Cosa succede quando si presenta un curriculum vitae falso nel pubblico e nel privato

Presentare un curriculum vitae falso per essere assunti o per partecipare ad un concorso pubblico comporta conseguenze. Ecco cosa succede.

Avere un buon curriculum vitae è il primo biglietto da visita in vista di un’eventuale assunzione. Per quasi tutti i posti di lavoro, viene richiesto ai candidati l’invio del proprio CV.

Attraverso questo documento, il potenziale datore di lavoro o, come nella maggior parte dei casi, l’ufficio delle risorse umane, dà una prima valutazione del candidato.

Per cercare di superare questa sorta di preselezione, è bene che il curriculum venga compilato nel miglior modo possibile, sintetizzando i propri titoli di studio e le eventuali esperienze lavorative, le capacità e i punti di forza (non dimenticando la grammatica italiana).

A volte, però, si eccede nel redigere un buon curriculum, gonfiandolo o, addirittura, dichiarando il falso. Proprio in questo secondo caso, bisogna stare molti attenti in quanto potrebbero esserci alcune conseguenze poco piacevoli. Cosa succede?

Curriculum vitae falso: ecco cosa succede

Nel mondo del lavoro, il primo passo che deve fare un candidato quando vuole partecipare alle selezioni di un’offerta di lavoro è presentare il proprio curriculum vitae.

Si tratta di un documento che presenta il candidato, sintetizzando le informazioni riguardanti i titoli di studio, le esperienze lavorative, le competenze e le abilità professionali, i punti di forza e tutti gli obiettivi conseguiti nel tempo.

Se la lettura del curriculum vitae ha esito positivo, generalmente, la seconda “prova” del candidato può essere un colloquio conoscitivo o una prova scritta o pratica, a seconda della tipologia di lavoro offerta.

La presentazione del cv è un po’ il primo banco di prova affinché una candidatura venga presa in considerazione. Pertanto, qualche furbetto, spesso e volentieri, pensa bene di gonfiare il curriculum o, peggio, dichiarare il falso.

Cosa succede in questi casi? Chi trucca un curriculum vitae con lo scopo di essere assunto, rischia di essere denunciato per truffa ai danni del datore di lavoro. Commettere una truffa del genere comporta il pagamento di una sanzione tra i 51 e i 1032 euro.

Ma non solo: il Codice Penale prevede anche la reclusione che può arrivare dai sei mesi a tre anni. Tuttavia, dobbiamo anche far presente che non basta gonfiare il cv per far scattare la truffa, ma proprio falsificare i documenti, per esempio, procurandosi e dichiarando un corso di formazione professionale oppure un certificato di laurea che, in realtà, non sono mai stati effettivamente conseguiti.

Curriculum vitae falso e gonfiato: ecco tutte le differenze

Ci sono alcune profonde differenze tra un curriculum vitae falso e uno gonfiato; differenze molto importanti che hanno conseguenze diverse.

Quali sono? Un curriculum gonfiato, come abbiamo detto, non comporta conseguenze penali. Si tratta, semplicemente, di tutti quei casi in cui si ingigantiscono le proprie attitudini e qualità, le proprie competenze e, in generale, tutte le skill che richiedono un’autovalutazione.

Falsificare un curriculum è una faccenda ben diversa. Si tratta di tutti i quei casi in cui si certifica di aver conseguito un titolo di studio o aver seguito un master, un dottorato di ricerca dichiarando il falso e procurandosi documenti falsi.

Si può essere licenziati?

Quando si presenta un curriculum vitae falso non si rischia solo di incorrere in conseguenze penali. La presentazione di un cv falso implica anche conseguenze civili, nei rapporti con il datore di lavoro o con l’azienda.

Si può essere licenziati? Assolutamente sì, anzi è più di una certezza. Il licenziamento, in casi come questi, è per giusta causa, in quanto il lavoratore dipendente ha dichiarato il falso per essere assunto.

Quando si licenzia per giusta causa non è neppure necessario il preavviso e il rapporto di lavoro non può proseguire per la lesione al vincolo di fiducia con il datore di lavoro. Il lavoratore che dichiara il falso rischia anche di dover pagare un risarcimento danni al datore di lavoro che lo aveva assunto.

Ovviamente, l’onere della prova ricade sul datore di lavoro, che deve dimostrare le conseguenze economiche negative, oltre che a livello produttivo, causatagli dalle dichiarazioni mendaci del lavoratore. L’azienda potrebbe anche dimostrare le conseguenze legate alla necessità di dover indire una nuova selezione, dispendendo tempo e ulteriori risorse.

I cosiddetti furbetti del cv non ci sono solo nell’ambito delle selezioni del settore privato, ma anche nei concorsi pubblici. Cosa succede in questo caso? Se nell’ambito di una selezione pubblica viene presentato un curriculum vitae falso, il candidato commette un falso ideologico in atto pubblico, che implica la reclusione fino a due anni.

Il reato di falso ideologico consiste nell’affermare informazioni false in un atto o in un documento pubblico. Ma non avviene solo quando si dichiarano lauree o titoli di studio non conseguiti, ma anche quando, per esempio, si dichiara di non avere precedenti penali, con il solo fine di partecipare alla selezione.

Leggi anche: Curriculum Vitae: quali contenuti richiedono le aziende

Sara Bellanza
Sara Bellanza
Aspirante storica contemporaneista, classe 1995.Amante della lettura e della scrittura sin dalla tenera età, ho una laurea triennale in Filosofia e Storia e una laurea magistrale in Scienze Storiche, conseguite entrambe presso l’Università della Calabria. Sono autrice di alcune pubblicazioni scientifiche inerenti alla storia contemporanea e alla filosofia: "L'insostenibile leggerezza della storia" e "L’insufficienza del linguaggio metafisico" per la rivista "Filosofi(e)Semiotiche", e "Il movimento comunista nel cosentino" per la "Rivista Calabrese di Storia del '900".Nonostante la formazione prettamente umanistica, la mia curiosità mi ha spinto a conoscere e a informarmi sugli ambiti più disparati. Leggo, scrivo e fotografo, nella speranza di riuscire a raccontare il mondo così come lo vedo io.
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