Capita spesso che i lasciti ereditari siano molto poco convenienti da accettare. Si pensi ai parenti sui quali gravano molti debiti. Anche se durante la vita i creditori non possono rivalersi nei confronti dei familiari, anche se conviventi, le cose cambiano se alla morte del debitore, loro ne accettano il lascito testamentario.
Se, invece, si rinuncia all’eredità, i creditori non possono pretendere nulla. Per togliersi direttamente e subito ogni peso e possibile problema futuro, molte persone vogliono rinunciare all’eredità in vita, ancor prima che il debitore muoia.
Nel testo, andremo a spiegare come fare se questo sia in qualche modo possibile, analizzando le possibilità legali e le conseguenze della rinuncia.
Cosa fare per rinunciare all’eredità in vita
Quando si ha un parente pieno di debiti, molto spesso si vorrebbe rinunciare preventivamente all’eredità, per non avere nessun tipo di problema futuro.
In realtà, solo se si accetta il lascito ereditario si finisce nel mirino dei creditori, i quali, invece, non possono rivalersi sui parenti che rifiutano l’eredità. Nei casi in cui si sa di avere un parente con molti debiti sulle spalle, si ha, spesso, l’intenzione di togliersi subito di dosso qualsiasi problema.
Allora la domanda che sorge spontanea è: cosa fare per rinunciare all’eredità in vita? Ebbene, la legge non prevede la possibilità di rinunciare preventivamente all’eredità, anche perché non c’è nessuna necessità.
Come abbiamo già detto, fino alla morte del parente, ovvero il de cuius, non sussiste nessun rischio di un’azione legale da parte dei creditori del soggetto. Solo alla morte del de cuius si apre la questione della responsabilità dei debiti ereditari.
Se i parenti accettano l’eredità, allora si diventa responsabili non solo degli attivi, ma anche dei debiti del defunto. Allora il creditore può pignorare il patrimonio caduto in successione, quanto anche le proprietà personali dell’erede.
Come fare la rinuncia dell’eredità prima della morte
Come abbiamo spiegato poc’anzi, non è possibile rinunciare all’eredità prima della morte.
Dobbiamo spiegare il motivo. L’articolo 458 del Codice Civile, infatti, vieta i patti successori. Si tratta di tutte quelle disposizioni che riguardano una successione non ancora aperta. Per fare un esempio, non si può disporre di un’eredità non ancora ricevuta, così come non si può rinunciarvi prima della morte dell’interessato.
La legge distingue tra:
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Patti successori istitutivi, ovvero quelli destinati all’apertura della successione;
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Patti successori dispositivi, ovvero quelli con cui si dispone di un’eredità non ancora propria;
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Patti successori abdicativi, come la rinuncia all’eredità.
Perché il Codice Civile vieta di rinunciare all’eredità quando l’interessato è ancora in vita? La legge tutela la libertà testamentaria e mira ad evitare che la morte di una persona venga vista come desiderabile o no, cioè in vista di un vantaggio o di uno svantaggio futuro.
Chi fa atti di questo tipo non rischia multe o sanzioni. Questi atti contrari al divieto sono semplicemente nulli. Cosa fare in alternativa? Chi possiede già alcuni beni del defunto, però, può eseguire una procedura diversa, rispettando le dovute tempistiche.
Si deve effettuare l’inventario dei beni entro 3 mesi dall’apertura della successione e, poi, effettuare la rinuncia all’eredità entro 40 giorni dall’inventario.
Quando non è possibile rinunciare all’eredità
Ci sono alcuni casi in cui non è possibile rinunciare all’eredità. Quando? Se il chiamato all’eredità è nel possesso dei beni ereditari e non ha ancora provveduto a fare l’inventario entro tre mesi dall’apertura della successione.
Poi, quando il chiamato all’eredità nel possesso dei beni ereditari non dichiara di rinunciare all’eredità entro quaranta giorni dall’esecuzione dell’inventario. Infine, se il chiamato all’eredità ha sottratto o nascosto beni spettanti dall’eredità stessa.
In questo caso, la rinuncia non ha effetto in quanto, per legge, il chiamato sarà erede puro e semplice.
Cosa succede se il coniuge rinuncia all’eredità
Chi rinuncia all’eredità, se opera validamente così come prescritto dalla legge, non comporta nessun effetto traslativo.
Con la rinuncia, l’erede impedisce la realizzazione del trasferimento dei beni e dei diritti ereditari nel proprio patrimonio.
Ricordiamo che la rinuncia all’eredità è assoggettata a registrazione, ma sconta l’imposta di registro in misura fissa, in quanto si tratta di un atto privo di contenuto patrimoniale. Chi rinuncia all’eredità deve pagare solo l’imposta di registro fissa. Se si rinuncia dopo aver accettato il lascito ereditario, allora ci sono effetti traslativi perché essa viene realizzata con l’effetto di trasferire l’eredità già ricevuta dall’erede a soggetti terzi.
Infine, la rinuncia all’eredità operata al solo scopo di ottenere un indebito vantaggio fiscale configura l’abuso di diritto e non può essere opposta all’Amministrazione finanziaria.
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