Il poker sportivo non è un vero e proprio gioco d’azzardo; questa infatti è un’etichetta che sta cercando di scrollarsi di dosso da anni. Si tratta piuttosto di una disciplina che solo lateralmente tocca i guadagni, regole ferree e un approccio all’insegna della resa psicologica ottimale.
L’evoluzione del poker sportivo in Italia
Il poker sportivo in Italia sta conquistando sempre più appassionati. Iscritto alla FIGP, la Federazione Italiana Gioco Poker nata nel 2006, il movimento sta crescendo in maniera esponenziale.
La popolarità del poker professionistico mondiale esplode negli anni ’90, con l’evoluzione delle World Series of Poker – ad oggi il principale torneo al mondo che si svolge negli Stati Uniti, ovviamente a Las Vegas. Per vederlo in Italia bisogna però aspettare i primi anni 2000, grazie soprattutto all’avvento di Internet e delle nuove tecnologie. Attraverso il mondo digitale, questa disciplina amplifica ulteriormente il suo raggio d’azione – com’è chiaro anche dal sito https://www.bookmakersaams.eu/.
Il primo atto legislativo che regolamenta i circoli di poker italiani è il Decreto Bersani, poi divenuto legge nel 2006. Da qui, il poker sportivo diventa ufficialmente riconosciuto come un “gioco di abilità”. Di fatti, non è possibile improvvisarsi bravi giocatori di poker: per vincere servono ottime capacità di calcolo matematico, grandi abilità nel saper bleffare e un elevatissimo controllo delle proprie emozioni al tavolo da gioco.
Oggi in Italia è consentito partecipare ai tornei di poker nei casinò soltanto nella suddetta forma di “poker sportivo”. Con l’obiettivo di attirare sempre più appassionati e giocatori professionisti, anche il nostro paese si sta evolvendo sotto ogni aspetto. Dagli eventi alle location, dagli orari di gioco ai casinò online: tutto viene organizzato in modo tale da far emergere questo sport come un’attività ludica, legale e inclusiva.
Come funziona il poker professionistico
Tralasciando le molteplici varianti, esistono principalmente due macrocategorie differenti di poker sportivo: Sit’n’Go e i tornei multitavolo. Il primo prevede un tavolo fisso e ristretto, solitamente dai 6 ai 9 giocatori, con una partita unica ad eliminazione; i secondi invece permettono ai giocatori di sedersi a più tavoli e cambiare avversari, allungando così i tempi di svolgimento del torneo.
Ogni evento prevede una determinata quota d’iscrizione uguale per tutti i partecipanti, sia che esso si svolga in presenza oppure online. La somma da versare in genere non è troppo ingente, proprio per permettere a più giocatori possibili di competere. L’iscrizione garantisce la concessione di alcune fiches, con cui poi i giocatori possono fare le proprie puntate. Questo aspetto è molto importante: nel mondo del poker infatti, generalmente, non si utilizzano soldi contanti, ma solo gettoni dal valore nominale e funzionali al singolo torneo. Per potersi distinguere dai tanti tornei clandestini, il poker sportivo prevede che nessun giocatore eliminato dal torneo possa poi riscriversi all’interno dello stesso tabellone.
In ogni caso, di base le regole sono le stesse del poker classico: il mazziere dà le carte ed ogni giocatore può decidere se partecipare o meno alla mano, le puntate si alzano di volta in volta e, ovviamente, l’ultimo giocatore che rimane seduto con ancora i suoi gettoni, vince.
Esistono classifiche provinciali, regionali e nazionali; i migliori poi hanno la possibilità di misurare le proprie abilità sui palcoscenici internazionali. Quali? Dagli anni ‘70, tutti i giocatori di poker professionisti ambiscono ad un solo obiettivo in particolare: partecipare almeno una volta nella vita alle famosissime World Series di Las Vegas.