Riscaldamento in condominio, le regole per l’inverno 2022-23: chi e come controlla

Nero su bianco il Decreto che stabilisce le regole e i limiti al riscaldamento per la stagione invernale 2022-23. Ma chi effettuerà i controlli?

Nero su bianco, il nuovo Decreto del Mite stabilisce quali sono i limiti termici per il riscaldamento durante la prossima stagione invernale 2022-23, oltre che chi è tenuto ad effettuare i controlli e verificare che le regole vengano rispettate.

L’emergenza e la crisi energetica, il rincaro delle bollette, l’aumento dei costi del carburante e dei generi alimentari stanno infliggendo un duro colpo agli italiani. Oltre a ciò, un altro colpo arriva dal piano di razionamento del gas. Per il prossimo inverno, infatti, sono state definite le regole sul riscaldamento: dagli orari di accensione fino alla temperatura.

Amareggiati dalla situazione, i cittadini si pongono comunque molte domande a partire da quella su chi, effettivamente, andrà a controllare che la temperatura, così come l’accensione all’orario stabilito venga rispettata.

Nel testo analizzeremo il piano per la stagione invernale sul riscaldamento e chi dovrà effettuare i controlli in condominio e anche nelle aziende.

Nuove regole sul riscaldamento: cosa prevede il nuovo Decreto

Avevamo avuto già qualche anticipazione durante le scorse settimane e con la firma del Decreto del Ministero della Transizione ecologica (Mite) ne abbiamo avuto conferma.

Il Decreto del Mite, anticipato già nel mese di settembre, è diventato legge e contiene le nuove disposizioni sull’accensione e lo spegnimento dei riscaldamenti, sia nei luoghi pubblici che privati. Si tratta delle nuove regole resosi necessarie dalla crisi energetica, volte a limitare e razionalizzare il consumo di energia. Il cosiddetto Decreto Cingolani ha stabilito nuovi limiti di tempo all’utilizzo degli impianti di riscaldamento a gas, oltre che a ridurre anche i valori massimi per le temperature.

Ma, più nello specifico, cosa prevede il nuovo Decreto? Innanzitutto, i riscaldamenti rimarranno accesi meno tempo rispetto agli altri anni: i riscaldamenti dovranno rimanere accesi quindici giorni in meno. In relazione alla divisione in zone del Paese (dalla zona A alla zona F), l’accensione dovrà essere posticipata di otto giorni e lo spegnimento sarà anticipato di sette giorni

Ogni zona, dalla più calda, zona A, alla più fredda, zona F, ha differenti date di accensione e anche di orari. In base al nuovo Decreto, ecco quali sono gli orari di accensione: 

  • Zona A, dall’8 dicembre al 7 marzo, per cinque ore;
  • Zona B, dall’8 dicembre al 23 marzo, per sette ore;
  • Zona C, dal 22 novembre al 23 marzo, per nove ore;
  • Zona D, dall’8 novembre al 7 aprile, per undici ore;
  • Zona E, dal 22 ottobre al 7 aprile, per tredici ore.

Per la Zona F non sono state stabilite limitazioni, in quanto si tratta della zona più fredda e necessita maggiormente del riscaldamento.

Oltre alla data e all’orario giornaliero ridotto, la terza regola stabilita dal Decreto riguarda l’abbassamento di un grado della temperatura da impostare al proprio riscaldamento. Pertanto, sia nelle abitazioni private che negli uffici la temperatura si dovrà portare a diciannove gradi, con una tolleranza di più o meno due gradi; nelle attività industriali e in quelle di artigianato e assimilabili, invece, la temperatura dovrà essere portata a diciassette gradi, con una tolleranza di più o meno due gradi.

Ci sono, però, alcuni casi di esclusione. I limiti di tempo o gli orari non interessano alcune categorie di edifici. Di quali parliamo? Tali limiti non devono essere rispettati dagli ospedali, dalle case di riposo, dalle scuole materne, asili nido, piscine, saune e dalle sedi delle rappresentanze diplomatiche.

Nuove regole al riscaldamento: ecco chi è tenuto ad effettuare i controlli 

I dubbi maggiori avanzati sul nuovo Decreto si riferivano alla questione dei controlli. Chi dovrà controllare il rispetto delle regole negli ambienti pubblici e nelle case private?

I controlli dovranno essere effettuati dagli enti locali o da altri enti pubblici garantiti e qualificati. In soldoni, le autorità dovranno verificare affinché le regole siano rispettate. Sul Decreto del Mite si legge:

“I controlli relativi al rispetto del presente decreto sono eseguiti dall’autorità competente di cui al punto 3 dell’allegato A al decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192 in occasione delle ispezioni effettuate ai sensi dell’articolo 9 del DPR n. 74/2013 […]”.

E nei condomini? Chi avrà il compito di vigilare? Innanzitutto, è bene sottolineare che le regole dovranno essere rispettate sia dalle abitazioni con riscaldamento centralizzato sia da quelli con riscaldamento autonomo. 

Ovviamente, in riferimento agli ambienti autonomi, l’attività di controllo è molto più difficoltosa. In questo caso, infatti, è più consono parlare di raccomandazione e di affidarsi, quindi, al buon senso dei cittadini. Come si legge nel testo del Decreto del Mite:

“Nei condomini dotati di impianto centralizzato o di impianti autonomi, l’amministratore di condominio rende disponibile ai condomini il vademecum entro 10 giorni dalla sua pubblicazione”.

Leggi anche: Riscaldamento in casa: l’alternativa ai termosifoni che funziona (senza legna o pellet)

Sara Bellanza
Sara Bellanza
Aspirante storica contemporaneista, classe 1995.Amante della lettura e della scrittura sin dalla tenera età, ho una laurea triennale in Filosofia e Storia e una laurea magistrale in Scienze Storiche, conseguite entrambe presso l’Università della Calabria. Sono autrice di alcune pubblicazioni scientifiche inerenti alla storia contemporanea e alla filosofia: "L'insostenibile leggerezza della storia" e "L’insufficienza del linguaggio metafisico" per la rivista "Filosofi(e)Semiotiche", e "Il movimento comunista nel cosentino" per la "Rivista Calabrese di Storia del '900".Nonostante la formazione prettamente umanistica, la mia curiosità mi ha spinto a conoscere e a informarmi sugli ambiti più disparati. Leggo, scrivo e fotografo, nella speranza di riuscire a raccontare il mondo così come lo vedo io.
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