Petrolio debole: cosa aspettarsi? I titoli buy nel settore

Il petrolio rifiata dai top dei giorni scorsi: quali scenari?

Il rialzo messo a segno venerdì scorso dal petrolio, nell’ordine di circa mezzo punto percentuale ha avuto vita breve.

Petrolio in calo in avvio di settimana

Quest’oggi, infatti, le quotazioni dell’oro nero sono tornate a perdere terreno, con il WTI che si presenta negli ultimi minuti a 82,85 dollari, con una flessione dello 0,41%, mentre il Brent cede lo 0,56% a 86,8 dollari al barile.

Il petrolio indietreggia dopo la risposta israeliana agli attacchi iraniani ha riportato il Brent brevemente sopra i 90 dollari al barile la scorsa settimana.

Petrolio: focus sull’Iran

Il prezzo del greggio aveva assorbito gli eventi geopolitici e il ritorno delle sanzioni al Venezuela da parte degli Stati Uniti, in quanto le tensioni internazionali non avevano avuto particolari ripercussioni sull’offerta di petrolio.

L’Iran ha recentemente continuato a crescere, con le esportazioni arrivate a un massimo degli ultimi 6 anni di 1,6 milioni di barili al giorno a marzo, prevalentemente verso la Cina, con la produzione domestica complessiva a 3,2 milioni di barili giornali.

Equita SIM spiega che l’eventuale imposizione di sanzioni più restrittive da parte dei paesi occidentali nei suoi confronti potrebbe essere poco efficace e non modificare quindi i fondamentali del petrolio.

La domanda di greggio si manifesta solida, tanto che è attesa a circa +1,5 milioni di barili giornalieri anno su anno nel 2024, e ben rifornita dalla crescita della produzione oltre che da una “spare capacity” dell’OPEC a circa 5 milioni di barili al giorno, un livello che permette una certa flessibilità nel breve termine anche ipotizzando alcune disruptions minori.

Un ipotetico blocco o rallentamento dei transiti dello stretto di Hormuz sarebbe invece più complicato da gestire, ma non sarebbe di interesse nemmeno all’Iran, in quanto una parte importante del suo export di greggio transita da quel “choke point”.

Petrolio: premio a rischio sul Brent sarà presente nel 2024

Secondo gli analisti di Equita SIM, il rischio geopolitico è destinato a mantenere un premio al rischio al Brent, ragionevolmente fra 5 e 10 dollari al barile nel secondo trimestre di quest’anno.

Gli analisti si aspettano un prezzo del greggio per il 2024 pari a circa 80 dollari al barile, con range di oscillazione tra 70 e 90 dollari al barile.

Gli esperti ritengono che il prezzo del Brent possa progressivamente rientrare verso gli 80 dollari al barile, se i conflitti in corso non abbiano implicazioni sull’offerta reale di petrolio.

Settore oil: i titoli da preferire a Piazza Affari

Nel settore, la SIM milanese mantiene un approccio difensivo e preferisce rispetto alle società di servizi quelle integrate, che in questa fase dovrebbero beneficiare di un momentum positivo delle commodity nel secondo trimestre e abbondanti buyback.

Nel settore oil, i titoli preferiti da Equita SIM nel settore oil sono ENI, Maire e d’Amico, segnalando che quest’ultima beneficia delle “disruptions” della logistica del comparto oil.

Davide Pantaleo
Davide Pantaleo
Davide Pantaleo da quasi un ventennio si occupa di Borsa e Finanza. Dopo aver svolto per diversi anni l'attività di promotore finanziario in Italia e all'estero, nel 2005 entra nel team di Trend-online con l'incarico di redattore.
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