Per l’assegno di divorzio bisogna considerare anche la convivenza prima del matrimonio

Svolte per le coppie di fidanzati: anche la convivenza prima del matrimonio è un parametro per l'assegno di divorzio. Ecco cosa dice la Cassazione.

La Corte di Cassazione, con una sentenza storica, forse legata al cambiamento culturale nel nostro Paese, ha stabilito che nel computo dell’assegno di divorzio sarà necessario tenere conto della convivenza avvenuta prima del matrimonio.

Per l’assegno di divorzio bisogna considerare anche la convivenza prima del matrimonio

Questa sentenza è figlia di un caso di convivenza avvenuto tra il 1996 e il 2003, per il quale una donna ha chiesto che l’assegno di divorzio venisse calcolato non solo per il periodo in cui lei e l’ex marito sono stati sposati, ossia dal 2003 al 2010, ma anche per il periodo della convivenza.

Gli obblighi giuridici, per ciò che è noto, nascono solo dopo aver stipulato un contratto di matrimonio e non in una convivenza o in un fidanzamento. Inoltre, come aveva stabilito la Corte d’Appello di Bologna, in questo caso, la donna aveva rinunciato alle proprie ambizioni lavorative non per dedicarsi alla cura del marito o del figlio, ma perché veniva da una situazione economica agiata.

Con il ricorso in Cassazione, però, la sentenza è stata completamente ribaltata in quanto è stato stabilito che:

L’assegno di divorzio ha una funzione assistenziale, ma parimenti anche compensativa e perequativa, come indicato dalle Sezioni Unite, e presuppone l’accertamento di uno squilibrio effettivo e di non modesta entità delle condizioni economiche patrimoniali delle parti, riconducibile in via esclusiva o prevalente alle scelte comuni di conduzione della vita familiare, alla definizione dei ruoli dei componenti della coppia coniugata, al sacrificio delle aspettative lavorative e professionali di uno dei coniugi.

Una sentenza forse figlia dei tempi moderni

Questa sentenza rappresenta una vera e propria rivoluzione culturale anche nella giurisprudenza italiana. I matrimoni sono sempre più in calo e la convivenza è il tipo di relazione più diffusa tra le coppie nel nostro Paese. A tal proposito, SkyTg24 ha riportato le parole di Gian Ettore Gassani, presidente dell’Ami (Associazione degli avvocati matrimonialisti italiani), che ha commentato così la sentenza:

Molte coppie convivono per tanti anni prima di sposarsi. Spesso le scelte più importanti vengono condivise durante questa fase prematrimoniale e sovente si tratta di scelte che condizionano la coppia e le prospettive personali e lavorative di uno dei due partners.

Poi ha aggiunto:

La Cassazione ha elevato l’asticella culturale del Paese conferendo alla pregressa convivenza prematrimoniale un valore importante anche per calcolare l’assegno di divorzio sulla base, appunto, di tutto ciò che è accaduto ed è stato scelto dai coniugi prima di sposarsi.

Infine ha concluso:

La convivenza non è più “terra di nessuno” o un periodo insignificante ma viene ritenuta dalla Cassazione come un tutt’uno con il matrimonio. Non c’è dubbio che questa sentenza proietti l’Italia in Europa dal punto di vista del diritto di famiglia.

Leggi anche: Assegno di mantenimento per l’ex coniuge che lavora in nero: ecco cosa dice la legge

Felice Emmanuele Paolo de Chiara
Felice Emmanuele Paolo de Chiara
Redattore, classe 1994. Sono nato a Napoli ma ho vissuto un po’ in Toscana dove mi sono laureato in Scienze politiche e relazioni internazionali presso l’Università degli Studi di Siena e un po’ a Milano dove mi sono specializzato in Cooperazione Internazionale presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore. Sono appassionato di politica, attualità, sport (grande tifoso del Napoli), cinema e libri. Nel tempo libero mi dedico alla scrittura di racconti e quando ho tempo viaggio.
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