Tassa di successione: quanto si paga? Ecco una breve guida!

Sai cos'è la tassa di successione, quando e quanto si paga? Ecco una breve guida sulla dichiarazione e la tassa di successione.

Quando si ricevono in eredità beni si deve presentare l’atto di successione e, successivamente, si deve pagare la tassa di successione all’Agenzia delle entrate. I beni possono essere di qualsiasi natura, quindi, sia beni mobili sia beni immobili, denaro o diritti reali. 

In ogni caso, l’erede del lascito deve versare questa imposta. Quella della tassa di successione è un argomento un po’ infelice, sia da un punto di vista fiscale, in quanto, appunto, vi sono alcune spese – anche ingenti – da affrontare, sia da un punto di vista affettivo.

Conoscere bene come funziona, quanto si paga, chi sono i soggetti esenti dal suo versamento e quali sono tutti gli adempimenti burocratici legati non solo all’atto, ma anche alla tassa di successione è molto importante. Altrettanto importante è capire in generale la successione ereditaria e la sua normativa, senza addentrarci troppo in materia, ma delineando un semplice quadro sull’argomento.

Ebbene, in questo articolo, cosa spiegheremo? Innanzitutto, toccheremo, come anticipato, la successione ereditaria, andando a delineare gli aspetti principali e normativi che è sempre utile conoscere e, successivamente, ci concentreremo sulla tassa di successione e su tutti gli adempimenti burocratici ad essa legati.

Successione ereditaria: cosa devi sapere?

Un aspetto molto importante da conoscere riguarda la successione ereditaria. Alla morte di un caro, infatti, è molto importante sapere come muoversi, in relazione alla successione ereditaria, anche se si tratta di un evento molto spiacevole.

Innanzitutto, bisogna sapere che gli eredi non ricevono automaticamente in eredità il patrimonio lasciato dal defunto. Sfortunatamente, gli adempimenti burocratici sono davvero tanti.

Pertanto, in questa prima parte della guida sulla tassa di successione, spiegheremo, in linea generale, cos’è la successione ereditaria.

Si tratta di un processo che si apre nel momento in cui una persona viene a mancare e consiste nel trasferimento dei suoi beni, quindi, del suo patrimonio agli eredi

Pertanto, con la successione mortis causa alla morte di una persona (de cuius) si apre il processo. La modalità di trasferimento del lascito, ovvero del patrimonio ereditario, può variare in base al tipo di successione

Abbiamo la successione testamentaria, quando il defunto ha redatto un testamento e la successione legittima, in mancanza di testamento (o se invalidato), essa è regolata in base alla normativa di legge.

Inoltre, come si legge sul sito informazionefiscale.it:

“Nel caso esista un testamento, ma non disciplini l’intera successione, la stessa sarà in parte testamentaria e in parte legittima”.

In ogni caso, la successione mortis causa impone, agli eredi, l’assolvimento di una lunga serie di adempimenti burocratici, tra i quali spiccano quelli fiscali.

Infatti, entro dodici mesi dall’apertura della successione, gli eredi devono presentare la dichiarazione di successione, allo sportello territorialmente competente dell’Agenzia delle entrate o tramite altre modalità, come spiegheremo in seguito.

Dichiarazione di successione: cos’è e come funziona?

Ma cos’è la dichiarazione di successione? Si tratta di un atto che deve essere presentato dagli eredi,  da coloro chiamati all’eredità, dai legatari per poter effettivamente entrare in possesso del patrimonio ereditario; dichiarazione che deve essere presentata all’Agenzia delle entrate.

Come si deve presentare la dichiarazione? La dichiarazione di successione può essere presentata dall’erede, tramite l’utilizzo dei servizi telematici messi a disposizione dall’Agenzia delle entrate. In alternativa, lo stesso può decidere di presentare la dichiarazione di successione tramite un intermediario abilitato dall’ente, oppure recandosi personalmente presso un ufficio dell’Agenzia delle entrate territorialmente competente.

Quando deve essere presentata? La dichiarazione si presenta entro dodici mesi da quando viene aperta la successione. Generalmente, la data di apertura, coincide con la data in cui il defunto è venuto a mancare.

Passiamo al contenuto dell’atto. All’interno della dichiarazione di successione, si devono inserire le seguenti informazioni:

  • I dati del defunto e i dati degli eredi;
  • Gli immobili, terreni, le azioni, i titoli, buoni fruttiferi, depositi presso conti correnti postali e bancari, e così via;
  • Donazioni eventualmente effettuate;
  • I debiti, ove presenti.

Vi sono, però, anche alcuni documenti che è necessario allegare alla dichiarazione come il certificato di morte, la copia dei documenti di identità e dei codici fiscali sia del defunto sia degli eredi (e dei legatari), le risultanze catastali degli immobili, gli estremi dei conti correnti e così via.

Come abbiamo visto, nella dichiarazione sono contenute non solo le generalità degli eredi al lascito, ma anche i beni che sono oggetto della successione. Pertanto, la dichiarazione svolge un ruolo molto importante: permette di effettuare il calcolo delle imposte da versare sulla successione. Sul sito informazionefiscale.it, si legge che:

“Si tratta di un adempimento fiscale di fondamentale importanza, in quanto costituisce condizione imprescindibile al fine di poter disporre dei beni ricevuti a causa di morte”.

Ma passiamo, adesso, all’analisi della tassa di successione, andando a spiegare quando e quanto si deve versare.

Tassa di successione: quando e quanto si paga?

In poche e semplici parole, la tassa di successione (imposta di successione) si applica sull’asse ereditario lasciato dal defunto al momento della successione. Si tratta di un’imposta che grava su tutti i beni entrati in successione.

Le aliquote applicate sul valore dell’eredità sono state stabilite dal Decreto-legge n. 262/2006 e si differenziano in base al grado di parentela che hanno gli eredi con il defunto; sono le seguenti:

  • Aliquota al 4% per il coniuge, i genitori e i figli (in questi ultimi due casi, si parla di eredi in linea retta). Aliquota che si deve applicare sul totale netto, ma ogni erede ha diritto ad una franchigia di 1.000.000 di euro;
  • Aliquota al 6% per i fratelli e le sorelle del defunto. Aliquota che si deve applicare sul totale netto. Ma ogni erede ha il diritto ad una franchigia di 100.000 euro;
  • Aliquota al 6% che si deve calcolare sul totale complessivo netto dell’eredità, senza franchigia, per gli eredi fino al 4° grado, affini in linea retta e in linea collaterale (fino al 3° grado);
  • Aliquota all’8% che si deve calcolare sul totale netto, senza franchigia, per gli altri eredi.

Inoltre, sul sito dell’Agenzia delle entrate, si legge che:

“Oltre alle franchigie di 100.000 euro e di 1 milione di euro, vi è una ulteriore franchigia, pari ad 1,5 milioni di euro, per i trasferimenti effettuati in favore di soggetti portatori di handicap, riconosciuto grave ai sensi della legge n. 104 del 1992”.

Conosciute le aliquote, bisogna anche capire come si calcola la tassa di successione. Si deve prendere in esame la base imponibile dell’eredità, quindi, del patrimonio lasciato dal defunto. 

Ovviamente, il calcolo viene effettuato dall’Agenzia delle entrate, ma è comunque possibile capire come si effettua.

Ritorniamo alla base imponibile: il valore netto dell’eredità è formato dalla differenza tra il valore complessivo dell’attivo ereditario si apre la successione (beni, diritti, titoli ecc.) e l’ammontare complessivo delle passività e degli oneri deducibili (debiti, spese mediche e funerarie ecc.).

Sottolineiamo che le spese funerarie, per essere detraibili, non devono essere superiori a 1032,91 euro.

Tassa di successione: ecco gli adempimenti fiscali. Come si paga?

Non resta che spiegare come si paga la tassa di successione. Una volta presentata la dichiarazione di successione e acquisiti tutti i dati, viene determinata l’imposta di successione. Ma come e quando si deve effettuare il pagamento della tassa di successione?

L’imposta deve essere pagata entro sessanta giorni dalla data di notifica dell’avviso, tramite il modello di pagamento unificato F24.

È possibile anche richiedere il versamento a rate dell’imposta, in questa maniera:

  • Si deve pagare almeno il 20% della tassa entro sessanta giorni dalla notifica;
  • Il restante importo si può pagare in 8 rate, ogni tre mesi, sulle quali si calcolano gli interessi a partire dal 1° giorno successivo al primo pagamento. Le rate diventano 12, se l’importo da versare supera 20.000 euro.

Ci sono anche alcuni casi in cui non è concesso il pagamento a rate. La tassa di successione non può essere rateizzata se l’importo da versare è inferiore a 1000 euro.

Chi è esente dalla tassa di successione?

Ricordiamo, infine, quali sono i casi in cui si è esenti dal versamento della tassa di successione. Quando non si paga la tassa di successione? 

Come abbiamo detto in precedenza, sono tenuti alla presentazione della dichiarazione e al successivo pagamento dell’imposta, gli eredi e tutti gli eventuali soggetti inclusi nella successione.

Ma ci sono alcuni casi di esenzione dal versamento dell’imposta.

Facciamo qualche esempio. Se gli eredi del lascito sono parenti in linea diretta con il defunto e se il patriomonio non comprende beni immobiliari o diritti sugli immobili e se non supera 100.000 euro, la tassa di successione non si deve pagare.

Dichiarazione e tassa di successione: verifiche e controlli dall’Agenzia delle entrate!

Precedentemente, abbiamo già parlato dei termini di presentazione. L’atto deve essere presentato entro dodici mesi dall’apertura della successione. 

Naturalmente, l’Agenzia delle entrate esegue tutti i controlli e i calcoli necessari e, successivament, provvede ad emettere l’avviso di accertamento, con il quale comunica la tassa di successione da pagare.

Gli eredi devono procedere al pagamento dell’importo dovuto della tassa di successione, entro sessanta giorni dalla data del ricevimento dell’avviso

Se si versa in ritardo, quali sono le conseguenze? In caso di ritardo, scattano sanzioni ed interessi, oltre che la riscossione coattiva.

Facciamo, infine, una parentesi sui codici tributo da utilizzare nel modello F24. I codici tributo sono i seguenti: 1530, 1531, 1532, 1533, 1534. Per maggiori informazioni, i codici tributo sono consultabili sul sito dell’Agenzia delle entrate, al seguente link.

Sara Bellanza
Sara Bellanza
Aspirante storica contemporaneista, classe 1995.Amante della lettura e della scrittura sin dalla tenera età, ho una laurea triennale in Filosofia e Storia e una laurea magistrale in Scienze Storiche, conseguite entrambe presso l’Università della Calabria. Sono autrice di alcune pubblicazioni scientifiche inerenti alla storia contemporanea e alla filosofia: "L'insostenibile leggerezza della storia" e "L’insufficienza del linguaggio metafisico" per la rivista "Filosofi(e)Semiotiche", e "Il movimento comunista nel cosentino" per la "Rivista Calabrese di Storia del '900".Nonostante la formazione prettamente umanistica, la mia curiosità mi ha spinto a conoscere e a informarmi sugli ambiti più disparati. Leggo, scrivo e fotografo, nella speranza di riuscire a raccontare il mondo così come lo vedo io.
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