Con la pubblicazione della Legge Delega in Gazzetta Ufficiale, lunedì 14 agosto, inizia il conto alla rovescia per l’attuazione della riforma fiscale, destinata a riformare tutto il sistema tributario italiano.
Tra i punti più importanti previsti dalla delega fiscale, c’è la riforma dell’Irpef, per l’attuazione di una revisione della tassazione sul reddito.
L’obiettivo e cavallo di battaglia del Governo è arrivare alla flat tax, entro la fine della legislatura.
Spieghiamo, nel testo, i punti cardini della riforma del fisco del 2024, parlando delle nuove aliquote Irpef, della possibile applicazione della flat tax entro la fine della legislatura e di come cambieranno gli stipendi.
Riforma del fisco 2024, dall’Irpef ordinaria alla flat tax
Con l’approvazione alla Camera, la Delega alla Riforma fiscale diventa Legge a tutti gli effetti. Il Governo, concluso l’iter Parlamentare, ha ventiquattro mesi di tempo per adottare uno o più decreti attuativi.
Una delle misure principali della Delega fiscale è la revisione dell’Irpef per raggiungere, entro la fine della legislatura, la flat tax, cavallo di battaglia e obiettivo della maggioranza. Per arrivare alla tanto ambita flat tax, però, ci sono alcuni step intermedi che, appunto, dovrebbero essere raggiunti durante i prossimi 24 mesi, tramite alcuni decreti attuativi.
Entro il 29 agosto 2025, si dovrebbero raggiungere gli obiettivi fissati nella Delega per la riforma del fisco 2024, ma per quel che riguarda l’Irpef, il Governo vorrebbe accelerare.
La revisione delle aliquote e degli scaglioni Irpef potrebbe essere inserita già nella prossima manovra finanziaria. Infatti, il primo step sarà il passaggio, nel 2024, ad un sistema a tre aliquote, in luogo delle quattro attualmente in vigore. Per l’approdo alla flat tax resta il nodo delle risorse.
Come raggiungere l’obiettivo? La flat tax si potrà raggiungere solo se l’economia del Paese crescerà. Il nodo delle risorse non si riferisce solo alla tassa unica, “piatta”, che è un obiettivo a lungo termine.
Anche per ridurre le aliquote e i relativi scaglioni dell’Irpef, il nodo da sciogliere è sempre la caccia alle risorse disponibili, in quanto serviranno coperture strutturali.
Nuove aliquote Irpef dal 2024
Ancora non siamo a conoscenza dei dettagli, ma l’obiettivo a breve termine è quello di raggruppare molti più contribuenti nel primo scaglione Irpef.
L’intenzione è di raggiungere l’aliquota unica effettuando una serie di interventi che vadano a modificare le detrazioni e le deduzioni fiscali. Per arrivare, entro la fine della legislatura alla flat tax e non cadere nell’incostituzionalità degli interventi, si devono per forza ridurre le aliquote e gli scaglioni dei redditi, riordinando detrazioni e deduzioni per ridurre la pressione fiscale.
Torniamo al breve termine. Vi sono diverse ipotesi di riforma dell’Irpef e sulla riduzione delle aliquote e dei relativi scaglioni. Si prevede l’accorpamento del secondo e del terzo scaglione, lasciando invariato il primo e l’ultimo. Secondo le ipotesi, potremmo trovarci di fronte questo scenario:
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Redditi fino a 15.000 euro, aliquota del 23%;
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Redditi da 15.000 euro a 50.000 euro, aliquota del 27%;
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Redditi oltre 50.000 euro, aliquota del 43%.
Se tale ipotesi dovesse rivelarsi quella corretta e, poi, inserita nella Manovra finanziaria, andranno a beneficiare della rimodulazione dell’Irpef i redditi compresi tra 28.000 euro e 50.000 euro. Perché? Con la situazione attuale, pagano il 35%; con la rimodulazione, andrebbero a pagare l’8% in meno. I redditi fino a 28.000 euro, invece, andrebbero a pagare il 2% in più.
Quali sono le attuali aliquote Irpef? Attualmente, sono in vigore quattro aliquote:
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Redditi fino a 15.000 euro, aliquota del 23%;
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Redditi da 15.000 euro a 28.000 euro, aliquota del 25%;
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Redditi da 28.000 euro a 50.000 euro, aliquota del 35%;
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Redditi oltre 50.000 euro, aliquota del 43%.
Qual è l’obiettivo a lungo termine del Governo
Non ci sono riferimenti nella Delega per la Riforma fiscale, ma la maggioranza ha espresso la volontà di voler percorrere una strada che porti al perseguimento dell’equità orizzontale. Cosa significa? Per equità orizzontale si intende il pagamento di imposte che siano uguali per tutte le categorie di reddito:
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Pensionati;
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Lavoratori autonomi;
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Lavoratori dipendenti.
Raggiungere un obiettivo del genere non è affatto semplice. La chiave giusta è quella di unificare la no tax area per tutti. Attualmente, la soglia è diversa per i pensionati, per gli autonomi e i dipendenti, ma dovrà diventare la stessa per tutti. Quale sarà il limite entro cui l’Irpef non deve essere dovuta? Ancora, a questa domanda, non ci sono risposte.
Per raggiungere l’equità orizzontale, si pensa di prevedere una deduzione dei costi per la produzione del lavoro, di una tassazione unica e sostitutiva per gli straordinari, le tredicesime e i premi di produttività anche per i lavoratori dipendenti, così come accade per i lavoratori autonomi.
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