Utility pesanti: Pressing contro caro energia. Enel da seguire

Anche le utility nel mirino del ribassisti: a dominare la scena è il dramma del caro energia. Pressing su nuovi interventi: i titoli da tenere d'occhio.

L’ondata di vendite che si sta abbattendo su Piazza Affari, dove il Ftse Mib al momento arretra di quasi due punti e mezzo percentuali, colpisce anche le utility, seppure in maniera diversa.

Utility colpite dai sell: male il Ftse Mib

Si difende meglio degli altri Hera che limita i danni a un calo dello 0,75%, mentre Terna e Snam flettono dell’1,79% e del 2,15%.

Restano più indietro Enel e Italgas con un rosso del 2,51% e del 2,6%, mad avere la peggio è A2A che lascia sul parterre il 3,33%. 

Il tema caldo resta sempre quello dei prezzi dell’energia che salgono sempre più e pesano come un macigno sui bilanci delle famiglie e delle imprese.

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Utility: Confindustria chieve nuovi interventi sui prezzi dell’energia

Il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, nell’ambito di un’intervista apparsa sul Corriere della Sera, ha rivolto un appello al Governo, pur dimissionario, per chiedere interventi immediati sui costi dell’energia, visto che si tratta di un’emergenza nazionale in cui non è possibile rimandare le decisioni a dopo le elezioni.

In particolare, Bonomi chiede interventi per calmierare i costi energetici per le aziende sulla base di elementi oggettivi, includendo tra i settori energivori che avrebbero costi calmierati per esempio anche le telecomunicazioni, l’alimentare o il farmaceutico.

Utility: pressing per altre misure del Governo. Focus su alcune ipotesi

La richiesta del numero uno di Confindustria si inserisce nell’ambito di un più ampio pressing: a valle dei nuovi picchi del gas sui mercati, sale, infatti, la pressione per nuovi interventi governativi a favore dell’economia e delle imprese in difficoltà.

Tra le ipotesi si parla di un maggiore scostamento di bilancio per favorire misure sul settore, del supporto ai rigassificatori di Piombino e Ravenna e della cessione di gas ad energivori a prezzi calmierati attraverso l’intervento del GSE con funzione di acquirente (ipotesi 2 bcm).

Stessa ipotesi per l’energia elettrica da fonti rinnovabili che verrebbe acquisita dal GSE per poi essere rivenduta a prezzi ribassati alle industrie.

In particolare, si stima che con un cap su questa parte di energia a 100€/MWh, il costo per la fiscalità sarebbe di 360 milioni di euro.

Tra le ipotesi di nuovi interventi governativi si parla anche della proroga della cassa integrazione per i settori in difficoltà, del rafforzamento del credito d’imposta e dell’azzeramento dell’IVA sul gas.

Ad ottobre dovrebbe inoltre essere in discussione a livello europeo l’introduzione di un tetto al prezzo del gas a livello comunitario.

Utility: la view di Equita SIM. I titoli da tenere d’occhio

Gli analisti di Equita SIM evidenziano che le misure ipotizzate non dovrebbero avere effetti sul settore, a condizione che il differenziale di prezzo nella gestione di gas/elettricità da parte del GSE venga sostenuto dal bilancio pubblico.

Quest’ultimo aspetto, unito dal price cap sul gas, rimane un elemento di rischiosità relativamente alle misure fiscali che saranno introdotte per sostenere il deficit generato.

La richiesta di sospensione della CO2, avanzata anche da Bonomi pe aiutare la discesa dei prezzi, è invece di carattere comunitario.

Secondo Equita SIM, l’effetto va misurato in termini di riduzione dei prezzi rispetto ai livelli attuali.Tra le società più esposte a Piazza Affari troviamo Enel, A2A, Hera e Iren.

Davide Pantaleo
Davide Pantaleo
Davide Pantaleo da quasi un ventennio si occupa di Borsa e Finanza. Dopo aver svolto per diversi anni l'attività di promotore finanziario in Italia e all'estero, nel 2005 entra nel team di Trend-online con l'incarico di redattore.
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