Abbiamo vissuto sopra le nostre possibilità

Il Governo vara il nuovo Def, che, per evitare fraintendimenti, specifico che è l’acronimo di Documento di Economia e Finanza.

Il Governo vara il nuovo Def, che, per evitare fraintendimenti, specifico che è l’acronimo di Documento di Economia e Finanza.

In pratica è il documento attraverso il quale il Ministero dell’Economia, o meglio proprio l’intero Governo, annuncia le sue previsioni e le sue intenzioni per quanto riguarda i conti pubblici.

Un documento che viene inviato all’Unione europea per l’approvazione, e che si sa già non verrà approvato, ma andiamo con ordine.

Ovviamente i dati di previsione più attesi riguardano la crescita del Prodotto Interno Lordo, ed il livello al quale si attesterà il deficit di bilancio per l’anno in corso.

Le previsioni erano per un incremento del Pil all’1% ed un deficit al 4,3%.

Neanche a farlo apposta previsioni perfettamente centrate, ma questo era scontato, ogni volta si fa questo teatrino, ossia nei giorni precedenti si fanno circolare dei numeri, poi si vede su quali valori si attestano le previsioni fatte da altri organismi, normalmente internazionali, ed infine ci si attesta su valori leggermente superiori alla media.

Chiaramente il Governo deve avere una visione un po’ più ottimistica, altrimenti che Governo è! Comunque torniamo a noi.

Pil all’1% direi abbastanza ottimistico, infatti sia la Commissione europea che l’Istat hanno indicato per l’anno in corso un aumento del nostro Pil allo 0,7%, torneremmo così ad una crescita leggermente inferiore rispetto alla media dell’intera area euro (+0,8%).

Ma il dato più preoccupante è che, sempre nelle previsioni ottimistiche del nostro Governo, il Deficit si attesterà sul 4,3% del Pil, insomma sopra la soglia fatidica del 3%, e questo, ripeto, nelle previsioni ottimistiche del Governo.

Risulta quindi abbastanza inevitabile che con questi dati la Commissione europea apra una procedura di infrazione nei nostri confronti.

Insomma nello scorso anno un deficit del 7,2%, decisamente più alto della media, e l’anno in corso una previsione superiore al 3%, insomma riterrei assolutamente scontata la cosiddetta procedura di infrazione proprio per aver violato i limiti imposti dai trattati.

Limiti che erano stati sospesi per gli anni della cosiddetta pseudo-pandemia, ma, come sappiamo, dal primo gennaio di quest’anno è stato reintrodotto il patto di stabilità, quindi ripeto, la procedura di infrazione scatterà automaticamente e non solo per quanto riguarda l’Italia.

Attenzione, cari ascoltatori, non dobbiamo prendercela con la cosiddetta Europa, l’Europa sta solo facendo l’Europa.

Sono stati firmati dei trattati? Purtroppo sì! I trattati prevedono che il deficit ed il debito non possano superare certe soglie? Sì! E prevedono che se non sono rispettati questi limiti scatta una procedura di infrazione? Sì!

Ed allora non possiamo far altro che riconoscere che non c’è un accanimento nei nostri confronti, semplicemente l’Europa sta facendo l’Europa.

Se il rispetto dei trattati penalizza enormemente il nostro Paese stupidi noi a firmarli. Ad aver aderito a questa Unione europea.

Certo Giorgetti proverà a far notare che l’aumento della spesa pubblica è in gran parte dovuto all’aumento degli interessi che dobbiamo pagare sul nostro debito pubblico monstre.

E la decisione dell’aumento dei tassi di interesse non dipende da noi bensì dalla Bce, ma sarà una giustificazione che non rende, negli anni della pseudo-pandemia, infatti sono stati allargati i cordoni della Borsa e l’Italia ne ha approfittato in maniera esagerata.

Il nostro debito pubblico in questi anni è cresciuto in maniera mostruosa, e se oggi dobbiamo pagare tanti interessi dipende anche dall’aver aumentato in maniera esagerata il debito.

A tal proposito nel Def presentato dal Ministro Giorgetti, oltre al dato sul Pil e sul Deficit è riportato anche quello sul debito che, sempre nelle previsioni del Governo, quest’anno aumenterà al 137,8%.

Ricordo a tutti voi che lo scorso anno il rapporto Debito/Pil era diminuito solo a causa dell’inflazione, in termini assoluti il debito è aumentato, e parecchio, di 105 miliardi, per la precisione.

Quest’anno con l’inflazione scesa in Italia sotto al 2% non c’è più questo “effetto”, quindi non si può più “nascondere” che anche il debito continuerà a crescere, sia in termini assoluti che in rapporto al Pil.

Visto che siamo sull’argomento, trovo corretto anche ricordare un dato decisamente negativo per quanto riguarda i nostri conti pubblici.

Gli italiani, negli anni scorsi, quelli pre pseudo pandemia, hanno sempre rimarcato che il nostro debito saliva esclusivamente per il peso degli interessi.

Usando un termine tecnico, si diceva che noi avevamo sempre avuto un saldo primario positivo, ossia le entrate, al netto delle spese per interessi sul debito pubblico, erano inferiori alle uscite.

Ebbene è stato vero per diversi anni, ma non lo è più da quattro anni, dal 2020 infatti abbiamo saldi primari negativi e, seppur in contrazione, si tratta di importi consistenti.

Nel 2020 un saldo primario negativo per 99 miliardi, nel 2021 per 95 miliardi, nel 2022 85 miliardi e nel 2023 di 71 miliardi.

Ripeto per chiarezza questi, 99 + 95 + 85 +71 uguale 350 miliardi sono quelli che negli ultimi quattro anni il nostro Stato ha spese in più rispetto alle entrate tributarie che ha avuto nel medesimo periodo, a questi 350 miliardi poi dobbiamo aggiungere tutti i miliardi spesi dallo Stato per pagare gli interessi sul debito pubblico.

Vogliamo fare anche questo calcolo? E’ semplice, facciamolo! Ecco quanto ha speso lo Stato per pagare gli interessi sul debito pubblico: 57,3 miliardi nel 2020, 63,7 nel 2021, 77,2 nel 2022 e 81,5 nel 2023, quindi in totale 279,7 miliardi che aggiunti ai 350 miliardi fanno 629,7 miliardi.

Una cifra mostruosa.

Questa cifra, la ripeto, 629,7 miliardi di euro è quanto ha speso lo Stato in più di quello che ha incassato negli ultimi quattro anni.

Io ve lo dico, voi non ve ne sarete accorti, ma in questi ultimi quattro anni, i numeri sono numeri, e ci dicono che in questi ultimi quattro anni gli italiani hanno vissuto molto al di sopra delle proprie possibilità.

Quindi, anche senza rientrare di tutti i soldi spesi in più, cosa nemmeno pensabile, se nei prossimi anni ci limitassimo a non far aumentare il nostro debito in maniera così mostruosa, dovremmo attenderci enormi sacrifici.

Io vi ho avvisato, poi … fate voi.

Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti è laureato in Scienze Statistiche ed Economiche all’Università di Padova. Nella sua attività professionale ha collaborato con importanti Istituti Finanziari, ricoprendo diversi ruoli. Giancarlo Marcotti è Direttore Responsabile di Finanza In Chiaro, oltre che curatore della rubrica I Mercati e redattore della sezione portafoglio nella quale, giornalmente, riporterà le scelte di investimento effettuate. Giancarlo Marcotti cura la trasmissione Mondo e Finanza su Youtube di Money.it.
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