Imu, chi dovrà pagarla? Cambiano i requisiti!

La tassa dell'Imu, ad oggi, riguarda un vasto numero di cittadini. Tuttavia, alcuni saranno esclusi molto presto.

La tassa dell’Imu, meglio definibile come imposta, è da parecchio tempo a questa parte la ragione di numerose problematiche personali. Questo, ovviamente, per tutti i cittadini che ricoprono il ruolo di contribuenti, e che quindi sono inclusi nella graduatoria di coloro che devono pagare tale imposta.

Una situazione di disagio simile, ha avuto malauguratamente modo di sfociare in numerosi comportamenti piuttosto deplorevoli. Uno di questi, con fare quasi abituale, è quello relativo al fenomeno dell’evasione fiscale. Come è ormai risaputo, il Bel Paese non ha mai avuto chissà quale feeling con la lotta all’evasione fiscale.

Una recente indagine riportata dal sito web del Resto del Carlino, a tal proposito, ha avuto modo di evidenziare ulteriormente tale infelice caratteristica. Mettendo in luce quelle che sono a tutti gli effetti delle statistiche particolarmente allarmanti, in un contesto simile.

Citando quando viene riportato in via ufficiale sul sito menzionato, possiamo tristemente venire a conoscenza di ciò:

Evasione Imu e Tasi annualità 2017 rispettivamente per importi complessivi di 286.565,77 euro e 51.936,54 euro. E’ quanto risulta dagli accertamenti effettuati dal settore comunale entrate-tributi.

Quello che emerge dalle seguenti righe, nel complesso, è sicuramente un dato piuttosto allarmante. Le regioni del Sud, in linea di massima, sono quelle che registrano il tasso più alto di evasione dell’Imu, stando a quanto elencano altri siti web come Truenumbers.

Lo stesso sito, pone nell’Olimpo dell’evasione fiscale la regione dell’Emilia-Romagna. Naturalmente, rimanendo pur sempre in ambito Imu. Nel corso di questo articolo, arriveremo a tal proposito a soddisfare tutta una serie di domande relative a questo tipo di imposta.

Tra dubbi e perplessità, bisognerà farsi largo tra una serie di informazioni di fondamentale importanza, per capire meglio il contesto in cui ci si trova allo stato attuale. Per poter avere un punto di vista ancora più completo, in ogni caso, consigliamo fortemente un video pubblicato sul canale Youtube di Carlo Alberto Micheli

Imu, cos’è e in cosa consiste

A livello generico, nel corso del primo paragrafo introduttivo abbiamo già avuto modo di definire a grandi linee il significato di Imu. A fornire una definizione parecchio esaustiva in tal senso, è il sito ufficiale di Gabetti, nota realtà immobiliare con eco nazionale.

Tramite l’articolo citato, si può apprendere come l’Imu sia l’acronimo di Imposta Municipale Unica. A livello teorico, consiste dunque in una tassa sostitutiva di altre imposte precedentemente in vigore, come l’Iici o l’Irpef, giusto per citarne alcune tra le più rinomate.

Il suo processo storico, stando a quanto si può leggere nel suddetto articolo, ha avuto svariate mutazioni. Una delle più recenti, per esempio, è quella contenuta nella cosiddetta Legge 147 risalente al 27 dicembre 2013. Tale cambiamento, consiste nell’abolizione dell’Imu sulla prima casa.

Ovviamente, fatta eccezione per alcune categorie, corrispondenti alle seguenti classificazioni catastali: categorie catastali A/1, A/8 e A/9 (immobili di pregio, ville e anche castelli). Nonostante le informazioni citate siano ormai parecchio datate, da pochi anni a questa parte non sono avvenuti poi così tanti cambiamenti.

Come si può leggere infatti, l’Imu deve essere pagata da coloro che sono proprietari di prime case lussuose e da proprietari di immobili che sono differenti da quella che viene considerata come prima abitazione principale. Naturalmente, così come per qualsiasi imposta, sono previste delle agevolazioni che fanno sì che il prezzo di pagamento si riduca notevolmente a seconda della categoria di appartenenza.

Inoltre sono previste anche delle esenzioni che fanno sì che le persone appartenenti a tale fascia ipotetica non siano di fatti incluse nel pagamento di tale imposta. Ovviamente, il processo citato deve essere sottoposto ad accertamenti continui, onde evitare errori o attribuzioni errate nel principio.

Nel corso del prossimo paragrafo, ad ogni modo, verrà analizzata nello specifico il periodo esatto nel quale bisognerà versare questa imposta nelle casse dello Stato.

Imu, quando bisogna pagarla?

La parte di Imu da devolvere allo Stato, riguarda un valore complessivo di due rate totali. A fornirci questa informazione, è il sito ufficiale del Comune di Reggio-Emilia, il quale ha elencato anche tante altre informazioni utili alla materia. Nel complesso, possiamo dunque dire come il pagamento sia a tutti gli effetti dilazionato in un unico periodo annuale, che ha un margine piuttosto duraturo.

L’imposta citata nel corso di questo articolo, come detto nel corso della prima introduzione a questo paragrafo, deve essere versata in due rate. Le quali hanno a loro volta hanno un periodo di corrispondenza. La prima rata citata, infatti, va versata entro il 16 giugno dell’anno corrente; mentre invece la seconda rata citata va versata entro il mese di dicembre, nello stesso giorno menzionato in precedenza, che vale a dire appunto il 16 dell’anno corrente.

In questi due giorni, diluiti dunque a quasi 6 mesi di distanza l’uno dall’altro, si dovrà devolvere l’Imu allo Stato. Quanto elencato nel corso dell’articolo preso in esame, è anche una precisazione indispensabile a tutti gli effetti. Citando quanto segue:

Il versamento della prima rata è pari all’imposta dovuta per il primo semestre applicando l’aliquota e la detrazione dei dodici mesi dell’anno precedente o l’aliquota e la detrazione dell’anno in corso se già deliberate dal Comune.

La data in questione, valore a parte, ha ovviamente un peso specifico che può variare a seconda dell’occasione che si presenta. Per esempio, nel caso in cui la data di pagamento dovesse corrispondere ad un giorno festivo o prefestivo, la prima data utile entro la quale bisognerà versare il proprio pagamento sarà quella del giorno lavorativo successivo.

Questo, onde evitare ulteriori ritardi o fraintendimenti di vario genere. Nel corso del prossimo paragrafo, capiremo invece chi non dovrà pagare l’Imu da questo periodo in poi, che vale a dire il nuovo arrivato 2022.

Imu, chi non dovrà pagarla? Nuove esenzioni in arrivo!

Il titolo di questo lungo e corposo articolo basato sull’Imu, pone l’accento su una questione fondamentale: i nuovi contribuenti di tale tassa. Infatti, i recenti requsiti hanno nuovamente avuto modo di cambiare le carte in tavola. Questo tratto specifico, viene riportato anche dal sito di Idealista, con una disamina approfondita sull’argomento. 

Facendo riferimento alla situazione che si è manifestata a dicembre 2021, possiamo sostenere come a pagare l’Imu debbano essere soprattutto coloro che sono i possessori di alcuni tipi di immobili ben precisi. Tra questi possiamo citare i fabbricati, le aree che sono considerate come adibite alla fabbricazione, e i terreni agricoli. Le categorie di contribuenti, naturalmente, sono anche tante altre.

Questa parte di paragrafo verrà invece dedicata a coloro che sono esenti dal pagamento di questa imposta, che a sua volta si applica su alcune tipologie di immobili ben precise. Procedendo con l’elenco, possiamo arrivare a dedurre ciò.

A non dover pagare l’Imu, prima di tutto saranno coloro che possiedono degli immobili che sono destinati ad un utilizzo prettamente dovuto alla cultura. Inoltre, non sono inclusi nel pagamento anche tutti quegli immobili che sono appartamenti a degli Stati esteri, oppure a delle organizzazioni internazionali che possiedono degli accordi ben definiti con l’Italia.

Ultime ma non per importanza, sono anche le cosiddette categorie di classificazione catastale. A non dover pagare l’Imu, infatti, saranno anche tutti quegli immobili riguardanti luoghi come stazioni, porti o fari marittimi. Luoghi che di fatto non possono essere inclusi in un conteggio simile per forza di cose.

In vista del 2022, almeno per il momento, non si potrà certo capire se tali condizioni rimarranno ferree o meno. Tutto quello che possiamo sapere, è che per il momento le informazioni riportate mantengono una validità solamente per quanto riguarda il breve periodo.

Imu, quale parte bisogna devolvere allo Stato?

Nel corso del paragrafo appena visto, abbiamo potuto notare come l’Imu presenti effettivamente delle esenzioni piuttosto significative, in merito a quelli che non sono considerati come immobili meritevoli di tale pagamento. Tuttavia, in pochi sanno che allo Stato vengono devolute solamente alcune parti specifiche dell’Imu.

E grazie al sito di Amministrazioni Comunali, avremo modo di avere maggiori dettagli in tal senso. Citando quanto segue, possiamo venire a conoscenza di quanto riportato in via ufficiale:

 È riservato allo Stato il gettito dell’IMU derivante dagli immobili ad uso produttivo classificati nel gruppo catastale D, calcolato ad aliquota dello 0,76 per cento; tale riserva non si applica agli immobili ad uso produttivo classificati nel gruppo catastale D posseduti dai comuni e che insistono sul rispettivo territorio. 

Imu, chi deve pagare tra inquilino e proprietario?

Le regole riguardanti il versamento dell’Imu, spesso e volentieri, presentano una trascrizione piuttosto arbitraria. Il che, inevitabilmente, lascia uno spazio discreto a quelle che sono le libere interpretazioni dei cittadini.

La libera interpretazione derivante da queste normative, ha fatto sì che nascessero anche numerose discussioni. Tra queste, l’eterno dibattito avvenuto tra inquilino e proprietario. Chi deve pagare tra i due? A fornirci la soluzione definitiva a questo interrogativo, è il sito di Informazione Fiscale.

L’articolo menzionato, infatti, fa riferimento ad una variazione avvenuta di recente. L’eliminazione della Tasi, di fatti, ha eliminato quello che era l’obbligo dell’inquilino di dover versare l’imposta dell’Imu. Di conseguenza, questa imposta non è dovuta a coloro che risiedono in una casa di affitto, e dunque dovrà essere dunque il proprietario di quell’immobile a doversi occupare del pagamento apposito.

La risposta a questa domanda, nonostante l’apparente semplicità, fino a poco tempo fa non era affatto da dare per scontata.

Andrea Marras
Andrea Marras
SEO Copywriter, classe 1998.Ho 22 anni, un diploma presso l'Istituto Magistrale Baudi di Vesme Iglesias, e una passione per il SEO Copywriting. In passato, mi sono occupato dell'ottimizzazione di articoli di stampo sportivo per conto di testate web quali Termometro Politico e Calcio d'Angolo. Ho studiato il mondo dei social e dell'editoria online con grande impegno e dedizione, sperando che questa possa divenire la mia professione principale. Nel frattempo, oltre alle collaborazioni con varie testate di riferimento, curo anche un progetto di personal branding su LinkedIn.Il mio motto è? Chi lotta può perdere
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