Gli scioperi nel mondo dello spettacolo potrebbero non essere terminati. Il fuoco incrociato di proteste, che hanno coinvolto anche l’Italia, rischia di proseguire. Ma perché? Il motivo principale è quello che sta facendo discutere tutto il mondo da mesi: l’Intelligenza Artificiale potrebbe rubare il lavoro di tantissimi lavoratori. Ecco perché il mondo dei videogiochi potrebbe proseguire lo sciopero.
Scioperi di attori e doppiatori nel mondo: si rischia di proseguire
È di recente memoria il lunghissimo sciopero degli attori americani di Hollywood, appartenenti al sindacato SAG-AFTRA. Esso rappresenta un enorme numero di 170.000 professionisti, non solo gli attori più famosi, ma anche numerosi operatori dello spettacolo “dietro le quinte”, anche precari.
Lo sciopero si era protratto per ben 118 giorni, terminando con una lunga serie di accordi: il nuovo contratto include condizioni migliori su pensione, assicurazioni sanitarie, aumenti di paga, e tutele su un particolare argomento.
Ma nel 2023 gli scioperi hanno riguardato anche l’Italia, stavolta dalla categoria dei soli doppiatori italiani. Sono durati circa tre settimane, bloccando in toto l’enorme industria del doppiaggio italiano, tradizione tricolore di altissima qualità invidiata in tutto il mondo.
Il motivo principale era l’attesa di un nuovo contratto collettivo nazionale del lavoro per la categoria: l’ultimo CCNL doppiaggio era addirittura di vent’anni fa, con le retribuzioni ferme all’epoca, ed era scaduto pochi anni dopo. Il nuovo contratto è stato ottenuto finalmente a dicembre 2023.
Ma non è tutto. Anche i doppiatori italiani, nello sciopero, menzionavano un secondo, importante motivo. Ed era lo stesso degli attori americani, nonché lo stesso che potrebbe portare a un nuovo blocco nell’industria dei videogiochi.
Gli scioperi nei videogiochi potrebbero tornare: perché c’entra l’IA?
Il motivo comune che allerta i lavoratori è l’IA. Tra i pericoli dell’Intelligenza Artificiale, infatti, non ci sono solo i fake, le truffe e il condizionamento psicologico, ma anche la perdita di lavoro. L’abuso di IA, impiegata nei ruoli più disparati, può togliere lavoro a tantissimi onesti professionisti.
I doppiatori italiani, con a capo Alessio Cigliano, hanno scioperato anche perché nei loro contratti figuravano clausole scorrette. Per lavorare, venivano a volte obbligati a cedere i diritti della propria voce alle aziende che l’avrebbero elaborata e sfruttata con l’IA. In tal modo, alcune aziende avrebbero potuto far doppiare i film all’IA (con pessimi risultati) senza pagare i doppiatori.
In America è accaduto lo stesso. Attori e operatori di Hollywood esigevano a gran voce una difesa contro gli eccessi dell’IA, utilizzata per copiare e sostituire non solo gli attori, ma anche gli altri ruoli dello spettacolo come sceneggiatori, autori e illustratori.
In entrambi i casi la questione non è stata del tutto risolta, ma solo rinviata per far ripartire l’industria. Tutto questo potrebbe però facilmente ripartire, perché le aziende di IA cercano di correre veloce col loro sviluppo. Un nuovo sciopero si infrangerebbe sul mondo dei videogiochi con estremo vigore.
I doppiatori sia italiani sia americani sono infatti un punto fondamentale nello sviluppo di moltissimi titoli: oggi i migliori videogiochi Tripla A, i top del mercato, sono sempre doppiati in entrambe le lingue. Se il doppiaggio si ferma, slittano sia le uscite dei nuovi giochi sia quelle delle serie TV a esse collegate.
Bisogna augurarsi fortemente che l’AI Act, cioè la Legge Europea sull’Intelligenza Artificiale finalmente approvata, sia velocemente adottata e rispettata da tutti. Per il bene di lavoratori, attori, doppiatori e videogiocatori.