Quoziente familiare: cosa prevede la riforma Irpef del governo Meloni per le famiglie

Il governo Meloni ha intenzione di riformare il fisco, in particolare l'Irpef, introducendo il quoziente familiare. Ecco di cosa si tratta e come funziona.

Il nuovo governo Meloni intende portare avanti alcune iniziative dedicate in particolar modo alla famiglia, e a chi ha figli. Dal punto di vista fiscale la principale misura che intende introdurre è quella del quoziente familiare, che coinvolgerà moltissime persone in Italia.

Si tratta di una misura che terrà conto di tutti i guadagni di ogni componente della famiglia, per l’applicazione delle tasse, che andrà quindi a cambiare il modo in cui in Italia si va a pagare l’Irpef, ovvero la principale tassa sul lavoro.

Il governo intende poi, come ha sottolineato la stessa Meloni nel suo discorso introduttivo, favorire le famiglie con figli, garantendo un potenziamento degli asili nido e di una delle principali misure per i figli, l’Assegno Unico.

In attesa delle prossime decisioni specifiche, sale la curiosità verso il quoziente familiare, la nuova misura proposta dal governo per il pagamento delle imposte e per l’Irpef, che secondo le prime ipotesi andrà a vantaggio specialmente delle famiglie con più figli. Vediamo nell’articolo di cosa si tratta.

Quoziente familiare al centro della riforma Irpef

Questa misura andrà a modificare il sistema attuale di pagamento delle tasse in Italia, in particolare a proposito dell’Irpef. Questa tassa viene normalmente pagata da tutti i lavoratori. Sia se sei un lavoratore dipendente presso un’azienda, sia se lavori in autonomia con una Partita Iva, ti trovi a pagare questa tassa, ad esclusione di alcune eccezioni.

La tassa attualmente viene calcolata sul totale del guadagno annuo del singolo lavoratore, indipendentemente dalla propria situazione familiare, sulla base di diverse percentuali. Questo sistema potrebbe subire delle modifiche con il quoziente familiare, poiché al centro della riforma fiscale del governo Meloni vi è la necessità di equilibrare le tasse sulla base di tutti i guadagni della famiglia.

Il nuovo sistema terrebbe quindi conto anche dei figli, nell’applicazione delle tasse. Di fatto questa misura vuole evitare le discriminazioni che si creano tra lavoratori single e famiglie con figli. In entrambi i casi le tasse sono le stesse, ovvero l’Irpef si applica sulla quantità di denaro percepito durante l’anno, non tenendo conto dei figli a carico.

Con il quoziente familiare invece le tasse terranno anche conto del numero di componenti del nucleo familiare, per cui la misura andrà a equilibrare le differenze tra chi ha figli e chi non li ha, favorendo le famiglie numerose.

Quoziente familiare: i vantaggi per le famiglie numerose

L’attuale governo Meloni, come indicato nel suo discorso, intende premiare le famiglie italiane, incentivando la natalità. Per raggiungere questo obiettivo verranno introdotte specifiche misure rivolte alle famiglie con figli, specialmente per quelle numerose. Ecco qualche esempio:

  • Quoziente familiare con un cambiamento dell’Irpef;
  • Potenziamento dell’offerta degli asili nido, anche in base agli orari di lavoro dei genitori;
  • Potenziamento della misura dell’Assegno Unico rivolta a famiglie con figli.

Secondo queste intenzioni quindi, verranno messe in campo azioni per incentivare maggiormente la natalità, che in Italia nell’ultimo anno è scesa notevolmente, sia per cause sociali che economiche, soprattutto nell’ultimo periodo.

Ma come funzionerà la misura del quoziente familiare? Secondo le prime indiscrezioni, i redditi dei componenti della famiglia saranno tassati allo stesso modo, equiparando i guadagni derivati dai lavoratori in famiglia. La misura andrebbe specialmente a vantaggio delle famiglie che hanno più figli, tuttavia sono sorte non poche critiche su questo nuovo meccanismo, soprattutto collegate al lavoro femminile.

Quoziente familiare: gli svantaggi

Se da un lato l’introduzione del quoziente familiare può favorire la natalità e le famiglie con figli, ci sono alcuni svantaggi di cui tenere conto. Una tassa Irpef equiparata per esempio tra marito e moglie andrebbe a creare qualche distorsione sul pagamento delle tasse, specialmente perché in Italia è noto che gli uomini lavorano e guadagnano maggiormente rispetto alle coetanee.

Con la nuova misura, i redditi verranno tassati allo stesso modo, tuttavia spesso questi redditi sono molto differenti tra loro, e la decisione andrebbe in qualche modo a penalizzare le donne che lavorano e guadagnano una cifra inferiore rispetto a quella dei mariti.

La nuova misura, così come è stata ipotizzata fino ad ora, rischia di penalizzare il lavoro femminile facendo una media tra i redditi e tassandoli con la stessa aliquota Irpef. Una delle conseguenze della misura è anche quella di avvantaggiare maggiormente le famiglie in cui uno dei due coniugi lavora e l’altro no.

Per compensare questi svantaggi, alcune parti politiche propongono di aggiungere alcune azioni di correzione, ad esempio tramite detrazioni fiscali, deduzioni o strumenti simili. Per il momento tuttavia si possono fare solamente delle ipotesi, perché tutte le nuove misure fiscali verranno decise con la Legge di Bilancio 2023, per cui è necessario ancora attendere per conoscere il funzionamento definitivo del quoziente familiare.

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