La storia di Ivan Perisic

Il calciatore croato nel corso degli anni ha imparato a giocare come quinto di centrocampo, dopo che è stato utilizzato in un tridente come esterno offensivo.

Ivan Perisic, dopo un periodo abbastanza complicato in nerazzurro, tanto che su alcuni siti scommesse si poteva puntare su una sua cessione definitiva,  si è ambientato diventando una delle mosse azzeccate prima da Antonio Conte e poi confermato da Simone Inzaghi subentrato dopo la vittoria dello scudetto 2020-2021.

Il calciatore croato nel corso degli anni ha imparato a giocare come quinto di centrocampo, dopo che è stato utilizzato in un tridente come esterno offensivo, ha arretrato il suo raggio d’azione, migliorando la fase difensiva con ripiegamenti e diagonali, senza dimenticarsi come sfruttare al meglio lo spazio per punire gli avversari, segnando spesso reti decisivi e importanti al fine del risultato.

Abile nei dribbling sfrutta la sua velocità per mettere in crisi le difese avversarie sia nello stretto che in campo aperto, magari durante una ripartenza, oltre a riuscire a sfruttare i suoi 186 cm per colpire di testa soprattutto sulle palle inattive.

In alcune circostanze può agire anche da rifinitore dietro le punte, in posizione di trequartista, e per la sua duttilità è stato provato anche da falso nueve, come punta centrale capace di non dare punti di riferimento agli avversari.

Le prime esperienze all’estero

Dopo aver iniziato la sua carriera in patria, vestendo la storica maglia dell’Hajduk Spalato, si trasferisce in Francia a soli 17 anni, dove viene ingaggiato dal Sochaux. Il suo esordio tarda ad arrivare ma non per problemi di adattamento alla nuova realtà, ma a causa della burocrazia che lo blocca fino a Dicembre, anche se era arrivato ad Agosto, durante la sessione estiva del calciomercato.

Dopo essersi allenato con la primavera, rimane nel limbo tra giovanili e prima squadra senza trovare molto spazio e così la società decide di cederlo in prestito ai belgi del Roeselare.

Finita questa esperienza ritorna al Sochaux che però si pente del suo acquisto, prima prova a cederlo all’Herta Berlino, che dopo un provino non lo ritiene all’altezza della situazione e così ne approfitta il Bruges, che con un investimento di 250 mila euro, ottiene le prestazioni del croato.

Con la nuova squadra debutta subito nelle competizioni europee, disputando l’Europa League, competizione nella quale collezionerà nella prima stagione 7 presenze condite da ben 5 reti.

In campionato fa anche meglio, dato che si aggiudica la classifica dei capocannoniere della Jupiler Pro League mettendo a referto 22 gol in 37 partite, dato che gli permetterà di essere nominato miglior giocatore del campionato nella stagione 2010-2011.

Gli anni in Germania

Questo traguardo lo porta all’attenzione di numerose squadre che iniziano a chiedere informazioni su di lui. La società più decisa è il Borussia Dortmund, con i gialloneri che decidono d’investire 5 Milioni di euro, garantendo così un’ottima plusvalenza ai dirigenti del Bruges.

Dopo pochi giorni, segna una rete decisiva in Champions League che permette ai gialloneri di pareggiare nel finale contro l’Arsenal.

In totale colleziona 64 presenze, impreziosite da 12 gol con le vespe prima di passare a Gennaio 2013 al Wolfsburg, squadra legata alla Volkswagen, per 8 Milioni di euro. 

Gioca spesso titolare e si vendica contro la sua ex squadra, segnando una doppietta proprio contro il Dortmund.

Inter andata e ritorno

Dopo una lunga trattativa, durata tutta l’estate del 2015, arriva in Italia, scegliendo di accettare la proposta dell’Inter che mette d’accordo società, giocatore e il suo entourage.

In nerazzurro dimostra tutte le sue qualità, specialmente nella fase offensiva, fornendo assist e realizzando gol pesanti Contro il Chievo, il 3 Dicembre 2017, diventa l’uomo del match con una tripletta che permette ai suo compagni di vincere facilmente 5 a 0 contro i clivensi.

L’Inter ritorna in Champions a fine stagione, e lui con 11 reti è uno dei protagonisti di questo traguardo.

La stagione successiva, sembra essere sottotono, a tratti addirittura svogliato, e così Antonio Conte lo mette sul mercato, anche perché non lo ritiene adatto e funzionale alle sue idee di gioco.

La soluzione ideale è il ritorno in Germania, questa volta indossando i colori del Bayern Monaco, con la formula del prestito con diritto di riscatto fissato a 20 Milioni. All’inizio non viene preso molto in considerazione, ma con il cambio d’allenatore e l’arrivo di Flick le cose vanno molto meglio, sia per lui che per il club, dato che la stagione si conclude con uno storico triplete, grazie alla vittoria di Campionato, Champions League e Coppa di Germania.

Un po’ a sorpresa però non viene riscattato e così torna all’Inter, con motivazioni diverse. Riesce a convincere Conte e ottenere il suo spazio, festeggiando lo scudetto a fine anno anche in Italia.

Con Inzaghi viene confermato diventando un pilastro della sua nuova squadra, con cui vincerà il suo primo titolo, alzando la Supercoppa Italiana, vinta contro gli storici rivali della Juventus.

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