Aliquote Irpef: reale risparmio o bluff? Ecco le novità!

La nuova riforma Irpef sembrerebbe apportare delle modifiche alle nuove aliquote. Ma parliamo di un reale risparmio? Ve ne parliamo in questo articolo!

Con l’entrata in vigore della nuova manovra finanziaria, il governo presieduto dal Presidente del consiglio Mario Draghi ha deciso di apportare delle modifiche alle aliquote Irpef, con delle conseguenze enormi sulle nuove buste paga di gennaio 2022. Ma non solo.

Ad essere colpite dalla nuova riforma Irpef saranno anche le pensioni. Nel corso di questi ultimi mesi anche i sindacati avevano provveduto a presentare delle contro proposte, senza però riuscire a portare a casa nessun risultato rilevante.

Le nuove aliquote Irpef, infatti, tendono ad agevolare i redditi mediamente alti e a tassare molto più pesantemente i redditi bassi. Ma come sono state assegnate le suddette? Il governo ha deciso di assegnare ad ogni fascia di reddito un’aliquota specifica.

Ma quali sarebbero gli obiettivi del governo? Secondo una recente intervista del Presidente del consiglio Mario Draghi, l’obiettivo sarebbe quello di ridurre le tasse ed agevolare i redditi medio bassi. La riforma permetterebbe, in sostanza, un risparmio di circa 900 euro all’anno in busta paga.

Peccato che in realtà non sia così. Le nuove aliquote Irpef avvantaggerebbero, invece, i redditi e le buste paghe medio alte. Secondo i dati del Mef e della Fondazione studi consulenti del lavoro i redditi ad essere meno agevolati sarebbero quelli medi bassi.

Ma di quali importi si sta parlando? In particolare, i redditi ad essere maggiormente colpiti sono quelli rientranti nella fascia tra i 15.000 ed i 25.000 euro. Questi, sono anche i redditi presenti in maggior numero all’interno del territorio nazionale.

Ma la domanda è la medesima: perché agevolare i redditi alti e non aiutare il ceto medio basso, maggiormente colpito dalla crisi economica causata dalla pandemia? Sembra che questi ultimi due anni non siano serviti a capire quanti sacrifici stiano ancora facendo gli italiani.

È mai possibile che il governo faccia finta di non vedere la realtà dei fatti? Se l’intento doveva essere quello di tagliare le tasse, il governo sembra aver toppato alla grande. Tuttavia, i dati raccolti dal Ministero delle finanze ci dicono che lo Stato riuscirà a tagliare ben 8 miliardi di euro di tasse solamente durante l’anno 2022.

Dal momento in cui la riforma diverrebbe stabile l’importo si ridurrebbe a 7 milioni a partire dall’anno 2023.

Irpef, le nuove aliquote e le fasce di reddito

Come abbiamo appena accennato in apertura, la nuova riforma fiscale apporterà delle modifiche alle aliquote Irpef che molto probabilmente avranno delle conseguenze nelle buste paga e nelle pensioni di gennaio 2022.

Mentre la propaganda del Presidente del consiglio Mario Draghi mette in risalto il grande risparmio a cui molti italiani andranno incontro dal momento dell’entrata in vigore della manovra finanziaria, la realtà a cui assistiamo è ben diversa.

Dall’intervista, infatti, emerge un dettaglio contraddittorio. Secondo le parole del Presidente Mario Draghi, infatti, 

“I principali beneficiari della riforma fiscale sono i lavoratori e pensionati a reddito medio-basso. In termini percentuali i maggiori benefici derivanti dalla riduzione delle aliquote Irpef e del taglio contributi per il 2022 si concentrano sui lavoratori con 15mila euro di reddito e se si considerano gli effetti dell’assegno unico dei figli, a beneficiare della riduzione fiscale saranno soprattutto le famiglie a basso reddito”

Bisogna ricordare, però, che la realtà è ben diversa. Vi spieghiamo noi perché. 

La modifica alle aliquote Irpef potrebbe avere delle ricadute positive sui redditi, perché i dati del Mef ci dicono che molto probabilmente gli italiani riuscirebbero a risparmiare ben 8 miliardi di euro nel 2022 e 7 milioni nel 2023.

Ma la realtà ci dimostra il contrario. A beneficiare della nuova tassazione, e quindi a risparmiare di più, saranno solamente i redditi medio alti. Invece, i redditi medio bassi si dovranno accontentare delle briciole.

Ma vediamo in che modo le aliquote Irpef verranno assegnate. Le nuove aliquote Irpef saranno le seguenti:

  • aliquota fissata al 23% per i redditi imponibili a partire da 0 a 15.000 euro;
  • aliquota fissata al 25% per i redditi imponibili da 15.001 a 28.000 euro;
  • aliquota fissata al 35% per i redditi imponibili a partire da 28.001 a 50.000 euro;
  • aliquota fissata al 43% per i redditi imponibili a partire da 50.001 in poi.

Le nuove aliquote alte apporteranno maggiore risparmio a tutti i redditi a partire da 50.001 in su. Quest’ultimi riusciranno a risparmiare ben 944 euro all’anno, ovvero 78 euro al mese. Ma quanto potranno risparmiare i redditi bassi?

Per quest’ultimi il risparmio sarà irrisorio ed impercettibile. In particolare, per i redditi a partire da 0 a 15.000 euro il risparmio sarà pari ad 84 euro all’anno, ovvero appena 7 euro al mese.

Ma le novità non terminano qui. Come abbiamo detto in apertura, la nuova riforma Irpef avrà delle conseguenze anche nelle pensioni e per tutti i lavoratori che percepivano il cosiddetto bonus Renzi da 100 euro.

Il bonus Renzi, secondo la nuova riforma, spetterà solamente ai redditi a partire da 15.000 euro ai 28.000 euro. Se la soglia di reddito verrà superata, allora il beneficio potrebbe andare perso.

Secondo l’articolo di Pierpaolo Molinengo, inoltre,

“Viene definitivamente superato il meccanismo di detrazione che è stato previsto nell’ambito del bonus 100 euro per i redditi fin a 40 mila euro.”

Irpef: le conseguenze della pandemia sul ceto medio

Ricapitolando, le nuove aliquote così fissate agevoleranno molto di più i redditi alti piuttosto che i redditi al di sotto dei 15.000 euro. Ma perché proprio adesso? Soprattutto durante la pandemia non sarebbe stato più logico e sensato cercare di aiutare i lavoratori meno abbienti?

Quello che sappiamo è che la pandemia ha aiutato ad accentuare le disuguaglianze. I ricchi sono diventati sempre più ricchi, mentre, i poveri sempre più poveri. Sembra che il ceto medio stia sparendo con l’avanzare stessa della pandemia.

Il Presidente del consiglio Mario Draghi, durante una sua conferenza stampa, aveva promesso di aiutare i ceti medi, non i grandi possidenti. Ma alla domanda che metteva in risalto l’incoerenza della precedente affermazione, Draghi risponde con queste parole:

“la fascia di reddito dei 15mila euro lordi l’anno concentra maggiori vantaggi in rapporto a quanto si guadagna”

Un risparmio irrisorio, quindi, per un reddito irrisorio. Più si guadagna e più si risparmia. Il concetto base è questo. 

Secondo un rappresentante della Fondazione studi consulenti del lavoro, però, l’obiettivo della riforma sarà quello di far risparmiare i contribuenti.

Quindi, in accordo con le parole del Presidente del consiglio, anche la Fondazione studio consulenti del lavoro afferma che, nonostante il risparmio sui redditi bassi sia irrisorio, sarà comunque adeguato al guadagno percepito.

In pratica, ad accontentarsi delle briciole saranno sempre e soprattutto i lavoratori, gli operai dipendenti e chi gode, quindi, di una normale busta paga da poche migliaia di euro l’anno. A raccogliere, invece, i benefici della riforma Irpef saranno sempre e solo i ricchi.

Sicuramente dalla nuova legge finanziaria ci saremmo aspettati ben altro.

Redazione Trend-online.com
Redazione Trend-online.com
Di seguito gli articoli pubblicati dalla Redazione di Trend-online. Per conoscere i singoli autori visita la pagina Redazione Trend-online.com
Seguici
161,688FansLike
5,188FollowersFollow
780FollowersFollow
10,800FollowersFollow

Mailing list

Registrati alla nostra newsletter

Leggi anche
News Correlate