BlockFI in bancarotta: 100.000 creditori e prelievi bloccati, un altro crypto-disastro

Non era una previsione difficile, ma BlockFi ha dichiarato pochi giorni fa bancarotta. Sono più di 100.000 i creditori, ma otterranno giustizia?

Non abbiamo scelta se non affermare che il mecato crypto è nel caos: nulla sembra riuscire a ricostruire la fiducia degli investitori.

Anzi, sembra che dopo l’ennesima caduta di un colosso del settore come FTX, l’effetto domino innescato sia più che disastroso.

Sembra che il Web3 stia crollando come un castello di carte e quasi tutte le società del settore, anche le più lontane dall’exchange del CEO “SBF”, sembrano accusare il colpo.

Proviamo però a pensare a quelle più vicine: come farà BlockFi a riprendersi dalla bancarotta dichiarata giorno 11 Novembre?

La situazione è più che critica e coinvolge centinaia di milioni di dollari insieme a centinaia di migliaia di creditori!

Riuscirà BlockFi a riprendersi e ripagare i creditori? I dubbi sono tanti, soprattutto per come stanno andando le cose

FTX e BlockFi, salvataggio fallito

Per chi non lo sapesse, le storie di BlockFi e l’exchange crypto FTX sono intrecciate.

A giugno 2022, dopo la caduta del network TerraUSD e di Celsius, il mercato crypto è entrato nel panico come sicuramente molti ricorderanno.

A quel tempo, Three Arrows Capital era sull’orlo del precipizio e, nonostante BlockFi fosse in difficoltà, possiamo affermare che la prima avesse molto più bisogno d’aiuto della seconda.

Tuttavia FTX scelse di avviare una linea di credito per sostenere il secondo gruppo di crypto-lending, offrendo 400 milioni di USD.

Il crypto-lender aveva ottenuto il primo prestito di 275 milioni di USD, ma i restanti $125 milioni erano stati richiesti proprio l’8 novembre al partner FTX, che li ha negati, dichiarando bancarotta solo 3 giorni dopo!

FTX e Alameda Research negano credito promesso

Purtroppo i mali non vengono mai soli.

Insieme alla parte di prestito negato da FTX, si aggiunse anche un’altra tragedia che ha segnato il crollo definitivo per BlockFI: l’inadempienza di Alameda Research.

Per chi non lo sapesse, la società aveva prestato $680 milioni ad Alameda Research, in quella che può essere definita la più grande operazione di prestito da parte della compagnia di lending prima dei successivi disastri avvenuti da Maggio 2022.

Al momento della richiesta, in seguito al collasso dell’impero di “SBF”, la società di trading creata dal CEO non ha restituito il denaro dovuto.

A causa di questi episodi disastrosi, la piattaforma di lending si è ritrovata così costretta a sospendere alcune attività e bloccare i prelievi.

BlockFi, blocco prelievi e Articolo 11

Il blocco dei prelievi è stato il colpo finale.

Proprio la settimana scorsa, BlockFi si è trovata così costretta a dichiarare bancarotta.

La società di crypto-lending è stata colpita duramente dall’orribile vicenda che ha coinvolto FTX e Alameda Research, lasciando molti investitori già precedentemente dubbiosi sul fatto che potesse continuare ad operare come al solito.

Ne avevamo già parlato precedentemente, era facile prevedere un episodio del genere, ma il crollo di un gigante fa sempre rumore. Soprattutto se ne avviene più di uno e tutti uno dopo l’altro!

Come se non bastasse, la piattaforma ha dichiarato in tribunale di avere ancora $355 milioni in criptovalute congelati all’interno dell’exchange FTX (oltre a quelli dovuti dall’hedge fund affiliato, Alameda, pari a $680 M).

Il blocco dei prelievi era solo l’inizio e il timore di non vedere più il proprio denaro si è insinuato in tantissimi creditori. Alcuni più in vista di altri.

Insomma un disastro dopo l’altro in cui la piattaforma è rimasta incastrata e che rischia di portare molti altri ancora con sé!

100.000 creditori, tra cui la SEC

In un recente bilancio, in seguito anche all’ammissione di bancarotta in tribunale, la compagnia presenta quelle che sono bilanci positivi e negativi.

Entrambi oscillano in un range tra $1-$10 miliardi!

Il numero di creditori poi si aggira attorno ai 100.000 e tra di loro FTX è solo il secondo a vantare la cifra più grande dovuta: cioè $275 milioni.

Il primo, in termini di denaro dovuto da BlockFi, è Ankura Trust Company Ltd, Connecticut. Sembra che il crypto-lender debba $729 milioni al suo beneficiario!

Inoltre, tra i creditori si registra perfino la SEC (Securities an Exchanges Commission) per un ammontare di $70 milioni.

Sembra addirittura che sia stato proposto alla SEC di restituire il denaro per aiutare gli investitori che dovrebbe tutelare. Chissà se l’ente acconsentirà.

Intanto la società chiarisce di non essere come FTX, insieme all’intenzione di volere ripagare tutti i 100.000 creditori. Ci riuscirà?

BlockFi, recupero fondi possibile

Non è chiaro come, ma la piattaforma sembra mirare a ristabilire la serenità dei portafogli appartenenti ai propri clienti.

In un piano di ristrutturazione seguito alla bancarotta, la società ammette di volere attuare “tagli a spese e personale” e ripagare al più presto i creditori.

Sembra anche che, in seguito alla vendita di asset digitali come le criptovalute, la società abbia già 256,9 milioni di USD in contanti pronti a supportare le operazioni di recupero.

Basterà? Non lo sappiamo, ma la piattaforma di crypto-lending sembra volere mostrare il proprio impegno.

BlockFi sottolinea, infatti, di essere differente dalle società disastrose di Sam Bankman-Fried e vuole proporre una sentenza per cui i clienti del programma BlockFi Wallet potranno prelevare i propri fondi.

Noi staremo a vedere.

Leggi anche:”FTX, schema Ponzi o semplice bancarotta? Spiegato il disastro con Alameda Research

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