordo ci sono due obiettivi fondamentali:

“1. Per i firmatari dell’ACC si promettono emissioni pari a zero dal consumo di elettricità entro il 2030.

2. Sviluppo di standard, strumenti e tecnologie con i sostenitori della CCA per accelerare l’adozione e verificare i progressi verso blockchain alimentate al 100% da fonti rinnovabili entro la conferenza COP30 dell’UNFCCC del 2025.”

Fino ad ora ci sono 250 aziende e privati interessati nel settore cripto e finanziario che hanno aderito al Crypto Climate Accord come sostenitori. Queste persone si impegnano pubblicamente a raggiungere emissioni nette pari a zero dei loro consumi di elettricità associati a tutte le rispettive operazioni relative alle criptovalute entro il 2030.

Criptovalute e ambiente: Crypto Impact and Sustainability Accelerator (CISA)

La seconda iniziativa di cui parleremo è un progetto, il Crypto Impact and Sustainability Accelerator (CISA), lanciato da the World Economic Forum, in collaborazione con CoinDesk. Tra gli obiettivi principali si possono distinguere tre punti: i progetti, gli approfondimenti e l’apprendimento.

All’interno dei progetti, il Crypto Impact and Sustainability Accelerator cerca di fornire soluzioni per multi-stakeholder con il fine di aprire collaborazioni per creare nuovi standard comuni con i principi dettati dagli ESG e della ricerca etnografica. I finanziamenti saranno utilizzati per accelerare iniziative esistenti e nuove opportunità di finanziamento dello sviluppo ed espansione dei programmi di formazione e certificazione. 

Nella parte destinata all’apprendimento ci saranno dei feedback dei progetti realizzati per guidare l’apprendimento peer-to-peer a livello globale in tutti i settori e aumentare l’accesso alle informazioni e agli strumenti in modo tale che le parti interessate possano impegnarsi in un’iterazione continua in un ecosistema multi-catena.

Infine la leadership si pone come obiettivo la priorità dell’impatto sociale come motore strategico delle criptovalute per i leader internazionali. In questo punto i ricercatori si impegnano anche di condividere esperienze e buone pratiche.

Criptovalute e ambiente: il caso del Borgo d’Anaunia

Il caso del Borgo d’Anaunia è diventato un simbolo a livello internazionale di come una miniera di bitcoin non significhi automaticamente contaminazione e impatto ambientale. Con un uso sostenibile delle fonti di energia rinnovabile, le emissioni generate si riducono al minimo. 

Come si può leggere dall’articolo di Edoardo Prallini pubblicato sulla rivista Forbes:

“Un centro di supercalcolo per l’estrazione di bitcoin che potrà contare, come si legge dagli avvisi dell’albo pretorio del comune, su 40 computer forniti dall’azienda di innovazione Idm srl. Garantiranno una potenza di calcolo totale di 4 petahash (100 terahash a macchina per 40 macchine). L’energia per le operazioni sarà assolutamente green, grazie al moto dell’acqua: si tratta del primo caso in Italia.

Prima della Grande Migrazione, le miniere di bitcoin utilizzavano gran parte dell’energia da fonti rinnovabili, in particolare sfruttando le centrali idroelettriche cinesi per produrre l’energia elettrica necessaria. Oggi la situazione è cambiata dal momento che molte centrali si sono spostate verso altri Paesi meno esigenti dal punto di vista ambientale.

Criptovalute e ambiente: le prospettive future

Piccole e grandi iniziative sono molto importanti in questo momento dello sviluppo e di crescita delle criptovalute. Con la grande crescita del mondo cripto ci sono sempre più persone interessate a seguire i principi di decentralizzazione, equità e scambio diretto, e questo implica una maggiore produzione delle monete digitali.

Maggiore produzione di monete digitali e validazione delle transazioni implica che sia un maggior consumo di energia elettrica e uso di apparecchiature. Gli investitori, che sono i diretti interessati, possono facilmente spingere il mondo cripto ad adottare nuove misure sostenibili.

Con l’educazione e la sensibilizzazione delle persone ad un uso corretto di questo servizio, le criptovalute potranno essere la prima innovazione che apporterà molti benefici senza cadere nell’errore di impattare drasticamente il territorio o la società.

Criticare il sistema cripto significa porre nuove sfide agli sviluppatori che attualmente si stanno concentrando per mantenere e migliorare i livelli di sicurezza nel web adottando misure che rispettano l’ambiente che ci circonda. Solo se tutte le nazioni decideranno di adottare una politica ambientale efficace si potrà parlare veramente di sostenibilità.

Redazione Trend-online.com
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