Di seguito riportiamo l’intervista realizzata a Fabrizio Brasili, analista finanziario, al quale abbiamo rivolto alcune domande sull’attuale situazione dei mercati e in particolare di Piazza Affari. Chi volesse contattare Fabrizio Brasili può scrivere all’indirizzo email: [email protected].
Il Ftse Mib ha continuato ad avanzare nelle ultime sedute, spingendosi fino a quota 25.500 punti. C’è spazio per ulteriori allunghi?
Pensiamo sempre che si debba ancora trovare un equilibrio, anche più probabile verso i 23.500/23.600 punti di Ftse Mib, dopo che la scorsa settimana è stata raggiunta l’area di 25.500, con successivo ripiegamento verso quota 25.200 punti.
L’indice dovrà anche chiudere i gap lasciati aperti appunto in area 23.500/23.600, ma anche a 22.500/22.600 punti.Pandemia e soprattutto guerra e relativi effetti negativi che si rivelassero più pesanti della stessa causa, potrebbero fare ritornare il Ftse Mib anche in un’area posta fra i 21.500/21.600 e i 21.800/21.900 punti.
Teniamo sempre presente che attualmente il future sul Ftse Mib con scadenza giugno, lo strumento più attendibile sempre da monitorare, poiché già depurato dalle cedole di aprile e maggio, si trova a 24.500/24.600 punti, quindi circa 700 punti sotto l’indice principale.
Anche in caso di attenuazione delle due importanti variabili, si passi il termine, pandemia e guerra, avremo un periodo molto lungo di possibile stagflazione nella peggiore delle ipotesi.
Alla luce di ciò, propendiamo per il Ftse Mib come minimo al raggiungimento di un’area compresa fra 21.500/21.600 e 21.800/21.900 punti, peraltro già testata un mese fa.
Questo doppio minimo ci auguriamo possa essere foriero di un momentaneo importante rimbalzo, ma ci attenderà in ogni caso un 2022/2’23 particolarmente volatile e con possibili ritocchi, anche verso il basso.
Quali indicazioni ci può fornire per due titoli oil come ENI e Saipem? Quali le strategie da seguire per entrambi?
Il recupero dagli eccessi ribassisti, aiutato dai livelli di ipercomprato raggiunti dal petrolio, si è di fatto avuto, ed ora i valori di ENI e di Saipem si stanno riposizionando più in basso, sempre condizionati dal petrolio, nel bene e nel male.
Per ENI, ora siamo intorno ai 13,5 euro dopo aver toccato i massimi in area 15 euro e oltre. Per Saipem è da valutare in primis l’aspetto iperspeculativo del titolo, che ora viaggia poco sotto le forti resistenze di 1,18/1,19.
Il titolo è in ripresa dopo essere sprofondato anche poco sopra 0,90 euro, dimostrando che da questi livelli era diventato interessante per via dell’importante riqualificazione e ristrutturazione già impostata e che continuerà per i prossimi due anni. Ma che non deve trarre in inganno!
Saipem era e rimane un titolo per cuori forti, ma soprattutto per una pura speculazione e quindi aiutati dall’utilizzo delle opzioni con un rischio molto inferiore e calcolato a priori.
Su questi livelli, il consiglio per Saipem è alleggerire molto/vendere o, ancora meglio, fare trading con opzioni.
Per ENI attendere, per iniziare a riaccumulare, poiché attualmente a metà del guado, fra 12 e 15 euro e quindi è ancora rischioso un intervento, che comunque andrebbe poi coperto da vendita di opzioni Call strike 15/16 e per i più esperti anche opzioni Put 10/11 scadenza giugno-settembre.
Come valuta l’attuale impostazione di due industriali molto diversi tra loro quali Stellantis e Leonardo?
Si tratta di due titoli diversi, ma complementari, e anzi da usare come copertura tattica per stare al rialzo in caso di attenuazione della pandemia e/o accentuarsi della guerra e viceversa.
Stellantis è molto lontana dai massimi 2021/2022 posti poco sotto i 19,50 euro, ma meno lontano dai poco più dei 12 euro degli ultimi 12 mesi.
Come tutti i ciclici, il titolo risente e potrebbe ancora risentire nei prossimi due anni di quello che ci lasceranno in termini di macerie e scorie, pandemia e guerra, riferendoci soprattutto alla situazione economica e sociale.
Saremmo quindi molto prudenti su questo che è stato il nostro titolo preferito nel biennio 2020/2021.Andremmo ad accumulare a “piramide rovesciata”, partendo con piccole dosi dalla punta ed incrementando mano a mano che si sale fino alla base.
Coprire sempre, ma con le sole opzioni Call giugno-settembre strike 15,50/16.
Per Leonardo si sono sfiorati i 10 euro e dai minimi assoluti quasi raddoppiati, avendo scontato quasi interamente tutte le notizie positive, circa gli aumenti consigliati degli armamenti fino al 2% del PIL, le recenti commesse e la quotazione di DRS, la controllata USA.
Meglio ormai attendere e vendere o alleggerire almeno un buon 50%, visto appunto il raddoppio dai minimi, a seguito anche del nostro suggerimento, che evidenziava da tempo il titolo più sottovalutato del listino.
Il petrolio si è riportato in area 100 dollari, mentre l’oro resta in trading range tra i 1.900 e i 1.950 dollari. Cosa può dirci di questi due asset?
In attesa di una ripresa dei consumi degli industriali, più dell’oro è meglio l’Argento, e ancor più, ma molto più speculativi, Platino e Palladio.
Il gold rimane peraltro confinato nel mini range 1.900/1.950 dollari e offre ben pochi spunti ai day traders e scalpers, oltre ad un più ampio range 1.850/2.050 dollari, adatto ad un approccio a breve-medio termine, con un simultaneo occhio al cross euro-dollaro, da cogliere velocemente, come in settimana, in area 1,1150/1,12.Solo così con l’oro si possono fare dei buoni investimenti ed utili.
Per il petrolio WTI e Brent temiamo che il punto di arrivo non sia quello in chiusura di settimana di 99 e 104 dollari rispettivamente, dopo aver comunque fortemente ed esageratamente stornato dai 135/139 massimi assoluti intraday degli ultimi 2 anni.
Seguendo anche un po’ in chiave contrarian il cross euro-dollaro, il petrolio dovrebbe ritornare sui supporti di 95/98 rispettivamente, vecchie resistenze da noi indicate, come arrivo finale, di un lungo processo di rivalutazione partito più di 2 anni fa da area 20/25 dollari rispettivamente.