Conto cointestato: ecco cosa succede alla morte del coniuge

I coniugi possono scegliere di aprire un conto cointestato per gestire insieme guadagni e risparmi. Ma cosa accade alla morte di uno dei coniugi?

Aprire un conto cointestato, a firma congiunta o disgiunta, è una soluzione spesso scelta da coniugi che desiderano condividere la gestione dei guadagni e risparmi familiari.

Finché entrambi restano in vita, nulla quaestio.

Cosa succede però quando uno dei coniugi muore? Cosa deve fare il coniuge superstite? La legge lo autorizza ad effettuare operazioni sul conto cointestato?

Cosa succede, insomma, al conto cointestato in caso di morte di un coniuge?

Conto cointestato: firma congiunta o disgiunta

Il primo punto da risolvere per capire cosa succede a un conto cointestato in caso di morte di un cointestatario, è differenziare tra conto a firma congiunta e a firma disgiunta.

Nel caso di conto cointestato a firma congiunta, infatti, il superstite non può compiere operazioni di prelievo sul conto perché la banca, alla morte dell’altro coniuge, provvede in automatico a congelare il conto cointestato fino a che non verranno identificati gli eredi legittimi e le quote ereditarie.

In caso di conto cointestato a firma disgiunta, invece, il 50% può essere prelevato immediatamente dal superstite, mentre la restante metà viene tenuta dalla banca in attesa di identificare gli eredi.

Se, al termine delle ricerche, l’unico erede risulta essere proprio il coniuge superstite, ecco che lo stesso potrà prelevare l’intera giacenza del conto cointestato.

La Corte di Cassazione, nel 2021, ha sancito che, in base al principio della solidarietà attiva, il coniuge superstite può prelevare l’intera giacenza.

Come agire alla morte del coniuge cointestatario

Perché il coniuge superstite possa effettuare operazioni su un conto in comune col coniuge defunto, non basta recarsi semplicemente in banca. Infatti, è necessario seguire delle procedure.

Innanzitutto, l’erede ha l’obbligo di comunicare il decesso del coniuge depositando il suo certificato di morte.

In secondo luogo, per poter avviare la successione dell’importo presente sul conto corrente cointestato, entro un anno dal giorno della morte del coniuge bisogna presentare la dichiarazione di successione.

In realtà, questo onere non è obbligatorio se unico erede risulta il coniuge superstite e se la giacenza sul conto non supera i centomila euro.

Ricordiamo, infine, che in caso di coniuge superstite come unico erede, quest’ultimo può prelevare l’intera somma del conto cointestato. Se, invece, il coniuge superstite ha un figlio potrà prelevare solo la metà.

In caso di due o più figli, concorrerà per solo un terzo dell’intera giacenza.

Leggi anche: Un padre che paga metà assegno ai figli può essere condannato?

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