Quando finisce il mantenimento dei figli? Ecco quando diventa autosufficiente

Nel momento in cui i figli ottengono l'autosufficienza economico, i genitori non sono più tenuti a pagare il mantenimento. E se non lavorano? Cosa succede?

Nel momento in cui i figli ottengono l’autosufficienza economico, i genitori non sono più tenuti a pagare il mantenimento. Quello di pensare ed accudire la prole, non è solo e soltanto un obbligo morale ed etico. Ma lo prevede direttamente il nostro ordinamento: la legge non specifica un’età precisa dalla quale i genitori non sono più obbligati al mantenimento.

Cerchiamo di capire quando un figlio diventa economicamente autosufficiente. E soprattutto fin dove si spingono diritti e doveri dei genitori.

Mantenimento: quando un figlio è autosufficiente

Al contrario di quanto si possa pensare, il diritto al mantenimento dei figli non decade in automatico quando diventano maggiorenni. E nemmeno nel momento in cui trovano un’occupazione come tirocinanti. Ma nemmeno se stanno seguendo un dottorato di ricerca. La giurisprudenza prevede che il diritto al mantenimento spetti al figlio anche se questo riceve, a fronte delle attività svolte, un contributo economico non sufficiente a fargli raggiungere la completa indipendenza economica.

Nel caso in cui il figlio abbia un contratto part-time che non gli permetta di uscire dalla precarietà economica, perderebbe, comunque, il diritto ad ottenere il mantenimento. A fronte di un contratto part-time si presuppone che possano esserci le condizioni perché sia indipendente economicamente.

La Corte di Cassazione, attraverso la sentenza n. 18974 del 8 agosto 2013, ha affermato che un figlio raggiunge un’autonomia economica, nel momento in cui stia lavorando e percependo un reddito che sia adeguatamente congruo alla sua professionalità. Il diritto al mantenimento viene meno nel momento in cui il figlio abbia rifiutato un impiego nell’azienda di famiglia, senza una valida ragione (sentenza n. 20137 del 3 settembre 2013 della Corte di Cassazione).

Il diritto al mantenimento è comunque un tema particolarmente complesso: i diversi tribunali italiani hanno pronunciato varie sentenze, che avevano tutte come oggetto il momento nel quali il figlio raggiunge l’autosufficienza economica. Ogni singola situazione è stata analizzata e giudicata secondo le sue particolarità.

Quando finisce l’obbligo al mantenimento

L’obbligo dei genitori a mantenere i propri figli è previsto dalla Costituzione italiana. Questo obbligo è dettato dal fatto che li hanno generati e lo devono adempiere anche se non vivono con loro. Il padre e la made, in equal misura, devono contribuire al mantenimento della prole: lo dovranno in base alle rispettive capacità economiche. L’Italia è uno dei paesi nei quali i giovani dedicano molti anni allo studio e successivamente faticano a trovare un lavoro stabile: per questo motivo i figli tendono a vivere più a lungo con i genitori, perché non riescono a diventare autonomi.

In linea generale il diritto al mantenimento termina intorno ai 30-35 anni, sempre che non riescano a raggiungere un’indipendenza economica prima. Se a 30-35 anni un figlio non è riuscito a trovare il lavoro dei propri sogni, si dovrà accontentare di quello che trova. Nel caso in cui a quell’età dovesse continuare a persistere lo stato di disoccupazione, questo è sinonimo di uno stato di pigrizia della persona e non da una crisi occupazionale, che non gli consenta di entrare nel mondo del lavoro. A questa età perderà il diritto al mantenimento. I figli perdono la dipendenza dai genitori con gli anni: molte sentenze ha sottolineato che oltre i 35 anni l’obbligo del mantenimento genitoriale dovrebbe decadere proprio perché causata da inerzia e pigrizia e non da circostanze esterne.

L’onere della prova: a chi spetta

Nel caso in cui i genitori ed i figli dovessero finire in tribunale, l’onere della prova spetta al ricorrente. Dovrà, quindi, dimostrare con i fatti il fondamento del proprio diritto.

Sarà compito dei genitori dimostrare che il figlio non è ancora riuscito a raggiungere l’indipendenza economica per una sua particolare colpa: questa può essere l’inerzia, la scarsa volontà ad impegnarsi. E per questo motivo potranno chiedere il decadimento del diritto al mantenimento. Spetterà al figlio, invece, dimostrare di aver messo in atto ogni possibile impegno per cercare un lavoro e a dimostrare di non essere riuscito a raggiungere l’indipendenza economica per motivi a lui non imputabili. L’onere della prova è assolutamente rilevante quindi per decretare il decadimento o la conferma del mantenimento dei figli anche se verrà dato peso anche ad altri aspetti come, ad esempio, l’età del giovane.

Pierpaolo Molinengo
Pierpaolo Molinengo
Giornalista. Ho una laurea in Materie Letterarie, conseguita presso l'Università degli Studi di Torino. Ho iniziato ad occuparmi di Economia fin dal 2002, concentrandomi dapprima sul mercato immobiliare, sul fisco e i mutui, per poi allargare i miei interessi ai mercati emergenti ed ai rapporti Usa-Russia. Scrivo di attualità, fisco, tasse e tributi, diritto, economia e finanza.
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