Conto corrente, anche se in rosso si può prelevare, ma solo in questi casi

Anche se si ha un conto corrente in rosso ci sono dei casi in cui è possibile prelevare. Ecco quali sono e come fare

Ad alcuni capita di ritrovarsi col conto corrente in rosso. Se si usa poco, preferendo altre soluzioni di pagamento, e non si fa attenzione al canone mensile, si può rischiare di ritrovarsi all’improvviso col conto in rosso.

Non è una tragedia, anche perché la banca ti permette non solo di risanare il debito senza finire in alcun regime sanzionatorio, ma anche di poter prelevare.

Ci sono dei casi in cui, pur avendo il conto in rosso, si può richiedere il prelievo. Ovviamente tutto dipende dalla tipologia del conto che si è sottoscritto.

Conto corrente, anche se in rosso si può prelevare, ma solo in questi casi

Il conto corrente va in rosso quando il saldo disponibile, allineato col saldo contabile, segnala un valore in negativo, ovvero che i soldi depositati sul conto non ci sono più, e con la banca hai un debito.

Come già anticipato, può succedere anche se non si lascia un piccolo acconto dentro il conto corrente, in modo da venire incontro al pagamento dei servizi accessori, e soprattutto del canone mensile.

La banca mette in rosso il conto quando la disponibilità di liquidi è a zero, e comunica al proprio cliente la necessità di provvedere al saldo del debito per poter continuare a utilizzarlo in maniera regolare.

È solo per provvedere all’utilizzo dei servizi richiesti, e anche del canone mensile. Di solito, se il correntista è solito ripianare i debiti in tempi celeri, non scatta il blocco del servizio, e così tutti i pagamenti in essere. Anche quando si tratta di cifre irrisorie in genere non scatta.

Ma supponiamo che venga disposto questo blocco del servizio. Esso può riguardare oltre alle transazioni anche ai prelievi, ma in alcuni casi quest’ultima opzione rimane attiva.

È il caso, ad esempio, della carta di credito.

Conto corrente in rosso sempre disponibile con la carta di credito

A tutti gli effetti la carta di credito è come un micro-finanziamento, solo che è sempre disponibile e rateizzabile fin da subito, anche se con interessi decisamente superiori rispetto ai crediti al consumatore e ai mutui.

La carta di credito può essere richiesta dal correntista nel caso in cui egli dimostri di poter garantire ogni mese con una copertura reddituale sicura (es. stipendio, pensione…).

Necessita di un conto corrente aperto, ma a differenza della carta rilasciata dalla banca all’apertura del conto, ovvero la carta di debito, la carta di credito può andare in rosso senza problemi.

La carta di credito permette di poter scaricare al mese una somma disposta dalla banca, il cosiddetto fido bancario. Non c’è una cifra universale, ogni banca dispone di un credito preciso a seconda del tipo di clientela e delle sue disponibilità reddituali.

Con la carta di credito si può andare in rosso, ma a patto di recuperare il debito entro i tempi concordati con la banca. In alcuni casi la banca dispone di un piano di ammortamento, ovvero un numero di rate con cui pagare il credito esaurito in quel preciso mese.

La banca consiglia sempre di ammortare il debito nello stesso mese di utilizzo del credito disposto, così da evitare la rateizzazione, in cui sono previsti degli importanti interessi sulla rata. Ovviamente questa copertura del debito deve essere fatta entro una data precisa, oltre la quale tocca procedere alla rateizzazione del debito.

Ricordiamo che il fido bancario ha comunque un limite, anche nel caso di prelievi e pagamenti. Superata quella cifra, infatti, la situazione sarà identica a quella di chi non può usufruire di questo credito mensile da parte della banca.

Leggi anche: Conto corrente cointestato, quando e come si deve dividere il saldo

Conto corrente in rosso, rischio segnalazione cattivo pagatore

Nonostante la formula del fido bancario, dal 2021 chi non rientra nei debiti contratti con questi strumenti può rischiare la segnalazione come Cattivo Pagatore. Per questo si è parlato di micro-finanziamento sulla questione della carta di credito, perché dispositizioni e sanzioni sono simili (se non uguali) a quelle previste per altre formule di credito al consumatore.

A rispondere così è Bankitalia intervenuta con un chiarimento sulla questione relativa all’entrata in vigore del Regolamento Eba relativo alle regole sui requisiti di capitale.

Dal 1° gennaio 2021, se il cliente non adempie per 3 mesialle proprie obbligazioni creditizie vantate dal gruppo bancario o finanziario nei suoi confronti“, scatta la segnalazione. Ma solo se l’ammontare dell’inadempimento sia superiore:

  • a 100 euro,

  • e anche all’1% del totale delle obbligazioni creditizie vantate dalla banca.

Lo sconfinamento rimane comunque possibile, ma secondo le disposizioni della banca emittente del credito. Tale facoltà concessa dalla banca può anche richiedere l’applicazione di commissioni (la cosiddetta CIV, commissione di istruttoria veloce).

Leggi anche: Conto corrente, solo questi non sono pignorabili: ecco dove l’Agenzia non può colpire

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